[10] E. Rybakina b. [2] A. Sabalenka 7-6(11) 6-4
Era destino. Un po’ per la legge dei grandi numeri, un po’ perché la prestazione offerta da Elena Rybakina in semifinale aveva avvisato che fosse pronta per infrangere il tabù “Aryna Sabalenka”, sempre vittoriosa contro di lei nei quattro precedenti confronti. E oggi si è concretizzata la nuova giornata di gloria della kazaka, che dopo Wimbledon ha messo in bacheca uno dei tornei WTA più importanti della stagione come il ‘1000’ di Indian Wells dopo aver battuto la numero 1 e la numero 2 del mondo tra semifinale e finale.
V per Vendetta, V per Vittoria. Rybakina si è presa la rivincita in una circostanza di enorme valore, malgrado non siamo su un palcoscenico di valore come uno Slam, ma quanto visto fin qua è stato l’ennesimo torneo partito in sordina ed esploso poi quando di fronte ha avuto la prima “big”, nel caso californiano Iga Swiatek.
Oggi è stata una partita ancora una volta molto equilibrata. I precedenti presentavano qualcosa così, con le percentuali al servizio che divenivano determinanti per capire chi riuscisse a farsi aggredire meno in risposta. Per buona parte del primo set Rybakina sembrava quella più in affanno, con Sabalenka che trovava modo di farle male anche quando rispondeva alla prima palla e a nulla sembrava potessero servire i vari ace messi a segno. Fino alla volata conclusiva del parziale la percentuale con la prima della kazaka era attorno al 50%, stesso valore dei punti ottenuti. È riuscita a cancellare il brutto game sul 2-2 grazie al primo blackout della numero 2 del mondo quando al servizio, dopo aver subito l’attacco sulla sua seconda palla, ha commesso il quinto doppio fallo per lo 0-30. Rimontava fino al 30-30 ma una nuova seconda palla vedeva Rybakina entrare in campo col rovescio incrociato. Sulla palla break, un nuovo doppio fallo consegnava la parità.
Per quanto sono stati costanti e continui i discorsi sul suo servizio e i miglioramenti ottenuti grazie al tecnico bio-meccanico che l’ha aiutata qualche mese fa, oggi Sabalenka è tornata molto vulnerabile. Fermata la fuga, Rybakina è riuscita a passare avanti nel punteggio. Aryna sotto 5-6 ha offerto il primo set point (col settimo doppio fallo) salvato però da una brutta scelta tattica della kazaka che malgrado fosse entrata bene nello scambio ha poi forzato troppo col rovescio incrociato in una fase ancora di palleggio. Si è arrivati al tie-break, cominciato con un passante spettacolare della bielorussa su un bell’attacco in slice della kazaka, e si è concluso coi nervi di entrambe che stavano per saltare.
Dal 5-5, soprattutto, la tensione è divenuta palpabile: un grave errore di Sabalenka col rovescio dopo un’ottima prima consegnava il secondo set point all’avversaria, che però non sfruttava il servizio a disposizione non angolando la battuta e trovandosi la risposta di Sabalenka addosso. Aryna, presasi un secondo punto in risposta, ha avuto la sua chance sul 7-6 ma ha sprecato tutto con l’ottavo doppio fallo prima di perdere anche il punto successivo su un rovescio molto profondo della kazaka. Elena, sull’8-7, sprecava tutto col primo doppio fallo della sua partita ma riusciva se non altro a tenersi avanti. Sabalenka annullava il quarto match point con una prima al centro pressoché risolutiva, ma il nono doppio fallo consegnava il quinto set point all’avversaria. Sul 10-9 Rybakina, ancora una volta, non angolava il servizio e Sabalenka riusciva a far partire lo scambio con una pallata profonda che le ha dato il comando. Sul 10-10, di nuovo, veniva attaccata dalla risposta e non riusciva a gestire il punto. Aryna, sull’11-10, non riusciva a chiudere ricevendo lo stesso trattamento su una sua seconda di servizio e, sull’11-11, ha commesso il decimo doppio fallo del set. Finalmente, dopo tanto penare, Rybakina è riuscita a chiudere: ancora una volta non angolava la battuta, ma dopo aver retto all’aggressione in risposta ha trovato l’ultimo errore col dritto della rivale.
Un primo set di quasi un’ora e 20 minuti ha segnato, inevitabilmente, l’inizio del secondo. Sabalenka al servizio era molto negativa e ancora colpita dalla fine del primo parziale, subendo un break quasi preventivatile, tenendo una faccia devastata e sconfortata mentre Rybakina attaccava sistematicamente ogni sua seconda palla. L’allungo della kazaka sul 2-0 ha segnato un primo piccolo solco che già sul 3-1 poteva ampliarsi ulteriormente. Aryna è riuscita a rimanere agganciata, ma la fortuna le ha detto contro perché in quel cambio campo ha cominciato ad alzarsi il vento, forte, che ha regalato un game molto facile all’avversaria trovatasi a favore di vento e un secondo break col dritto che lasciava andare vincenti di fronte a una bielorussa poco preparata e costretta a indietreggiare. Eravamo sul 5-2 e servizio Rybakina, ma Elena si è trovata a dover servire controvento e contro un’avversaria che da quel momento ha lasciato andare ancor di più il braccio. Lei era un po’ bloccata, Aryna approfittava della situazione per rifarsi sotto, ma sul 5-4 Rybakina ha trovato subito un’ottima prima al corpo resa ancor più ingestibile dal vento, poi una seconda molto veloce non trovava la risposta della bielorussa. Nemmeno il doppio fallo del 30-15 ha riaperto uno spiraglio, perché il dritto in avanzamento successivo le dava due match point capitalizzando tutto col primo.
Dopo Wimbledon, Indian Wells, in mezzo la finale dell’Australian Open. Rybakina ormai è una buona realtà.
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