[3] J. Pegula b. [26] A. Potapova 4-6 6-3 7-6(2)
Jessica Pegula è ancora costretta agli straordinari contro Anastasia Potapova, dopo il match thriller di Indian Wells di 20 giorni fa, e di nuovo è riuscita a emergere come vincitrice pur trovandosi ancor più vicina alla sconfitta rispetto al durissimo match californiano. Come nel 2022, è in semifinale nel WTA 1000 di Miami raccogliendo anche lei molti punti utili per la classifica in una fase dove la numero 1 Iga Swiatek è ai box causa infortunio, fattore che potrebbe anche incidere nel corso della stagione.
In una partita spostata di almeno un paio d’ore a causa della pioggia che dalle sei di sera fino a quasi le nove ha imperversato nella zona dell’Hard Rock Stadium, Pegula e Potapova hanno provato almeno tre volte il riscaldamento. Mandate in campo da un’organizzazione forse più speranzosa che realmente convinta, le due hanno cominciato a palleggiare per poi guardarsi intorno un po’ sconfortate e non trovando altro che qualche risata amara a rete ogni volta che l’arbitro scendeva dalla sedia a controllare il terreno di gioco e il supervisor appena dietro i pannelli pubblicitari scuoteva la testa.
Alla fine, passati i nuvoloni, hanno potuto prendere il via e come a Indian Wells è stata una partita caratterizzata da continui ribaltamenti di inerzia e scambi anche molto dispendiosi dal punto di vista fisico. Pegula è sembrata più efficace coi colpi da fondo rispetto alla partita precedente, probabilmente grazie anche alla maggiore velocità del campo della Florida, ma le risposte della russa erano un pericolo costante e la sfida, incanalatasi sui binari dell’equilibrio, vedeva strappi continui. Il 4-6 6-3 7-6(2) in favore della beniamina di casa è arrivato anche con un finale che non poteva non essere da batticuore e buona dose di tensione perché, come a Indian Wells, era Potapova quella avanti nel punteggio e come venti giorni fa la russa non ha saputo gestire bene i momenti decisivi a proprio favore.
Per quanto le due siano sembrate vicine nel livello generale c’è un motivo se Pegula a ormai 29 anni sia da tre tra le più costanti ad altissimo livello, facendo fruttare anche periodi di rendimento più opachi, mentre Potapova è sì in un buon inizio di stagione ma sembra sentire molto di più certi possibili step. Una vittoria per lei poteva voler dire la semifinale più importante della carriera e l’ingresso certificato in top-20, che ora andrà invece alla nostra Martina Trevisan. C’era tanto in ballo, proprio come a Indian Wells, e d’altronde questo continuo richiamo alla California lo si nota anche nel confronto dei due risultati: 3-6 6-4 7-5 quel giorno, 4-6 6-3 7-6(2) ora. Allora guidava 3-1 nel set decisivo con una Pegula molto frustrata e sulle gambe, perdendo però la guida nel sesto game e diventando molto tesa nei game finali. Oggi era avanti 2-0 nel secondo set e 5-3 nel terzo, con un 5-4 40-15 sul 5-4 e un 30-15 sul 6-5 e servizio. Nervi e tensione: il primo match point è saltato con un brutto rovescio dopo il servizio, il secondo al termine di un lungo scambio dove nessuna ha forzato ma la palla veniva spostata in diagonale lungo il campo e alla fine proprio Anastasia ha cercato l’uscita in lungolinea ma già dal grunt si intuiva come lo avesse fatto più per liberarsi della palla e non per decisione.
Fondamentale poi il computo delle prime di servizio in quel frangente. Potapova dal 40-15 ha messo una sola prima palla in campo su otto punti giocati, che stona parecchio col 60% che ha avuto nell’arco della partita. Pegula, sopravvissuta due volte, ha poi preso il comando del tie-break salendo 5-1. Un po’ di fortuna col drop shot a baciare il nastro e “morire” appena di là dalla rete sul 5-2 e sono arrivati quattro match point consecutivi. È bastato il primo e, ormai all’una del mattino, vendicava la bruciante sconfitta di Indian Wells dove ha lasciato il torneo al quarto turno con quattro match point non sfruttati contro Petra Kvitova. Corsi e ricorsi di questo Sunshine Double che la vedrà ora scendere in campo giovedì contro Elena Rybakina.
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