M. Trevisan b. [24] A. Ostapenko 6-3 6-3
[10] E. Rybakina b. E. Mertens 6-4 6-3
Quando Martina Trevisan lasciava Indian Wells, due settimane fa, aveva un broncio importante. Sentiva di aver gettato al vento una buona chance di fare strada dopo la sconfitta al terzo turno contro Karolina Muchova. I campi californiani, abbastanza lenti, uniti al suo gioco che lei stessa descrive fatto di lotte e grandi scambi potevano darle soddisfazioni in una zona di tabellone che sembrava abbastanza libera dopo l’uscita di scena di Ons Jabeur. Era però una Trevisan diversa rispetto alle prime uscite annuali, che stava ritrovando buone sensazioni e, con anche un po’ di fortuna, è ora ai quarti di finale del WTA 1000 di Miami.
“Fortuna”. Lo specifichiamo subito: questa era la zona di tabellone presidiata da Iga Swiatek, che fin qui in carriera non aveva ancora subito problemi fisici così rilevanti come il dolore al costato degli ultimi giorni a Indian Wells. Lo scorso anno aveva rinunciato a Madrid, quest anno ad Adelaide, ma erano sempre motivi precauzionali per gestire meglio i periodi più densi del calendario. Stavolta però il forfait della numero 1 del mondo è stato importante perché ha completamente aperto una zona di tabellone dove Martina è stata bravissima a inserirsi e a prendere le sue chance, compresa la vittoria odierna per 6-3 6-3 contro una Aljona Ostapenko troppo fallosa per far partita contro chiunque.
Parlando del match ci limiteremmo a dire che se la lettone teneva la palla in campo, Trevisan poteva poco o nulla se non aggrapparsi al proprio servizio per non farsi aggredire da subito. Il problema però è che malgrado 23 vincenti, per la campionessa del Roland Garros 2017 ci sono stati momenti importanti dove mentalmente non era “lì” e l’atteggiamento generale era di chi avesse mollato la presa già a metà del primo set quando è scivolata indietro di un doppio break e si è sfogata lanciando la palla contro i teloni. È riuscita a evitare l’1-5 con un primo controbreak da 40-15, ha avuto una fase con otto punti consecutivi, ma ha sbagliato completamente il game in risposta sul 3-4 tornando in grande affanno mentalmente nel turno di battuta successivo.
Trevisan faceva un ottimo lavoro, che oggi era più non perdere la concentrazione e non voler strafare per respingere gli attacchi dell’avversaria. Aveva bisogno di una partita leggera dopo le quasi tre ore e 20 minuti dell’altra sera contro Claire Liu, anche se fisicamente sembra stare davvero bene. Un quarto di finale in un 1000, poi, è un toccasana importante per morale e classifica visto che potrebbe anche lasciare la Florida come top-20 a seconda di alcuni risultati in arrivo già oggi.
Nel secondo parziale ha cominciato perdendo un nuovo turno di battuta dal 40-15 e ancora una volta si è vista, a sprazzi, la Ostapenko le avrebbe dato molto più fastidio fosse stata in grado di gestire la partita con un atteggiamento diverso. Risposta vincente, risposta vincente per la parità e da lì o l’azzurra serviva in maniera coraggiosa, o era in affanno continuo. La lettone, alla quinta chance, ha brekkato ed è salita 2-0. Sembrava in una fase finalmente positiva, ha cominciato il terzo game azzeccando una grande risposta col dritto in lungolinea, ma da lì di nuovo il vuoto e rapidamente l’azzurra ha pareggiato i conti ed è scappata sul 5-2, chiudendo con relativo agio sul 5-3.
Ai quarti di finale, sesta italiana nella storia del torneo (la prima dopo Sara Errani e Roberta Vinci nel 2013), attende Elena Rybakina, che pur non brillando si è imposta 6-4 6-3 contro Elise Mertens. La kazaka a fine partita ha pure ammesso nell’intervista in campo di non essere soddisfatta del proprio livello. Andrew Krasny le chiedeva: “Cosa ti è piaciuto di più oggi? Hai servito bene, hai avuto ottimi colpi da fondo…”. Lei prima di rispondere ha leggermente fatto una smorfia in volto, dicendo poi che ha forse avuto buone sensazioni col servizio, finendo ancora una volta in doppia cifra con gli ace, ma di fatto c’era tanto da rivedere e da lavorare.
Rybakina che, in ogni caso, si era messa un po’ nei guai da sola perdendo completamente la prima palla di servizio sul 3-3, dal 40-40, andando sotto di un break in un momento potenzialmente decisivo. L’ha salvata, al di là della sua pressione da fondo campo e qualche bella soluzione, l’enorme numero di doppi falli che Mertens ha commesso in questi frangenti, tra fine del primo set e inizio del secondo. Saranno nove totali, sei giunti nei tre turni di servizio dal 4-3 per lei allo 0-3 nel secondo parziale. La kazaka così si levava dai problemi, prendeva il primo set e creava già un importante margine tra lei e la belga anche nel secondo. La qualità però latitava, molto discontinua e fallosa, come nei giorni precedenti. Se contro Paula Badosa aveva concluso con 60 vincenti e 56 errori non forzati, oggi si è fermata a 26 vincenti e 22 errori gratuiti.
Malgrado il set e il 3-0 di vantaggio, sei game consecutivi, Rybakina ha faticato parecchio nei suoi turni di servizio. Ha dovuto annullare quattro palle del controbreak sul 3-1 e ha avuto bisogno di altrettanti match point per chiudere la partita. Ha detto di un adattamento ai campi non ottimale, anche causato da una stanchezza crescente. Il sogno Sunshine Double per lei è ancora in piedi, ma non sarà affatto una passeggiata.
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