20 anni di successi: il video tributo del mondo del tennis a Rafa Nadal
[1] A. Sabalenka b. [8] M. Sakkari 6-0 6-1
Aryna Sabalenka già al termine della prima giornata ha un piede e mezzo in semifinale alle WTA Finals di Cancun. Non solo è arrivata una vittoria, ma c’è uno scarto di game tale che il 6-0 6-1 contro Maria Sakkari può diventare utilissimo non solo nella percentuale dei set vinti ma anche in quella dei game, fattore che per lei entrerebbe in scena in caso di due sconfitte nelle prossime due uscite e un arrivo a pari punti con altre due giocatrici nel girone.
Calcolatrice ed eventualità abbastanza rare a parte, per la bielorussa l’ultimo torneo della stagione non poteva cominciare meglio di così, per quanto poi in campo non ci sia stato quel dominio che il punteggio dica. Una frase strana, soprattutto perché Aryna ha avuto tre match point in risposta sul 6-0 5-0, eppure le occasioni avute da Sakkari per cercare di cambiare le carte in tavola sono state tante, continue, e game non chiusi da 40-15, 40-0 (in risposta), 30-0 (due volte in risposta), 30-15.
Molto male la greca nelle fasi decisive dei game, col lungo vortice negativo protrattosi fino al punto in cui, 6-0 4-0, all’ennesimo errore col rovescio si è lasciata andare a una prima crisi di nervi mostrando il volto contratto e vicino alle lacrime. Sabalenka di contro non aveva numeri da far pensare a una vittoria così larga: ha litigato parecchio col servizio, il rovescio ha funzionato poco nel primo parziale, e la differenza totale tra vincenti e gratuiti era appena +1 (17 contro 16).
Aryna, come anche Elena Rybakina, è tra le giocatrici che più si è lamentata con la stampa delle condizioni in cui le ragazze si sono trovate in questo torneo: impossibilitate a giocare sul campo fino a 24 ore dall’inizio e denunciando una pessima organizzazione da parte della WTA, potendo avere di fatto appena 45 minuti per adattarsi a quelle che dovranno essere le condizioni di questa settimana. Dopo questa prima giornata, il pensiero che per nessuna tra Sabalenka, Rybakina, Sakkari e Jessica Pegula sia stato facile trovare una quadra. La prima partita è andata via tra i tanti errori della kazaka e la maggior attenzione della statunitense, la seconda tra gli svarioni della greca e la maggior pressione della bielorussa. Di spettacolo vero, però, poco. Il vento, tra l’altro, è sembrato dare ancora più fastidio nella parte conclusiva della giornata, con Sabalenka e Sakkari che dovevano adattarsi alle continue folate abbastanza sostenute provenienti dall’oceano Atlantico. Inevitabilmente, però, si chiedeva ben altra prestazione alla greca che doveva oggi dimostrare di valere questo palcoscenico di “migliori della stagione” dopo un 2023 ben al di sotto delle sue speranze.
Vincere un WTA 1000 come quello di Guadalajara ha spezzato il digiuno di oltre quattro anni dal primo e ultimo trofeo, ma nei fatti è l’unica luce di un’annata piena di delusioni. Lo stesso trionfo in Messico è arrivato dopo che allo US Open era crollata in conferenza stampa dicendosi pronta anche a una pausa importante perché non sapeva come venirne fuori dopo la terza sconfitta consecutiva al primo turno di uno Slam. È arrivata a Cancun sostituendo Karolina Muchova, finalista al Roland Garros e a Cincinnati, semifinalista allo US Open, vincitrice per due volte nel 2023 contro Sabalenka (proprio al Roland Garros e Cincinnati) e purtroppo per lei serviva ben altro impatto, mentre è apparsa fragilissima di testa perché spesso a Sabalenka quando arrivavano punti importanti bastava mettere pressione con qualche palla profonda. Sakkari, altro esempio chiave, ha cominciato la partita in maniera abbastanza arrembante col dritto, ma già sullo 0-1 si è trovata incagliata in un game non chiuso da 40-15 e quel colpo non è stato più giocato allo stesso modo, cercando più un palleggio a ritmo sostenuto ma molto più agevole per Sabalenka da gestire.
Coi risultati di oggi, Aryna al prossimo turno giocherà contro Pegula mentre Maria troverà Rybakina. Potrebbe già essere una giornata di sentenze.