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ATP Roma: la seconda semifinale è Medvedev-Tsitsipas

L’avversione di Daniil Medvedev per la terra battuta è ben nota, al limite del proverbiale. Persino Jannik Sinner ci aveva scherzato su, dopo aver perso con il russo la finale del Master 1000 di Miami. Solo qualche settimana fa, a Monte-Carlo, l’attuale numero 3 ATP dichiarava, fra l’altro: «Non c’è ritmo sulla terra. Ogni rimbalzo è un cattivo rimbalzo. E anche quando è un buon rimbalzo, non te l’aspetti, per cui non puoi entrare in un ritmo». E ancora: «Faccio sempre fatica sulla terra, ogni partita è una lotta. Ma», concludeva, «ho fatto delle belle partite sulla terra».

Negli ultimi tempi, in effetti, qualcosa è cambiato, e l’elenco delle buone partite sul rosso sta facendosi sempre più nutrito. Una riga ulteriore si è aggiunta oggi sul centrale del Foro Italico, con Daniil che ha liquidato Yannick Hanfmann con un periodico 6-2, approdando così al penultimo atto degli Internazionali.

Per lui è la seconda semifinale in carriera in un “1000” sulla superficie più lenta, dopo quella raggiunta nel Principato quattro anni or sono, allorché batté nei quarti Djokovic per poi arrendersi a Lajovic. E dire che a Roma, prima di quest’anno, Medvedev non aveva ancora vinto un incontro: tre partecipazioni, altrettante sconfitte al debutto…

Oggi, in assenza di Jannik, il centrale ha provato ad adottare Yannick, sostenendolo nella caccia all’impresa. Il n. 101 ATP, partito dalle qualificazioni, era ovviamente stanco dopo le fatiche accumulate nei giorni scorsi, con i successi, fra gli altri, su Fritz e Rublev, oltre che sull’azzurro Cecchinato. Per lui si trattava del settimo incontro nel torneo, per il rivale solo del quarto.

Pronti, via, ed è giunto subito il break a zero per il russo. Hanfmann ha provato a reagire e, sfruttando qualche difficoltà di Daniil in battuta (al termine, 56% di prime, 37% di punti sulla seconda e ben sette doppi falli, pur compensati da otto ace), ha immediatamente messo a segno il controbreak.

Il tedesco provava a variare gli schemi, attaccava con il drop-shot, cercava soluzioni inattese. Medvedev, dal canto suo, si limitava perlopiù ad attenderlo al varco, ben consapevole della differenza di valore e del fatto che non fosse certo lui a doversi inventare qualcosa.

In breve il moscovita è salito 5-1 e, al servizio sul 5-2 15-40, ha stroncato ogni velleità di possibile rimonta infilando quattro punti con queste modalità: ace, devastante combinazione servizio + diritto, altro ace, servizio vincente.

Tutto facile anche nel secondo parziale, in cui Medvedev si è issato sul 2-0 e poi sul 4-1 e servizio. Ha restituito uno dei due break, ma se l’è subito ripreso, chiudendo nuovamente 6-2.

Per il trentunenne di Karlsruhe, tennisticamente più giovane dell’età anagrafica (prima di tentare l’avventura nel circuito, si è laureato nel 2015 in Relazioni Internazionali alla University of Southern California), si è concluso così un percorso che resterà comunque scolpito nella sua memoria. Hanfmann vantava un career high al n. 92, toccato nel maggio di due anni fa, e a fine febbraio era solo n. 153. La proiezione del prossimo ranking, con il piazzamento nei quarti, lo vede al n. 64.

Medvedev, intanto, prosegue senza incertezze il cammino nelle quasi inedite vesti di “terraiolo”. L’unico a strappargli un set, fin qui, è stato lo spagnolo Bernabe Zapata Miralles al terzo round. Tra lui e la finale resta solo un ostacolo, senz’altro più duro rispetto a quelli fronteggiati fin qui: Stefanos Tsitsipas.

Il greco, quinto del seeding, ha fatto propria la sfida serale con Borna Coric, superando il croato con il punteggio di 6-3 6-4. Dopo le interminabili attese giornaliere e le sudate notturne dei giorni scorsi, Tsitsipas ha giocato, con ogni probabilità, il miglior incontro del suo torneo, esprimendosi con buona continuità e assumendo con autorità il comando degli scambi.

Non era semplice fronteggiare un avversario che, nei precedenti, lo aveva battuto per tre volte su cinque. E, analizzando il dettaglio, il bilancio degli head to head si faceva ancor più netto: le due affermazioni del greco erano giunte una per ritiro, sul 4-1 nel primo set agli Internazionali 2018, e l’altra, nel gennaio scorso, per 7-5 al terzo nella United Cup in Australia, di fatto nulla più che un torneo esibizione a squadre miste, che però l’ATP contempla nelle statistiche.

Nel mezzo, tre affermazioni consecutive di Coric: al tie-break del quinto agli US Open 2020 (con sei palle match mancate dall’ateniese, che conduceva due set a uno e 5-1 nel quarto) e, nel 2022, in due set nella finale di Cincinnati e ancora per 7-6 nel set decisivo a Vienna. Insomma, si può dire che quella odierna, seppure ufficialmente porti il computo in parità, sia da considerare in realtà la prima vera affermazione di Stefanos senza se e senza ma.

Coric – che con la recentissima semifinale a Madrid è risalito al numero 16 ATP – è rimasto pienamente in partita fino all’ottavo game della frazione d’avvio, quando ha ceduto la battuta. Al servizio per il set, Tsitsipas non ha tremato, dovendo però annullare due chance di fila per il controbreak, a testimonianza di un Borna tutt’altro che domo.

Il finalista degli ultimi Australian Open è sembrato comunque prendere il largo, quando ha strappato la battuta al rivale nel terzo gioco del secondo parziale ed è salito sul 4-2, sfiorando persino un nuovo break nel settimo game. È stato lui, invece, subito dopo, a riammettere sorprendentemente in partita Coric, con un imprevisto passaggio a vuoto che gli è costato l’aggancio sul 4 pari. Sul più bello, però, il ventiseienne di Zagabria, però, si è smarrito, facendosi brekkare ancora e consegnando la vittoria al più blasonato antagonista, più che mai deciso a evitare ulteriori rischi.

Dunque, nonostante la precoce uscita di Carlos Alcaraz, la parte bassa del tabellone avrà una semifinale di inconfutabile nobiltà. I rapporti tra Medvedev e Tsitsipas sono tutt’altro che cordiali fin dalla prima sfida, andata in scena a Miami nel 2018. Anche solo qualche giorno fa, come testimoniato da un video divenuto virale in rete, i due, incrociatisi lungo il ponte che porta dal centrale alla players lounge del Foro Italico, si sono platealmente ignorati.

Quello di sabato sarà il dodicesimo head to head, con l’attuale n. 3 in vantaggio per sette successi a quattro. Il russo, però, ha vinto nelle prime cinque occasioni, tra il 2018 e il 2019, mentre in seguito è stato spesso messo in serie difficoltà dal greco, che si è imposto negli ultimi due incontri, lo scorso agosto in semifinale a Cincinnati (prima di perdere con Coric…) e a novembre nel round robin delle Finals di Torino. Due i confronti sul rosso, con un’affermazione per parte: Medvedev ha prevalso a Monte-Carlo 2019, Tsitsipas al Roland Garros 2021.

Fabrizio Fidecaro

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