A Bercy Djokovic mette fine all’imbattibilità di Rune, bene Tsitsipas e Dimitrov

Doveva succedere prima o poi ed è anche logico che succeda con il numero 1 del mondo e dei più forti di sempre: Holger Rune ha perso una partita a Bercy. Da quando aveva messo piede nel palazzetto non lontano dalla Gare de Lyon, la stazione in cui arrivano i treni dall’Italia, il ragazzino danese non aveva mai perso un match, riuscendo persino a superare proprio l’avversario di oggi, Novak Djokovic, in finale. Non è stata una grandissima partita, a differenza dell’anno scorso Rune sembra aver perso qualcosa della scelleratezza giocosa che gli aveva consentito di giocare i punti chiave del match come se non avesse nervi. Invece stavolta proprio quei punti lo hanno tradito, come alla fine del primo set, quando invece di portare Djokovic al tiebreak ha ceduto il primo servizio del suo torneo. La partita si è accesa alla fine del secondo set, quando Rune è riuscito a salvare un match point dopo che aveva fatto il furbetto facendo indispettire Nole, e con uno splendido tiebreak ha agganciato il serbo. Djokovic ha sorriso cattivo quando si è accorto che Rune aveva chiamato il fisio, ma il danese ha continuato a utilizzare le cure quasi ad ogni cambio di campo. E a dirla tutta forse Djokovic non è proprio il pulpito più autorevole sugli “infortuni tattici”. Ad ogni modo alla fine a Djokovic è bastato fare Djokovic, è rimasto sempre molto composto, come avrebbe detto Kyrgios, al di là di un paio di urlacci rivolto al ragazzo che non deve fargli troppa simpatia. Da anni ormai, sappiamo che Nole è in grado di non sbagliare quasi niente e di dare all’avversario sempre una palla molto pesante, non semplicissima da gestire. Per fargli il punto devi fare qualcosa di particolare e se non ti chiami Alcaraz pare che questa cosa ancora non riesca a nessuno per il tempo sufficiente a batterlo. Come diceva quello, se volete divertirvi andate al cinema.

Più divertente la partita di DImitrov, che rimane uno dei pochi giocatori che è bello vedere in campo, muoversi, tirare, ragionare. Hurkacz, arrivato anche stanco all’atto finale della stagione, nel primo set non ha capito granché, poi si è aggrappato al servizio e alla tradizionale incostanza di Grisha e ha portato la partita in parità. Dimitrov per una volta ha fatto il bravo, ha aspettato che le condizioni fisiche del polacco rendessero necessario il passaggio a vuoto che si è puntualmente verificato nel settimo game e poi ha tenuto i suoi servizi.

In semifinale ci sarà Tsisipas ad aspettarlo, e magari capiremo se il greco ha avuto un percorso agevolato dalle cattive condizioni degli avversari o da una ritrovata fiducia. Anche oggi, contro Khakhanov, Tsitsipas ha avuto vita facile, ed è forse grave averlo tenuto in partita nel secondo set, anche se per poco.

Quarti di finale

[1] N. Djokovic b. [6] H. Rune 7-5 6-7(3) 6-4
[13] A. de Minaur vs [5] A. Rublev
G. Dimitrov b. [11] H. Hurkacz 6-1 4-6 6-4
[7] S. Tsitsipas b. [16] K. Khakhanov 6-3 6-4

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