Sabalenka altra categoria, Zheng si arrende. Quinta semifinale Slam di fila

[2] A. Sabalenka b. [23] Q. Zheng 6-1 6-4

C’è qualcosa, in questo cammino di Aryna Sabalenka allo US Open, che ricorda piuttosto da vicino il percorso fatto all’ultimo Australian Open. Anche lì c’era qualche dubbio iniziale, dissipato nel giro della prima settimana, e anche lì partita dopo partita è parso di avere una giocatrice in grande controllo delle operazioni. Talmente superiore alle avversarie (va detto nemmeno così difficili da gestire come invece accaduto alla grande rivale Iga Swiatek contro la sua vera nemesi negli ottavi di finale) da far sembrare le partite fin qui come un incontro casuale tra due persone che non hanno nulla in comune.

La differenza vista anche oggi tra lei e Zheng Qinwen è stata molto netta nel primo parziale e abbastanza nel secondo da rendere quel 6-1 6-4 poco più di una formalità. Lei faceva il suo dovere, risultando quasi perfetta fin dai primi game arrivando sul 5-0 con 20 punti vinti su 24 giocati, la cinese invece cercava di barcamenarsi e capirci qualcosa. Fondamentalmente, è parso che tra la partita in sé e un’avversaria così in fiducia non sapesse bene come affrontare la situazione, subito travolta dalla grande aggressività della futura numero 1 del mondo e costretta in risposta a un atteggiamento ultra conservativo per cercare una via d’uscita al ritmo e alla pressione che Aryna imponeva. Due giocatrici (al momento) diverse nel livello mostrato e negli obiettivi di questo Slam: Sabalenka, a maggior ragione con l’uscita di Iga Swiatek, punta dritto al titolo e sembra sempre più la grandissima (forse unica) favorita alla vittoria; Zheng aveva ottenuto il massimo, mai giunta prima d’ora in carriera nei quarti di finale di uno Slam.

I primi 20 minuti hanno dato la netta sensazione di una nuova partita che quasi non aveva nulla da offrire in termini di equilibrio. È il terzo quarto di finale femminile di questo US Open a essere così sbilanciato, e i presupposti per il match serale tra Marketa Vondrousova e Madison Keys non sembrano dei più floridi considerata l’incognita fisica sul braccio/gomito della ceca. La numero 2 del seeding ha cominciato anche oggi come meglio non poteva e dopo essere subito scappata via ha avuto vita ancor più facile. Zheng, non trovando vie per contenere quella palla, era troppo dietro nel campo e si vedeva come non fosse proprio abituata, pensando quasi solo a rimandare la palla di là ma così facendo non aveva alcunché di insidioso per l’avversaria che, col braccio sciolto, attaccava e chiudeva il punto. Dei 91 punti giocati ben 56 sono stati sotto i cinque colpi, con 38 di questi ad appannaggio di Aryna.

La scena è un po’ la solita di questo torneo, ma in generale di questo periodo della tennista di Minsk: se non viene impensierita dall’avversaria, non si perde e non si rilassa. Il fatto è che a questo livello è difficilissimo per l’avversaria provare a fare qualcosa, soprattutto partendo da una posizione in risposta simile a quella di Rafael Nadal sulla terra battuta ma senza la stessa spinta nelle gambe per recuperare il centro del campo. Il risultato è stato una mattanza, con Sabalenka a fare il bello (soprattutto) e il cattivo tempo colpendo vincenti a ripetizione e mostrandosi inscalfibile alla battuta. Nel secondo parziale l’unica novità è stata il servizio della cinese, che ha trovato più aiuto dalla propria prima palla e ha potuto tenere la testa nel punteggio fino al 3-2. Trovava qualche linea per ottenere dei punti, riusciva a far più male col cambio di dritto in lungolinea abbastanza carico di spin per lasciar andare il rovescio successivo, di fatto impediva a Sabalenka di appoggiare tutto il suo peso come faceva prima. In risposta, però, continuava a capirci ben poco e nel momento in cui è incappata in un game al servizio complicato, ecco arrivare il break che deciderà la partita.

Zheng ha provato fino all’ultimo, salvando un match point sul 3-5 con un ace e trovando un improvviso 15-30 in risposta con Sabalenka un po’ pasticciona con le sue seconde palle, ma pur trovando una risposta interessante e profonda col dritto per due volte si è vista ritornare al di là della rete una manata ancor più efficace della bielorussa che sul 40-30 ha poi messo la firma su una nuova semifinale Slam: la quinta consecutiva, la terza di fila allo US Open. Con questo livello, domani (ma non solo) sarà ancora largamente favorita.

Dalla stessa categoria