[5] A. Sabalenka b. [22] E. Rybakina 4-6 6-3 6-4
Aryna Sabalenka è una nuova campionessa Slam. Un trionfo annunciato da anni, per le qualità che la bielorussa sa mettere in campo, ma che è passato da mille peripezie anche personali in una crescita che ha vissuto tante batoste e problemi. Un anno fa in Australia combatteva con se stessa per tenere i doppi falli sotto la doppia cifra, girovagando per il campo quasi dispersa, oggi ha concluso trionfante la finale dell’Australian Open con forse la miglior prestazione in termini di ace e servizi vincenti della carriera. Il tutto dopo un set di apertura non perfetto, il primo perso da inizio 2023.
Non è riuscito il bis a Elena Rybakina, che dopo il trionfo a Wimbledon si è arresa alla grande forza di una rivale capace di batterla quattro volte su quattro fin qui in carriera e sempre arrivando al set decisivo. C’è poco tra le due, come differenza, ma alla numero 5 del seeding gioca forse a suo favore la grande spregiudicatezza nel non aver paura a tirare ogni seconda palla di servizio, per esempio, nel game in cui doveva chiudere la partita, esponendosi al doppio fallo sul primo match point ma continuando incessante finché alla quarta occasione non è arrivato il punto che l’ha spedita nel paradiso tennistico.
Ruotava tutto su pochissimi punti, lo si sapeva dall’inizio. Era fondamentale, per entrambe, avere una buona percentuale di punti sulla seconda perché era il fattore chiave dove avrebbe girato quasi tutta la vicenda in campo. Ed è forse il fatto che segna fin qui un 4-0 per Aryna davvero, però, basato su pochi attimi che fin qui le stanno dando ragione.
Per tutto il primo set il servizio della kazaka è stato quasi intrattabile. Con la prima palla, soprattutto, non si giocava. Sulla seconda si difendeva relativamente bene, a parte il passaggio a vuoto sul 4-3 e servizio, perché Sabalenka non era impeccabile, un po’ infastidita dalla qualità in risposta dell’avversaria che la portava in generale a non avere punti gratuiti, ad accumulare pressione ed errori. Non è stata lucida quando doveva, scivolata subito indietro di un break dove era avanti 40-0, e sul 4-4 dopo aver messo bene i piedi in campo in risposta è stata vittima della tensione per il doppio fallo sul 15-15 che l’ha riportata subito in difficoltà e un altro doppio fallo sul 15-40 regalava il nuovo vantaggio alla numero 22 del seeding che, malgrado tre seconde palle consecutive all’inizio del decimo game, chiudeva abbastanza comodamente per il 6-4.
Dal secondo, però, la situazione è cominciata a variare. L’immediato 15-40 salvato dalla bielorussa non aveva tanto la sensazione di occasione persa dall’avversaria ma di scossa, vera, per la nuova numero 2 del mondo che ha alzato fortemente la qualità in risposta, con un livello che Rybakina non ha potuto tenere andando indietro di un break quasi subito e dovendo salvare 15-40 sia sull’1-4 sia sul 2-5. Nel frattempo, però, aumentavano sempre più gli ace di Sabalenka che al servizio sembrava ormai ingestibile e continuava nel terzo set questo trend fin quando sul 3-3 ha riaperto un nuovo game da 30-0 e sfruttato qualche seconda palla di troppo dell’avversaria per il break che ha deciso la partita, prima però di vivere un game finale da batticuore.
Sul 30-30 il diciottesimo ace di Aryna le ha dato il primo match point. Ormai era senza alternative e sulla seconda è arrivato il primo doppio fallo da un set, con la palla lunga di nulla dall’essere vincente. Da lì è stato un batti e ribatti spettacolare, con tante occasioni dove la bielorussa è stata superiore e la kazaka non accennava comunque a mollare. Alla quarta chance, in uno scambio abbastanza lungo per gli standard odierni, Rybakina non ha tenuto in campo il dritto che ha dato il titolo, il primo e tanto atteso in un Major, a Sabalenka, crollata a terra e che ha finalmente lasciato andare tante emozioni. Stavolta tutte positive.
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