[6] C. Gauff b. [WC] C. Wozniacki 6-3 3-6 6-1
Per il secondo anno consecutivo Coco Gauff ha raggiunto i quarti di finale allo US Open, ma per riuscirci ha dovuto lottare circa due ore in un match molto dispendioso dal punto di vista fisico per prevalere contro un’ottima Caroline Wozniacki, con la danese che è sembrata a un certo punto poter operare un nuovo sgambetto di alto valore in questo primo Slam dal rientro dopo aver battuto Petra Kvitova.
Il livello del match è stato molto alto per quasi tre set, e la danese ha impressionato su tanti aspetti prima che venisse a meno un po’ di lucidità nel passaggio chiave all’inizio della frazione decisiva nel 6-3 3-6 6-1 che ha premiato la tennista classe 2004, per il secondo anno consecutivo tra le migliori otto nello Slam di casa e che continua a sognare in grande visto l’ultimo periodo davvero positivo anche se, a onor del vero, oggi qualche crepa c’è stata.
I meriti di Wozniacki sono tanti, perché il suo ordine tattico e la sua bravura nel fare “muro” muovendosi molto bene lungo il campo e crescendo game dopo game avevano mandato in blackout l’avversaria. Già nel primo set quando Gauff viaggiava su una nuvola spingendo forte e tenendo dentro tanti colpi a un ritmo molto elevato, lei era a rincorrere ma non è mai andata fuori giri. La sensazione era che più passava il tempo più si trovava meglio in campo. Non l’aiutava il servizio, tanto che il break subito sul 3-4 è nato anche per le pochissime prime palle messe in gioco, ma pur con Gauff in grande controllo a dettare i ritmi e aprire gli angoli, Caroline era lì, come suo solito. In tutta la carriera non ha mai mollato sfide dove l’avversaria si mostrava ingiocabile, ben sapendo ormai che con molte di queste basta un momento, un’opportunità.
Coco sta crescendo, ma quel dritto è ancora un grande problema quando viene “abbandonato” dalla sicurezza vista per esempio nel primo parziale. Si vede che sta attraversando un momento generale molto positivo, ma ha bisogno di ascoltare meglio cosa il corpo le dice quando non tutto funziona come vorrebbe. Così dopo lo slancio del primo set vinto è arrivato un leggero calo nell’attenzione a inizio del secondo con una mezza opportunità non sfruttata sullo 0-0 e, complice anche l’ottimo atteggiamento dell’avversaria, ha cominciato a soffrire tanto al servizio: 15-40 nel primo turno di battuta, altre due palle break concesse nel secondo, 30-40 nel terzo. Wozniacki cambiava velocità col rovescio, soprattutto in lungolinea, ma nel momento del bisogno trovava anche coraggio di manovrare e far male col dritto, cosa che invece a Coco è completamente saltata.
Questo è il neo principale della statunitense, che purtroppo rischia di pesare contro avversarie di altissiom rango. La facilità con cui è passata da un’esuberanza sportiva a uno status di agitazione prolungata è oro per Wozniacki, che ha sentito il cambio nell’inerzia e ha continuato a palleggiare, tenendo vivo lo scambio e facendo in modo che Gauff sbagliasse i primi dritti consecutivamente e perdesse la fluidità nel movimento fino a distruggere tutto. Aumentati gli errori, aumentata la convinzione di Wozniacki, game facile tenuto per il 4-3 ed ecco il pasticcio che ha segnato il secondo set: Gauff ha commesso due doppi falli, il secondo di paura per il 15-40, e Caroline è scappata sul 5-3 e poi sul 6-3 con l’avversaria che ormai sparava ogni colpo a fondo rete.
Il momentaccio per Gauff continuava all’inizio del terzo. L’errore più grande che stava commettendo, continuamente, era quello di voler solo colpire a occhi chiusi, senza pazienza e attenzione. Tutto quello che non bisogna fare contro Wozniacki, che però a sua volta ha avuto un calo improvviso nella lucidità e ha regalato il controbreak dell’1-1. L’imprevisto cambio di scena ha ridato vita alla stauntiense che, sul 2-1, si difendeva in allungo sul dritto e raccoglieva il gravissimo errore della danese col rovescio sul 30-30 per andare a palla break e trovare un break che, col recupero da 0-30 completato, voleva dire 4-1 e partita in ghiaccio. Alla fine ha avuto ragione lei, con un cambio finale dettato più da un calo di energie della trentatreenne danese e lei che ne ha approfittato molto bene. Resta forse la questione di come dover gestire quelle fasi dove in momenti di grande equilibrio quel braccio comincia a faticare e a condizionare l’intero “apparato” tennistico.
Tra due giorni, intanto, ritroverà dall’altra parte della rete Iga Swiatek o Aljona Ostapenko, entrambe affrontate nel 2023. In palio per lei una prima semifinale nello Slam di casa.
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