Swiatek ripristina ordine: Gauff di nuovo travolta, è finale a Pechino

[2] I. Swiatek b. [3] C. Gauff 6-2 6-3

Prima del loro confronto nella semifinale di Cincinnati, un mese e mezzo fa, non c’era mai stata storia nelle partite tra Iga Swiatek e Coco Gauff, con la polacca avanti 7-0 nei confronti diretti, 14-0 nei set, e con la statunitense che era stata capace di arrivare oltre i tre game vinti solo in tre occasioni. Quel match a Mason, Ohio, aveva girato un po’ la storia quantomeno di questa seconda parte di stagione, lanciando Gauff al primo titolo WTA 1000 e poi al primo Slam della carriera. Oggi, per lei, il brusco risveglio.

Quel giorno, a metà agosto, contro di lei c’era una Swiatek che era tanto lontana da una buona prestazione, sui suoi standard. La sensazione che per Coco quella potesse rappresentare una chance enorme c’era fin dal turno precedente e fu bravissima a coglierla, sebbene Iga dimostrò una volta di più quanto fosse dura batterla lottando ben oltre il limite negli ultimi game del terzo set. Fu un’ottima vittoria per Coco, per tutto quello che portò in termini di fiducia, con 16 vittorie consecutive che rimangono (e rimarranno) la serie positiva più lunga del circuito WTA nel 2023. Oggi, però, siamo tornati al solito copione.

Swiatek ha completamente ribaltato la situazione riportandolo ai “suoi” binari: 6-2 6-3, in poco meno di un’ora e mezza di gioco, dominante sotto tanti aspetti. Prendendo quello più sotto “inchiesta”, il dritto (di entrambe), abbiamo un dato chiave e che riporta un po’ alla realtà il distacco che Gauff può pagare contro une delle due migliori in assoluto in questo momento. Su 44 scambi giocati, nell’arco dell’intera partita, in cui il suo dritto è stato chiamato in causa e ha avuto un impatto significativo nello scambio, ha vinto il punto appena 10 volte. Nel primo parziale, sul 5-1 Swiatek, era addirittura a tre punti vinti in quelle circostanze su 28 giocati. Non è un dato chiarissimo: si basa sulle occasioni in cui Gauff ha avuto uno scambio dove ha giocato almeno un dritto che abbia influito poi nel resto del punto, che sia in positivo o in negativo, indifferentemente fosse un vincente o un gratuito (quindi non è il dato che mostrano le tv, per capirci).

A Cincinnati, quel giorno, Swiatek sbagliò tanto con quel fondamentale in un momento non tanto favorevole a lei. Era così in affanno che finiva spesso in ritardo da quel lato e, con una statunitense in buon spolvero, si ribaltavano molte delle loro dinamiche passate. Oggi, dai primi punti, c’era una polacca troppo centrata e dominante. Nel primo set ha concesso nulla in termini di errori veri, cominciando a rispondere in maniera “furiosa” fin dal primo game e chiudendo il set con un 6-2 che poteva essere ben più severo avendo mancato break point in entrambi i game in risposta persi. Nel secondo parziale è arrivato un immediato costruito anche da un punto vinto sul 15-15 avanzando a rete e districandosi con una bella voleè bassa, chiudendo il break attaccando fin dalla risposta e portando a un nuovo errore di dritto l’avversaria.

Sul 6-2 2-1 e servizio per Iga, il gioco si è fermato per qualche minuto per un medical time out abbastanza improvviso per Coco che lamentava qualche fastidio tra spalla e avambraccio destro. Può anche essere che il lungo ciclo di partite, in questo momento dell’anno, abbia un po’ indolenzito alcuni muscoli. Non c’è molto da togliere, per questo, alla prova della numero 2 del seeding, ma è sembrata crederci sempre meno da dopo quel cambio campo, colpendo con meno spinta di rovescio e continuando a essere nulla in risposta. L’unica mezza chance è stata sul 4-3 Swiatek, 30-15, quando ha colpito bene di dritto ma il rovescio in avanzamento ha vanificato tutto per questione di millimetri. Tolto quello sporadico episodio, Iga ha veleggiato verso il traguardo trovando la terza finale ‘1000’ della sua stagione, la settima complessiva e sedicesima delle ultime due annate. Domani attende due clienti niente male: o Elena Rybakina, che l’ha battuta tre volte su tre in stagione, o la mina vagante Liudmila Samsonova.

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