di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
Jasmine Paolini abbatterà un altro muro. Domani giocherà una meritatissima finale in un WTA 1000, a Dubai, e da lunedì il suo nome sarà incluso nella top-20 del circuito femminile. Al momento è prevista tra il numero 16 e il numero 17, dovesse riuscire a concretizzare la favola sarà al numero 14. La quarta italiana a raggiungere la finale di un torneo di questa portata dopo Flavia Pennetta a Indian Wells 2014, Sara Errani a Roma nel 2014 e Camila Giorgi a Montreal nell’estate 2021.
La toscana ha chiuso vincitrice un match dominato per lunghi tratti e resosi piuttosto teso nelle fasi decisive, a ricordare a tutti quanto sia per lei sia per Sorana Cirstea la posta in palio fosse enorme. Anche la rumena, che è prossima ai 34 anni, era a una vittoria dall’entrare per la prima volta in top-20 e abbattere un best ranking di 11 anni. Alla fine, l’azzurra si è imposta 6-2 7-6(6) cancellando ben sei set point nel secondo parziale e chiudendo dopo il grande spavento di un match point mancato sul 5-4.
Brava, davvero, a superare sia i nervi sia la delusione di tante chance che le stavano sfuggendo. Ha giocato un set e mezzo senza mai avvertire il peso di questo momento. Lucida al servizio, efficace tatticamente, devastante col dritto, fino al 6-2 3-1. Un match cominciato servendo molto bene e ricavando tanto anche da momenti delicati dove era chiamata a una seconda palla, trovando soddisfazioni servendo sul rovescio della rumena, ma in generale la forbice tra le due si era ben presto allargata. Il break sul 2-1 è stato seguito da uno sul 5-2 dove ha chiuso il set con una terza risposta vincente col dritto e quando nel secondo parziale ha fatto il break nel quarto game la strada sembrava abbastanza spianata. Un calo, i primi dritti imprecisi, e si è trovata in lotta. Avrebbe avuto la possibilità di andare sul 5-2 quando sul 4-2 40-30 ha avuto una palla comoda a metà campo da spingere al di là della rete, ma la tensione cominciava a prenderla e ha steccato, finendo poi per perdere il game.
Qualche errore di Cirstea le dava modo di respirare e tenere la testa del set, ma sul 5-4 pur giocando bene per risalire da 40-15 e creandosi la grande occasione del primo match point non ha avuto il coraggio di prendere in mano lo scambio ed è stata punita dal rovescio lungolinea vincente. Il game continuava, segno che anche Sorana non era molto tranquilla, ma il punto del 5-5 e l’immediato 0-40 della rumena in risposta facevano presagire un nuovo terzo set come sempre avvenuto nei loro confronti diretti. Fatto il break, Cirstea rischiava di rimettersi in carreggiata come avvenuto nei turni precedenti: agli ottavi era indietro 3-5 nel set decisivo contro Donna Vekic prima di imporsi 7-5, ieri contro Marketa Vondrousova addirittura la rimonta da 2-6 1-5 e sei match point salvati. Paolini, cercando di quantomeno allungare il set e tornare a far scorrere il braccio in maniera fluida, è andata 0-40 ma in quel momento era pura altalena.
Sorana è risalita, ha avuto in quel game cinque set point ma almeno tre sono stati ben annullati dall’azzurra, un paio invece i suoi tentativi di spinta finiti sotto al nastro. Alla fine, ritrovando coraggio, Paolini ha strappato la battuta rimanendo in partita e nel tie-break i punti sono pesati come non mai. Molti errori hanno accompagnato le due contendenti fino al 5-5, lì dove Cirstea riusciva a manovrare il gioco col suo dritto. Jasmine, sul sesto set point da fronteggiare, ha lasciato andare invece il suo dritto facendo un gran punto sull’incrociato, riuscendo poi a trovare il secondo match point, lì dove l’ultimo tentativo di accelerazione della rumena è finito in corridoio.
Gioia enorme per l’italiana, che adesso attende il nome della sua prossima avversaria nel match che varrà il titolo: o Iga Swiatek, finalista qui un anno fa, o Anna Kalinskaya, proveniente dalle qualificazioni.