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05 Mag 2023 01:17 - WTA
WTA Madrid, Swiatek vola verso un’altra finale: Kudermetova fa 2 game, nuova sfida a Sabalenka
di Diego Barbiani
[1] I. Swiatek b. [12] V. Kudermetova 6-1 6-1
Per la seconda volta costretta a fare abbastanza tardi, Iga Swiatek non ha ripetuto l’errore fatto contro Ekaterina Alexandrova ma anzi ha disintegrato Veronika Kudermetova, riuscendo a uscire dal campo appena dopo mezzanotte con in tasca la qualificazione per la quarta finale stagionale, la prima della carriera a Madrid.
Già i confronti diretti tra le due lasciavano poche speranze concrete alla russa, aggressiva e pericolosa ma probabilmente senza le forze necessarie per affrontare una partita dove aveva bisogno di molta più resistenza nell’aspetto psicologico perché, soprattutto nel secondo set, qualche spiraglio per far meglio c’era ma non è questa la tipologia di partita che vuole fare. Stasera si è trovata anche a dover spingere quattro, cinque, sei volte per avere un punto contro l’enorme difesa della polacca che ai numeri, tra vincenti ed errori, non ha particolarmente brillato ma come spesso ormai le capita sa essere cinica e disarmante.
La partita è terminata 6-1 6-1, continuando una serie che vede la giocatrice di Varsavia ormai dilagante: 6-3 6-3 nel 2020 allo US Open, 6-1 6-0 nel 2021 a Indian Wells, 6-0 6-1 quest anno a Doha. Oggi, per essere, la percentuale di prime palle in campo nel set di apertura è stata molto bassa: 39%. Eppure, 6-1. E mancando tre chance consecutive di break sul 3-0 0-40.
La seconda di servizio sta funzionando, nel corso di questo torneo, piuttosto bene. Non è quello il colpo che spicca, ma già ricevere un numero di risposte vincenti che si contano sulle dita di una mano, con queste giocatrici come Kudermetova, vorrebbe dire fare un’ottima prestazione. E di fatto si è basata molto sull’essenziale ma facendolo spesso diventare efficace. Buone seconde palle in kick, cariche, fastidiose, e poi da fondo campo faceva lavorare dritto e rovescio a piacere in un palleggio in pressing costante o aprendo gli angoli e facendo correre la russa che perdeva inevitabilmente campo (e fiducia). Salvato quel game sullo 0-3, Kudermetova poteva magari trovare uno spunto maggiore sulla scia degli ultimi punti di quel quarto game, invece Iga in pochi attimi era già 40-0 con due buone seconde palle che le hanno consegnato il punto facile da chiudere sul colpo successivo e una prima di servizio sulla riga, al corpo.
Quel 39% non dovrà ripetersi nella finale, per non concedere troppo a una Aryna Sabalenka che non vede l’ora di vendicarsi della recente sconfitta di Stoccarda. La percentuale nel secondo parziale è già stata migliore, con addirittura il 65%, eppure qualche sbavatura in più c’è stata. Ha sempre corretto tutto, vinto ogni punto importante, però sì con Kudermetova che cercava di far più male col proprio dritto lei aveva un paio di sbavature col rovescio. Una soprattutto ha rischiato di essere abbastanza fastidiosa sul 4-1 e servizio, 15-30, perché concedeva dal nulla due palle per un possibile controbreak. Di nuovo, spalle al muro, ha giocato i punti migliori cancellando benissimo ciascuna delle quattro chance offerte in quel turno di battuta. Avanti 5-1, a quel punto, Swiatek ha raccolto i resti di una Kudermetova che aveva alzato bandiera bianca, con un doppio fallo sul 30-30 e una palla corta senza criterio sul match point da salvare.
Finita così, con la diciassettesima finale WTA ottenuta dalla numero 1 del mondo che ritroverà davanti Sabalenka per la seconda volta in stagione, l’ottava in carriera. Le due vengono da una bella sfida a Stoccarda, vinta dalla polacca 6-3 6-4 e che l’ha portata 5-2 nei confronti diretti. Entrambe han giocato davvero bene quel giorno, sempre al limite nella concentrazione, nella precisione e nell’intensità. A deciderla, un leggero calo di Aryna tra fine del primo e inizio del secondo set. Però già in Germania hanno mostrato perché sono attualmente numero 1 e 2 del mondo, con la possibilità sempre più concreta che tra non molto le posizioni delle due potranno invertirsi, ma nei fatti la sostanza non cambierebbe più di tanto sul loro valore assoluto.