Swiatek in semifinale contro un’infinita Pliskova, battuta anche Osaka

Togliere le luci della ribalta da una vittoria come quella di Iga Swiatek oggi contro Victoria Azarenka non è cosa da poco, ma quanto sta facendo Karolina Pliskova va contro ogni logica umana. Su Twitter si scherza da sempre sul suo atteggiamento quasi robotico, quel viso e quello sguardo così apparentemente “assente” dal gioco, eppure ora un minimo di questo “bot” ce lo potrebbe anche avere: sono nove vittorie in 10 giorni, le ultime otto rimanendo sempre in campo da giovedì scorso.

È da martedì, nel WTA 1000 di Doha, che sembra ormai sul punto di mollare. Giocava il secondo turno, contro Anastasia Potapova, e dal 6-1 4-1 e servizio è precipitata indietro 2-4 e palla del 2-5 nel set decisivo, con la chiara e naturale stanchezza di chi sta pagando una mole di partite forse mai affrontata prima, soprattutto considerando lo sbalzo da Cluj al Qatar e quel viaggio della speranza con il volo privato organizzatole dal torneo rumeno per arrivare a Istanbul appena in tempo, prendere l’ultimo volo disponibile per Doha e lanciarsi in una settimana assurda.

Fisicamente è al minimo, sta cercando di trarre il massimo da ogni punto gratuito e probabilmente il match-up odierno contro Naomi Osaka l’ha un po’ facilitata: non tanto per le varie vittorie ottenute, tra cui quella di Brisbane a inizio gennaio, ma perché la giapponese ora è lontana parente della grande giocatrice di qualche anno fa. Può tornarci, ma ha dimostrato anche oggi che gli sbalzi nel livello sono importanti e si sta affidando quasi solo a una botta potente nella speranza di colpire il meno possibile. Di fatto le due si eguagliavano, e con entrambe capaci di ottimi servizi le fatiche di scambi lunghi e laboriosi erano ridotte. Pliskova, intervistata ieri da Sky Sport UK, alla domanda su come facesse ad andare avanti senza riposo rispondeva come al solito in maniera brutale: ormai c’è poco da fare, da lamentarsi, deve solo andare in campo e giocare senza troppi fronzoli e pensieri.

Stasera si è imposta 7-6(6) 7-6(5) contro Osaka, recuperando dallo 0-2 in entrambi i set e dove di fatto le fasi conclusive si sono sempre decise su scambi dove non c’era alcuna vera trama se non pensare e sperare che la palla (vale per entrambe) non tornasse indietro. Botte (metaforiche) da orbi e un atteggiamento ancora poco chiaro di Naomi che sta avendo varie difficoltà a gestire i tie-break: in stagione ne ha giocati sei, ne ha vinti solo due ed entrambi per 11-9. Per il resto sembra molto vulnerabile in questo scenario di testa-a-testa: è forse lo scenario più immaginabile in un momento di assenza dai campi così lungo, però contando la qualità ancora molto bassa della risposta (tanti colpi steccati sulle seconde di servizio della ceca) e la scarsa capacità di cercare i suoi angoli, in questo momento si sta spingendo il più avanti possibile (anche lei) grazie soprattutto alla propria determinazione.

Per questo, anche, la sfida è stata così equilibrata nel corso di entrambi i parziali e poi, nei due tie-break quando c’era da “raccogliere”, è successo un po’ di tutto. Nel primo i due servizi sono stati quasi nulli, e Pliskova principalmente ha saputo giocare risposte migliori e sfruttando il secondo set point ha vinto un primo parziale fondamentale. Nel secondo, invece, la ceca veniva da tre match point mancati (sempre per meriti di Osaka) ma un ottimo inizio le dava un vantaggio di 3-0 e servizio. Qui ha servito un’ottima prima palla che sembrava poterle dare il 4-0 e invece una risposta davvero fortuita della giapponese ha aperto un ultimo spiraglio a Naomi che è andata avanti addirittura 4-3. Karolina qui è stata perfetta con il servizio e sul 5-5 ha fatto il minibreak decisivo, per arrivare poi alla vittoria.

E così domani avrà un nuovo confronto contro Swiatek. Sarà il terzo ufficiale, non contando l’esibizione dell’estate 2020 in Repubblica Ceca dove la polacca si impose in un super tie-break giocato al posto del terzo set. Gli unici confronti sono sulla terra rossa, con la famosa finale a Roma del doppio 6-0 per la numero 1 del mondo seguita lo scorso anno dalla rimonta vincente sempre di quest ultima nella corsa al bis in Germania. Iga oggi ha giocato la terza bella partita della sua settimana, con un discreto punto di partenza della sua stagione dopo il mese di gennaio abbastanza deludente per le sue ambizioni. 6-4 6-0 per la polacca ad Azarenka, in un match complicato per buoni tratti del primo set quando il vento irregolare (unica partita davvero disturbata del giorno) e un buon atteggiamento della bielorussa le davano abbastanza filo da torcere.

Come nel secondo set di ieri contro Ekaterina Alexandrova, Swiatek ha dovuto pensare più al concreto che allo spettacolo per buona parte di quei 45 minuti. Il break iniziale è stato subito cancellato da otto punti consecutivi di Azarenka e da un dritto, per Iga, che ancora stentava parecchio. C’è stato bisogno di alcuni game, ma facendo soprattutto affidamento al rovescio c’è stato un momento di sostanziale equilibrio. Come ieri contro Alexandrova, Iga non sceglieva tanto spesso la prima palla al centro per quanto le riuscisse spesso bene. C’erano molti servizi al corpo nel tentativo di neutralizzare la risposta (tradizionalmente di alto livello) di Azarenka, o traiettorie in slice da destra che non sempre però l’aiutavano. Tra ottavo e nono game, però, la svolta: Swiatek non era tanto aiutata dalla prima palla al servizio e concedeva una chance di break, cancellata in ogni caso proprio con la battuta e una risposta colpita male anche per il vento in una fase dove la bielorussa si trovava “a favore”. Nel turno di battuta successivo, con un’Azarenka che ha abbassato di tanto la velocità della prima palla, è arrivato il break, e col doppio fallo.

Il momento era pericoloso per Azarenka, che nel game successivo per la prima volta perdeva il punto quando colpiva un dritto incrociato, con Swiatek finalmente in grado di contrastare la traiettoria stretta giocando una palla migliore. Sul 15-15, poi, un altro errore sanguinoso della bielorussa che cominciava a perdere la pazienza e sul 30-15 Iga si superava con una difesa in allungo sul rovescio che ricacciava indietro l’avversaria. Sul 40-15, letale, lo slice a uscire da destra a sigillare un pesantissimo primo parziale. Quegli attimi di esitazione con il servizio, sul 4-4, sono costati carissimo ad Azarenka che a inizio del secondo set è andata subito in affanno a causa del livello dell’avversaria, che cominciava progressivamente ad alzarsi. E di tanto. Sempre più vincenti uscivano dalla racchetta di Swiatek, che alzava il ritmo e cambiava il corso della partita. Sciagurata, sul 30-40, la decisione di Azarenka di fare una palla corta controvento, la prima della sua partita. Confermato il nuovo break, la polacca non è più scesa dalla quarta marcia.

Vincenti su vincenti, soprattutto col rovescio. Palle costantemente sulle righe e accelerazioni che lasciavano ferma la bielorussa. 2-0, 3-0, 4-0, 5-0. Azarenka non ne aveva più, ferma coi piedi e sempre più scarica di energie. Per come ha perso il game sul 4-0 sembrava addirittura quasi fare un po’ fatica con la schiena. Ed è arrivato così il secondo 6-0 della stagione di Swiatek, che adesso avrà davanti a sé la stakanovista per eccellenza di queste due settimane e, in caso di finale, due clienti non da poco come Elena Rybakina e Anastasia Pavlyuchenkova. In ogni caso, è l’undicesima semifinale negli ultimi 14 tornei WTA 1000 giocati. E sta cominciando a carburare.

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