Colpo di scena: Jasmine Paolini non avrà di fronte a sé Iga Swiatek nella finale del WTA 1000 di Dubai, con la numero 1 del mondo battuta dalla qualificata Anna Kalinskaya, protagonista di un match perfetto e votato alla grande aggressività senza alcun genere di remora. Un 6-4 6-4 che poteva essere ancor più netto e inappellabile, con anche un parziale di sei giochi consecutivi nato da un pessimo game al servizio della polacca sul 4-2 nel primo set dopo un inizio di partita, in ogni caso, per lei davvero complicato.
Kalinskaya è stata bravissima a tenere il piede sull’acceleratore, perché il ritmo che aveva impresso agli scambi fin dai primi punti era qualcosa che Swiatek oggi non riusciva reggere. Avevamo visto la polacca, a Dubai, vincere con relativo agio i suoi tre match fin qui, ma era stata pronta soprattutto a livello mentale a non mettere in evidenza una sensazione di stanchezza che trapelava qua e là nei vari set. La finale di Doha e la partita contro Sloane Stephens, all’esordio nell’Emirato, le ha tolto alla lunga tanto soprattutto nell’esplosività delle gambe. Non ha giocato male, ma per la quantità di occasioni in cui oggi la si è vista tentare degli allunghi difensivi estremi per tenere vivo il punto da quanto campo perdeva sono indice sia della bontà del match della russa, sia della difficoltà della polacca nel starle dietro.
Iga ha pure avuto la chance del 5-5 nel secondo parziale, che le avrebbe dato una rimonta quasi insperata, ma si è fatta prendere dalla foga per colpire un dritto quando bastava appoggiarlo come fa il più delle volte, stesso errore commesso nel primo parziale sul 4-4 30-30 quando con Kalinskaya ferma a fondo campo bastava appoggiare la palla in lungolinea col rovescio e invece ha colpito in maniera esasperata e la palla è terminata lunga di mezzo metro. C’era modo per lei di complicare la vita all’avversaria, ma non sembrava la giornata giusta e i 42 errori forzati finali sono tutti “merito” della numero 40 del mondo.
Era una situazione dove malgrado tutti i favori del pronostico dalla sua, Swiatek si trovava davanti la dinamica di quelle partite che continua a non digerire. Poi ci vuole una prestazione enorme a concentrazione ed efficacia dell’avversaria, ma fin dall’inizio la polacca è sembrata costretta a cercare le righe potendo contare raramente sul suo dritto. Correva, e tanto, alla ricerca dei colpi di un’avversaria che rispetto al match contro Coco Gauff era parsa completamente rigenerata. Non era così ieri, non aveva questa continuità al turno ancor prima contro Aljona Ostapenko, e passavano i game senza che sembrasse scalfibile. Sul 3-2 Swiatek, è andata sotto 0-40 ma (a ulteriore segnale della giornata negativa della polacca) Iga ha buttato le prime chance in malo modo. È dovuta arrivare alla quinta per far funzionare il dritto, spostare in maniera significativa l’avversaria e affondare il colpo attaccando col rovescio.
Aveva fatto una fatica enorme, tanto che la si vedeva già boccheggiare, e non ha saputo cogliere la chance per cominciare a mettere il match sui suoi termini. Pessimo il game al servizio sul 4-2, con due doppi falli, e Kalinskaya che tornava in scia. La russa, poi, pur sbagliando troppo e trovandosi nuovamente sotto palla break, ha tirato una seconda rischiosissima ma precisa: potente, piatta, a uscire. Sul 4-4, Iga sentiva tanta pressione e quel brutto rovescio sul 30-30 lo rimarcava. Nel game al servizio successivo, sul 15-30, di nuovo Swiatek a cercare di spostarla da quella posizione così aggressiva ma il dritto la ricacciava indietro e faceva sfumare anche l’ultima vera chance del parziale.
Il modo in cui aveva perso il set, la fatica costante, gli errori che aumentavano. Le stava girando tutto male, al punto da scagliare con violenza una racchetta a terra. La si era vista altre volte nervosa e arrabbiata, ma mai fino a quel punto. Continuava a rincorrere in apnea un’avversaria oggi più efficace di lei e che scappava subito avanti di un break. Si sbloccava, ma il dritto non la seguiva e con una serie di altri errori concedeva un doppio pesante vantaggio. Sul 5-2 la reazione d’orgoglio è stata evidente quanto finalmente (per lei) sui primi due match point ha saputo imporsi e qualche crepa, da lì, Kalinskaya l’aveva anche mostrata. Si è così arrivati sul 5-4, dove Swiatek ha trovato la chance vera dell’insperato pareggio ma l’ha buttata comlpetamente via, presa dalla foga. Avrà anche una seconda occasione, ma l’ottimo servizio a uscire dell’avversaria funzionava ancora. Così, al terzo match point complessivo, Kalinskaya metteva la firma su una gran vittoria con lo schiaffo vincente di rovescio.
Domani sarà dunque lei a sfidare Paolini, nella riproposizione di quell’ottavo di finale dell’ultimo Australian Open vinto abbastanza agilmente proprio dalla russa.
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