di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Stessa storia, stesso posto, stesso bar. Come cantava Max Pezzali con gli 883. Due anni dopo non è cambiato (quasi) nulla tra Iga Swiatek e Maria Sakkari, con la numero 1 del mondo capace di conquistare il secondo titolo in carriera a Indian Wells imponendosi 6-4 6-0 contro la greca, migliorando di un game la performance del 2022 quando vince 6-1 il secondo set.
Diciannovesimo titolo in carriera per Swiatek, portatasi ora a -1 dal record di titoli in Polonia detenuto da Agnieszka Radwanska, ottenuto in una finale dove ha alternato l’essere glaciale all’essere più incisiva, gestendo i momenti in cui Sakkari è riuscita a entrare nel match e si stava comportando meglio nel palleggio da fondo campo.
Alla fine la greca ha finito per fare la figura della perdente simpatica, suo malgrado, perché è una ragazza davvero ben voluta dalle colleghe, capace raccogliere applausi per le sue parole con buona naturalezza, ma purtroppo il record nelle finali è davvero negativo e molte volte queste belle parole come oggi quando ha elogiato il posto da accennare al fatto che potrebbe venire a vivere qui più avanti vengono pronunciate da chi ha dovuto masticare ancora una volta amaro. Era riuscita in qualche modo a entrare in partita, dopo i primi tre game in cui sbagliava tanto da fondo e veniva colpita anche nella diagonale dove doveva a tutti i costi imporsi: quella del dritto. Swiatek, che fino al 3-0 riusciva anche a essere la prima a cambiare col quel fondamentale verso il lungolinea, ha avuto un leggero passaggio a vuoto. Prima uno 0-30 dove non ha inciso con la risposta, poi due palle uscite di nulla sul 3-1 che l’hanno portata a concedere palla break.
Ricucito il distacco, Maria è parsa sciogliersi un po’ e cominciava a sentirsi meglio in campo, lasciando un po’ più andare i colpi. Faceva il punto del 3-3, prendeva energia dal pubblico, e forse in questo frangente da fondo non soffriva nemmeno tanto. Anzi, con una Swiatek non molto efficace in risposta e nel palleggio, il divario iniziale era quasi azzerato. In quel momento, però, ha fatto appello al servizio. Sul 3-3, ma soprattutto sul 4-4, ha evitato ogni problema forzando il primo colpo per non iniziare lo scambio o farlo solo con l’inerzia dalla sua. Il nono game è stato cominciato con anche sfortuna per Sakkari, che ha messo appena lunga la risposta mentre sul 15-0 prendeva campo e attaccava col dritto. Dal 15-15, la numero 1 del mondo ha giocato il jolly: due prime palle non risposte a 116 miglia orarie, poi un ace al centro a 115 miglia.
Swiatek, andata al cambio campo sul 5-4, aveva ottenuto quello che cercava. Sakkari in questo modo sarebbe andata al servizio con grande pressione addosso e già dal primo punto si era capito che avrebbe fatto molta fatica. Sullo 0-15 Iga ha saputo toccare molto bene la palla sotto rete e sullo 0-30 l’avversaria è franata col rovescio su una palla a metà campo. C’è voluto il terzo set point, ma alla prima seconda palla disponibile Swiatek è riuscita dopo tanto penare a imporsi con la risposta e dominare lo scambio fino alla chiusura col dritto. Il più era fatto, in questo caso, perché la polacca aveva preso quel set che tanto le serviva per spezzare ulteriormente le speranze della greca, protagonista di un brutto inizio di secondo parziale e che sullo 0-3 0-30 non ha saputo risollevarsi come nel primo parziale, lasciando andare anche l’ultimo game e subendo il pesante 6-0.
Una Swiatek al 70% è bastata per imporsi in due settimane dove pur senza impressionare ha dominato le avversarie concedendo appena 21 game. Aumenterà così il vantaggio su Aryna Sabalenka a quasi 3000 punti nel ranking e 600 circa nella Race.