di SALVATORE SODANO Queste grandi competizioni internazionali a squadre al femminile, la prima fondata nel 1923 come “Wightman Cup”, equivalente della “Coppa Davis”, con nuovi format e denominazioni, si disputano da oltre un secolo. La prima, che prendeva la denominazione dal nome della grande signora del tennis americano Hazel Wightman, fu disputata sin dal 1923 […]
Dopo il buon esordio nel suo primo match nel WTA 500 di Stoccarda, Iga Swiatek si è presentata di fronte alla stampa con qualche iniziale impaccio per le forti luci proiettate negli occhi.
La polacca, al primo match da circa un mese, ha concluso la sua prova con un convincente 6-1 6-4, anche se non si è detta troppo soddisfatta. Abbastanza da darsi un 8 su 10 in una improvvisato botta e risposta con noi nel bel mezzo della conferenza stampa, ma a quello ci arriveremo.
Prima l’argomento extra campo: una giornalista ha chiesto a Iga della decisione che il Comitato Olimpico Internazionale sembra sempre più intenzionato a prendere, riammettendo russi e bielorussi negli sport internazionali motivandola come una giustificazione di “diritti umani” da rispettare. Swiatek ha detto: “Sì beh, il tema dei diritti umani è molto importante, ma ci sono valori che devono essere rispettati allo stesso modo, e la guerra non è quanto noi vogliamo in questo mondo. Sono sempre stata piuttosto chiara su questa posizione, fin dall’inizio. La situazione ora è piuttosto complicata perché all’inizio non abbiamo avuto tutti una posizione chiara. Molti sport hanno deciso di bannarli, questo non è accaduto nel tennis. Poi le cose sono un po’ cambiate, alcuni sport hanno cominciato a riammetterli, cosa che crea confusione perché di fatto non è cambiato nulla in Ucraina nel frattempo, se non peggiorato. Le città ucraine sono sotto costante attacco e molti atleti ucraini stanno combattendo in guerra e molti stanno morendo. Fa male, davvero, e vorrei che qualsiasi decisione si prendesse lo sport possa in qualche modo unire anziché separare ma allo stesso modo ci sono molte tensioni e può essere duro e complicato fare questo passo. E quindi vediamo, io non posso avere grande influenza in queste cose”.
Per quanto riguarda la partita, per spiegare come abbia risolto i complicati momenti dal 4-3 al 5-4, la numero 1 del mondo ha detto: “Ho dovuto alzare l’intensità, sono riuscita a tornare quella di inizio partita. Sono abbastanza contenta di come abbia giocato, penso che quel passaggio a vuoto dove ho perso due, tre game sia anche dovuto alla pausa che ho preso. Anche se sono un po’ arrugginita, posso comunque giocare un buon tennis”.
A proposito di questa ruggine e di questo suo non accontentarsi, le abbiamo chiesto un voto alla sua prova. Da lì è nato il nostro dialogo:
“Che voto ti daresti da uno a 10? Hai spesso fatto riferimento a come ti senti perfezionista e che non sei mai particolarmente soddisfatta”
“Mh, direi otto”
“Guardando la partita, nei primi game la tua prima di servizio stava un po’ mancando come percentuale…”
“Lucky?” (noi abbiamo detto “lacking”, “mancando”, lei ha capito “lucky”, “fortunata)
“No, lacking”
“Ah ok, scusa”
“No solo mi chiedevo se avessi cambiato qualcosa, diminuire un po’ la velocità, o se fosse solo una questione di riprendere ritmo”
“Dici che il mio servizio andava male all’inizio?”
“No no, solo la percentuale della prima era ancora sotto al 50% dopo i primi tre game”
“Nel primo set?”
“Sì, proprio nei tuoi primi tre game al servizio”
“Davvero? Ah ok. Beh io credevo fosse andato tutto bene. Forse a dir la verità è anche per non aver servito granché in queste tre settimane, e allora forse non ci ho messo tanta attenzione a quante prime fossero. Anche perché sulla terra battuta le seconde possono far ugualmente male, se non di più. Quei game son stati piuttosto solidi, e non sapevo davvero la percentuale fosse quella, scusami”
“No ma poi dicevi di essere un po’ arrugginita, poi con quel problema può anche capitare”
“Beh, sì, come dicevo non ho proprio fatto servizi per due settimane. Era l’unico movimento che mi era proibito. Penso che tornerò bene passo per passo”