di SALVATORE SODANO Queste grandi competizioni internazionali a squadre al femminile, la prima fondata nel 1923 come “Wightman Cup”, equivalente della “Coppa Davis”, con nuovi format e denominazioni, si disputano da oltre un secolo. La prima, che prendeva la denominazione dal nome della grande signora del tennis americano Hazel Wightman, fu disputata sin dal 1923 […]
Ad un certo punto quasi non credevamo ai nostri occhi, dopo 150 minuti Novak Djokovic era sotto di un break al terzo set contro il diciottenne Dino Prizmic, croato numero 178 del mondo. Prizmic, arrivato dalle qualificazioni, aveva vinto il secondo set al tiebreak e Djokovic sembrava davvero molto in difficoltà, non riuscendo mai a completare serenamente un proprio turno di battuta. Da lì in poi però il ragazzino di Spalato ha dovuto fare i conti con un altro Nole, sempre lontano dalla sua migliore versione ovviamente, ma incattivito e poco disposto a lasciare altre opportunità. Il risultato si è concretizzato nel modo più brutale, visto che Prizmic ha dovuto cedere otto game di fila e con essi il match. Djokovic però è dovuto stare in campo per quasi 4 ore, concludendo solo al settimo (!) match point e chissà che questo non possa contare qualcosa, in prospettiva Sinner.
Nella nottata mattinata avevamo assistito ad una riedizione del Rublev di qualche anno fa, quando il russo entrava misteriosamente in confusione al cospetto di un avversario fin lì dominato. La differenza è che prima questi match Rublev li avrebbe persi mentre contro Seyboth Wild, che aveva giocato un brutto scherzo anche a Medvedev al Roland Garros, è riuscito a tirarsi fuori dal baratro dell’1-4 (poi 2-5) nel tiebreak decisivo. Rublev ha detto di aver pensato molto al match di Medvedev a Parigi e che era sicuro che gli sarebbe finita allo stesso modo, soprattutto dopo aver mancato 4 match point nel dodicesimo game del set decisivo. Intuibile il sollievo per essersi sbagliato.
Meno drammatica la vicenda di Fritz, che comunque ha avuto anche lui bisogno del quinto set, forse anche per via di un fastidio alla caviglia non meglio definito che lo aveva portato sotto di due set a uno. Lo statunitense ha poi vinto agevolmente gli ultimi due set ed è sembrato anche abbastanza fresco alla fine del match.
Nessuna sorpresa negli altri match di giornata, forse quella di Munar contro Shevchenko, e magari le difficoltà di Cerundolo, anche lui al quinto, contro il giustiziere di Nardi nelle qualificazioni, il numero 257 Dane Sweeny, ma si sa che non fuori dalla terra Cerundola fatica abbastanza. Australiani in visibilio per Kubler, che ha recuperato da 2-7 e un match point nel tiebreak del quinto ma che allo scoccare della quinta ora ha ceduto il match a Galan.
Chiudiamo dicendo che l’avversario Sinner sarà De Jong, proveniente dalle qualificazioni, che ha battuto Pedro Cachin. Niente di preoccupante.
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