K. Muchova b. [2] A. Sabalenka 6-7(3) 6-3 6-2
Abbiamo passato una stagione intera a dire di come Iga Swiatek, Aryna Sabalenka ed Elena Rybakina fossero praticamente onnipresenti nelle finali di alto livello, ed ecco che da Wimbledon in avanti abbiamo avuto sei personaggi diversi in cerca di gloria: Ons Jabeur e Marketa Vondrousova a Londra, Jessica Pegula e Liudmila Samsonova a Montreal, e ora Coco Gauff e Karolina Muchova.
Swiatek e Sabalenka, numero 1 e 2 del mondo, sconfitte entrambe in due semifinali a Cincinnati da ricordare. Quasi tre ore per Gauff contro la polacca, rimonta da un set di ritardo contro la bielorussa per Muchova. Prima vittoria in carriera per Coco dopo sette sconfitte netti contro la numero 1 del ranking, seconda grande affermazione per Karolina nel suo 2023 che la vedrà da lunedì prossimo sfondare il muro della top-10. E fatecelo dire: finalmente. Perché una ragazza come lei, con quel gioco, meritava di arrivarci molto tempo fa non fosse stato (anche) per la serie incredibile di problemi fisici avuti.
Muchova ha dunque ripetuto l’exploit dell’ultimo Roland Garros, inferendo un secondo colpo importante a Sabalenka nell’annata fin qui migliore della sua carriera ma dove ancora si ritroverà a perdere potenziale terreno su Swiatek. In ottica numero 1 è tutto ancora molto incerto: fino a Parigi sembrava un sorpasso pressoché certo, solo questione di capire “quando”, e tre mesi dopo siamo ancora qui. Iga ha recuperato sia nel ranking normale sia nella Race, ora solo a 250 punti di distacco, e (anche con un po’ di buona sorte a favore, a Wimbledon) ha retto bene gli assalti dell’avversaria. Stando così le cose, dovrebbero esserci solo 11 punti a dividere le due (nella classifica live) all’inizio dello US Open, con la fatica di una stagione pesante e che, soprattutto ad Aryna, sta cominciando a togliere brillantezza con la continua tensione dell’ultimo step da compiere.
Questo, con l’aggiunta di giocatrici di “seconda fascia” che cominciano a fiutare possibili certe imprese, ecco che tutto diviene ancor più imprevedibile. Come qui a Cincinnati dove la partita che sembrava incanalata sulla strada di Sabalenka, che guidava con un break di vantaggio nel set di apertura, è divenuta una nuova battaglia tra tennis di pura forza e aggressività contro un gioco molto più educato e fine, intelligente ed efficace. Non siamo stati ai livelli di Parigi, dove le due hanno giocato probabilmente la partita più bella dell’anno a livello femminile, ma lo spettacolo non poteva mancare quando due stili così si affrontano. Aryna ha vinto il primo parziale, sudandolo ben più del dovuto e rischiando quando Karolina è andata a servire sul 5-4, ma dal secondo è parsa calare in precisione e controllo, con meno lucidità nei punti chiave. L’esempio è la palla break che ha dato il 5-3 a Muchova dove la bielorussa ha colpito continuamente al corpo dell’avversaria a rete. Karolina è stata un gatto coi riflessi riuscendo a creare un lob finito proprio sulla riga.
Sabalenka è andata in tilt, superando il limite e mollando di testa per i successivi game. Perso il secondo set, sull’1-1 ha perso un altro turno di battuta cominciando definitivamente la discesa. La ceca, ormai padrona del gioco, ha raddoppiato il vantaggio sul 4-2 chiudendo poi con un gran servizio. Domenica la seconda grande finale della sua stagione partita ben fuori dalla top-100 e che la vedrà (almeno) al numero 10 del mondo a partire da lunedì. Un traguardo meritatissimo e arrivato in maniera incredibile.
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