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Alcaraz si fa male e concede la rivincita a Norrie, Djokovic resta avanti. Medvedev non si ferma, vittoria anche per Hurkacz

Ancora tre continenti pieni di tennis, che fanno di febbraio uno dei mesi più interessanti dell’anno, anche se – e forse proprio per questo – lontano dall’attenzione del pubblico generalista, diciamo così. A Doha e a Rio si sono giocati due tornei in verità difficilmetne distinguibili da quelli della di Rotterdam e di Buenos Aires della settimana precedente, tant’è che uno ha avuto lo stesso vincitore (Medvedev) e l’altro la stessa finale (Alcaraz-Norrie).

A Doha Medvedev ha chiarito che sul cemento le cose dipendono esclusivamente dalle sue sensazioni vincendo i suoi quattro incontri senza nemmeno sforzarsi particolarmente. Sono campanelli d’allarme un po’ sinistri per Auger Aliassime, che in una settimana ha perso 4 set senza vincerne nemmeno uno, anche se a Doha almeno una volta è arrivato al tiebreak. Invece di Sinner, che ha aspettato un po’ troppo prima di ritirarsi da Marsiglia, in finale Medvedev ha trovato Murray, encomiabile e commovente quanto si vuole ma da tempo non certo competitivo contro un top10. Certo, l’intelligenza di Andy basta ancora per vincere partite buttate via dagli avversari, tant’è che lo scozzese ha annullato match point in due partite su quattro, ma appunto contro Medvedev il divario è sembrato quello che è: troppo ampio. Piuttosto c’è da preoccuparsi per la lentezza con cui Zverev cerca di tornare quello di prima dell’infortunio, perché il tedesco pare davvero molto poco convinto di quello che fa. Dal suo rientro ha perso sei partite su nove e a Dubai trova Lehecka, che poco meno di due mesi fa gli ha lasciato appena sei game. A Dubai torna anche Djokovic, vedremo se questo Medvedev sarà sufficiente anche per lui. Per gli italiani avremo Sonego, contro Huesler, e Arnaldi, proprio contro il russo.

Detto rapidamente della vittoria di Hurkacz a Marsiglia, in finale contro Bonzi, il torneo più prestigioso della settimana si è giocato a Rio de Janeiro. Alcaraz è sembrato in totale controllo anche della finale, quando il dolore alla gamba lo ha indotto a giocare senza nessun margine di sicurezza. Avanti 7-5 3-0 e 0/30 sul servizio di Norrie Alcaraz ha tirava solo vicinissimo alla riga, facendo S&V o ancora, provava dropshot come se fosse in allenamento. Nonostante si fosse sulla terra non si è praticamente mai scambiato e in un festival di break e controbreak Norrie ha prima pareggiato il conto e poi, sotto ancora di 2-0 nel terzo, è riuscito a portare a casa il match. Come dirà lo stesso spagnolo in conferenza stampa “quando non stai bene finisci per correre più rischi ed essere più aggressivo, cerchi di giocare più velocemente. In una partita contro uno in forma come Norrie, sulla terra rossa, e con l’umidità, è difficile che finisse diversamente”.

C’è stato qualche scossone nel ranking, perché Medvedev ha superato Nadal al settimo posto, e Norrie e Hurkacz hanno superato Sinner, che adesso è numero 13. A proposito dello spagnolo: questa settimana potrebbe essere superato sia da Auger Aliassime che da Rune e Hurkacz. Se due di loro ci riuscissero Nadal sarebbe fuori dalla top10 per la prima volta dopo l’aprile del 2005, quando vincendo il torneo di Barcellona diventò numero 7. Sono diciotto anni.

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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