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Gauff rompe la maledizione-Swiatek: prima finale ‘1000’ in carriera

[7] C. Gauff b. [1] I. Swiatek 7-6(3) 3-6 6-4

Finalmente, all’ottavo tentativo, Coco Gauff è riuscita ad abbattere quello che è da sempre stato fin qui il suo grande muro: Iga Swiatek. La polacca aveva rappresentato per lei un ostacolo impossibile da fronteggiare. Non era solo il 7-0 nei precedenti confronti diretti, ma come queste vittorie arrivavano: set pressoché sempre conclusi con risultati dominanti in favore della polacca, spesso troppo favorita sulla diagonale di dritto. Oggi no, oggi è un’altra storia.

Si intuiva che qualcosa di nuovo potesse accadere perché questa Gauff, finalmente, sta giocando in maniera libera e convinta come non la si vedeva da tantissimo tempo e ora Swiatek è battibile. O meglio: è giocabile, perché per batterla soprattutto quando arriva nelle fasi finali dei tornei serve una prestazione di gran lunga superiore a ogni altra. Coco aveva una chance concreta oggi, in un momento dove la numero 1 del mondo non è ancora solida e dominante, e l’ha presa con grande coraggio e bravura, imponendosi 7-6(3) 3-6 6-4 in quasi tre ore di gioco e qualificandosi per la prima finale ‘WTA 1000’ della carriera.

A Cincinnati è andata in scena una gran partita, perché c’era una convincente Gauff che fin dalle prime battute cercava di fare qualcosa di più del solito contro la sua più grande maledizione. Mai prima d’ora Iga aveva perso una partita contro un’avversaria più giovane di lei e poteva, questa serie, andare avanti ancora oggi se fosse stata più concreta nel primo parziale nelle due occasioni in cui ha avuto un break di vantaggio. Se ieri era mancata la risposta nel primo set contro Marketa Vondrousova, oggi è stata una prestazione più lineare e convincente seppur ancora abbastanza lontana dai suoi standard di continuità e di fatti nei momenti chiave della prima frazione non è stata mai veramente convincente a cominciare dal servizio che per quanto sia stato solido fino al 4-2 da lì in poi ha subito parecchio. Malgrado tutto, le occasioni vere ci sono state: 6-5 15-40, in risposta, spingendo bene contro il dritto della statunitense. Su quei due set point consecutivi però Coco ha giocato benissimo, servendo due ottime prime potenti e ingiocabili, per raccogliere poi i primi errori di una polacca a quel punto molto frustrata e nervosa, che ha perso in tutto otto punti consecutivi fino allo 0-4 nel tie-break. Ha dimezzato lo svantaggio, ma non ha saputo fare di più.

L’esultanza di Gauff alla conquista del primo set è stata di chi sta veramente bene e sentiva già lì di esserci e di poter prendere la vittoria, caricando il pubblico ovviamente quasi tutto per lei come beniamina di casa. Il dritto, tasto dolente di tutti i loro match precedenti, reggeva abbastanza bene. C’erano errori e colpi scentrati, ma in difesa da quel lato riusciva a rigiocare molte palle e Swiatek stessa non sempre pur spingendo aveva il comando perché non sempre faceva male. Coco, col rovescio, cercava più che altro di alzare la traiettoria e poi colpire in lungolinea per mandare l’avversaria in fase difensiva e questo faceva abbastanza male. Così, il match era molto equilibrato. Swiatek partiva meglio nel secondo set e si portava abbastanza comodamente sul set pari, e nel terzo continuava questa situazione di grande equilibrio finché sul 3-3 Iga capitava in un brutto game al servizio e perdeva la battuta. Finita? No, mai con Swiatek in campo. Gli ultimi game al servizio per Coco sono stati i più difficili: prima non chiudeva da 40-0, poi da 40-15. In entrambi ha dovuto cancellare palle break, ma il suo grande coraggio sulle seconde di servizio (vinceva meno del 20% dei punti nella prima ora e mezza di gioco) è stato premiato per una vittoria di enorme importanza per lei a dare ancor più fiato a un periodo speciale.

Domani, contro Aryna Sabalenka o Karolina Muchova, giocherà per il titolo. Swiatek invece torna ancora “a casa” in maniera un po’ mesta. Ha mostrato segnali di ripresa in un match importante, ma c’è ancora abbastanza da lavorare. Rimane, ancora oggi, un’avversaria che è capace pur non giocando al meglio di vendere carissima la pelle come forse nessun altra nel circuito WTA, e questo non fa che rendere ancor più merito alla numero 7 del seeding che da tempo desiderava una giornata così.

Diego Barbiani

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