Con una nota ufficiale, la WTA ha annunciato che al termine dell’indagine compiuta da un organo indipendente la sospensione nei confronti di Stefano Vukov rimane in corso. Non ci sono tanti dettagli aperti al pubblico, comunicano che per rispetto delle persone interessate non vogliono rivelare gli argomenti presi in considerazione ne in cosa consista questa […]
Nella splendida cavalcata di Madison Keys all’Australian Open c’è un enorme senso di rivalsa personale. Parliamo di una delle migliori persone che girano nel circuito femminile, ma che aveva sulla propria schiena l’etichetta di “eterna incompiuta” ormai sempre più netta. Giocatrice che arrivò con un bagaglio di attese enormi da chi cercava in tutti i modi di proporre al mondo una nuova Serena Williams. Lei e Sloane Stephens, oltretutto amiche legate da un filo indissolubile, hanno fatto i conti con pesi e aspettative troppo importanti vista anche la mole sconfinata di infortuni che soprattutto Keys ha dovuto attraversare.
Per un curioso allineamento di pianeti, le due si trovarono una di fronte all’altra nella finale dello US Open 2017 con Sloane rientrante da un paio di mesi dopo un brutto infortunio al tendine della caviglia e con i video di lei ancora a fine aprile che rimetteva per la prima volta entrambi i piedi a terra e ricominciava di fatto a camminare mentre Madison aveva perso circa otto mesi in un calvario personale col polso che non guariva e l’avrebbe tormentata anche successivamente. La partita aveva un tono di festa, ma si spense quasi subito perché già dopo due game Keys cominciò a guardare il proprio angolo con sguardo perso, Lindsay Davenport aveva il volto cupo e pochi minuti dopo Stephens dilagò sfruttando la tensione e qualche fastidio muscolare che bloccò del tutto l’avversaria. E Keys ha parlato a lungo in questi giorni di cosa volesse dire per lei quel ricordo. Nel pomeriggio di quel settembre aiutava la sorella minore coi compiti, anche per continuare con la normalità della vita quotidiana e non farsi ossessionare dal momento, ma tutto ebbe la meglio.
E oggi, col successo su Aryna Sabalenka, ha chiuso un cerchio importante e proprio Stephens è forse la giocatrice che ha lasciato il commento migliore sui social: “Non era mai questione di ‘se’, ma di ‘quando’. Meriti questo e tanto altro”.
Keys oggi ha “ribaltato il mondo”, come abbiamo titolato, perché il successo all’Australian Open è qualcosa maturato in maniera incredibile e meritata. Sette vittorie di cui cinque al set decisivo, quattro top-10 battute tra cui numero 1 e numero 2 del mondo tra semifinale e finale, con match point salvato contro Iga Swiatek e oggi aver prevalso ancora in volata nel terzo set quando le energie erano davvero poche. Ma ha retto, affidandosi ciecamente al suo braccio per uscire sistematicamente dalle situazioni più delicate. 5-5 30-30 al terzo, momento normalmente citato come spartiacque, su una risposta potente e profonda di Sabalenka si è coordinata perfettamente per colpire in controbalzo di dritto verso il lungolinea trovando una splendida traiettoria vincente. Una fiducia dettata anche dalla tranquillità acquisita nell’essere arrivata a 30 anni e aver, a parole sue, fatto un po’ pace col pensiero che non dovesse vivere gli Slam come un’ossessione per non essere mai riuscita a raggiungere l’obiettivo. Un set-back importante che è stata la via per essere più libera in campo e mettere in fila le due grandi dominatrici di questi ultimi anni con battaglie durissime. E il piccolo segreto di un cambio di racchetta che a quanto pare ha fatto miracoli, con la Yonex che è parsa tutt’uno col suo braccio fin dai primissimi minuti del primo allenamento.
È anche speciale sia arrivata a questo traguardo con a fianco l’amore della sua vita. In autunno si è sposata con Bjorn Fratangelo, ex tennista statunitense che dal 2023 la segue come allenatore dopo una relazione cominciata quasi 10 anni fa. Avranno migliaia di storie da raccontare, ma vorremmo dirvene una banale ma che ancora una volta chiude il cerchio per descrivere come l’uno abbia sempre sostenuto l’altro. Erano le qualificazioni dell’Australian Open 2018, secondo turno, e dopo una lunga sospensione per pioggia su uno dei campi laterali a Melbourne Park Fratangelo riprendeva la sua partita contro Zsombor Piros. Madison era da poco giunta in tribuna per tifarlo in breve Bjorn trovava la vittoria. Lei, andando via col team, rideva dalla gioia dicendo: “Il mio potere! Aveva bisogno di me!”. Sette anni più tardi, lei non ha mai smesso di credere in lui e viceversa, e sono arrivati a questo risultato clamoroso con anche il coach premiato sul palco. Perché a volte le storie belle hanno anche un lieto fine.