Il pagellone degli Australian Open: Sinner da 10 e lode, chi mai lo fermerà?

Sinner 10
Torniamo per un attimo a un anno fa, quando alla sua prima finale Slam si trovava sotto di 2 set contro Medvedev. Da quel momento, ha infilato 9 set consecutivi nelle 3 finali Slam giocate: vincendole ovviamente tutte. Basta e avanza questo per spiegare la capacità di questo ragazzo di alzare il livello nei momenti davvero importanti. Quando ogni punto vale doppio e agli avversari, al contrario, il braccio trema. E allora non è nemmeno un caso abbia vinto 16 degli ultimi 18 tiebreak, inclusi tutti i 4 giocati in Australia.
In questo torneo ha passato un momento difficile in ottavi, quando contro Rune sembrava dovesse andare in onda il bis di quanto visto a Wimbledon contro Medvedev. Invece stavolta ha gestito la cosa con molta più maturità, aiutato anche dalla poca lucidità (eufemismo) del suo avversario. Anche in semifinale c’è stato un momentino di panico quando a metà terzo
set ha iniziato a toccarsi l’adduttore, ma da quel momento in poi ha lasciato andare il braccio e ha vinto gli ultimi 4 games con un parziale di 16-2.
La finale ha avuto storia soltanto nel secondo set, con Zverev che ha prodotto il massimo sforzo, senza peraltro riuscire a procurarsi neanche mezza palla break. E siccome la fortuna aiuta gli audaci, un “nastro azzurro” ha dato una grossa mano a Jannik sul 4-4, regalandogli il
minibreak decisivo. Cos’altro dire? Che sul cemento sembra imbattibile con 21 vittorie consecutive negli Slam e che da quando è numero 1 ha vinto 47 partite su 50. Simply the best!

Zverev 8
Si era presentato in finale fresco e riposato, avendo trascorso 2 ore meno di Sinner in campo e avendo giocato praticamente un solo set (quello in semifinale con Djokovic) negli ultimi quattro giorni. S’era detto convinto e determinato a interrompere la maledizione del primo titolo Slam che proprio non vuole arrivare. E poverino le ha veramente provate tutte, in
particolare nel secondo set, nel quale è stato anche parecchio sfortunato nel tiebreak. Ma se vogliamo proprio essere sinceri è stato tenuto a galla soprattutto col servizio, perché in tutti gli altri aspetti del gioco è apparso lontano anni luce da Jannik. Teneva meglio sulla diagonale rovescia, ma come ci si spostava sul dritto per lui erano dolori. Riuscirà prima o poi a interrompere questo sortilegio? Le migliori chances sembrerebbe
averle sulla terra battuta di Parigi, ma bisognerà prima vedere se Alcaraz (e perché no Sinner?) sarà d’accordo. Auguri…

Djokovic 8,5
Torneo strepitoso, da applausi. Dopo il solito avvio stentato nei primi due turni, ha cambiato marcia contro il duo ceco Machac-Lehecka, prima del vero e proprio capolavoro nei quarti contro Alcaraz. Alzi la mano chi dopo il primo set avrebbe pagato mezzo euro per la sua vittoria; invece, ha saputo entrare nella testa del giovanotto spagnolo, ricordandogli per
quale motivo ha vinto 24 Slam e 40 Masters 1000 e a 37 anni passati è ancora così competitivo. Purtroppo per lui le scorie del match contro Alcaraz si sono fatte sentire in semifinale contro Zverev, così dopo aver lottato per quasi un’ora e mezza in un durissimo primo set, ha dovuto alzare bandiera bianca dopo aver perso il tiebreak. Ma merita solo
applausi. Tanti!

Shelton 7,5
Sta migliorando a vista d’occhio dal punto di vista tecnico, ma da quello mentale c’è ancora da lavorare un bel po’. Contro Musetti e Sonego l’ha portata a casa anche grazie al generoso aiuto dei due azzurri in alcuni momenti chiave, ma contro Sinner, come prevedibile, questi regali non sono arrivati e dopo aver sprecato due setpoint nel primo set, ha finito poi per
lasciarci le penne. Ma resta il suo gran torneo e i grandi miglioramenti messi in mostra sulla tenuta da fondo campo. Può entrare in pianta stabile in Top 10.

Alcaraz 5,5
Ha un talento spropositato, su una scala da 1 a 10 diremmo 9,5. Ma un’intelligenza tennistica inversamente proporzionale al suo talento (4?). C’è una dichiarazione di Djokovic a fine match che spiega meglio di mille trattati come abbia fatto a perdere un match che dopo il primo set aveva praticamente in pugno: “Mi sono accorto che era più concentrato
più su ciò che facevo io che su quel che doveva far lui”. Game, set e match Djokovic. Doccia e a casa. Detto ciò, non dimentichiamoci mai che Carlitos ha ancora 21 anni soltanto e che qui in Australia puntava a realizzare il Career Grand Slam. Quindi, pur criticandolo qualche volta,
solo tanto rispetto per questo campione. Con lui e Sinner il tennis è in ottime mani.

de Minaur 7
Poveraccio. Ha giocato un gran torneo, battendo bene tutti quelli che doveva battere e arrivando per la prima volta nei quarti nel torneo di casa. E chi si ritrova davanti? La sua nemesi, la sua bestia nera. Nerissima. Dopo un paio di game si capisce subito che, malgrado i buoni propositi, andrà come al solito. Anzi, anche peggio, dal momento che riesce a racimolare la miseria di 6 game in tre set. Con chiunque altro se la sarebbe giocata
diversamente, è stato tanto iellato.

Sonego 7
Il tribunale dei social ha già sentenziato: è stato fortunato per via del tabellone! Due osservazioni: 1) non è colpa sua se Medvedev e compagnia si sono fatti cacciare fuori contro pronostico; 2) probabilmente anche i suoi avversari sarebbero stati contenti di incontrarlo nel corso del torneo. Però poi c’hanno perso, quindi bravo lui. Anzi, bravissimo. Perché ha mostrato enormi progressi non solo nei suoi punti forti (servizio e dritto), ma soprattutto nel suo colpo di relativa debolezza, il rovescio, anche grazie al lavoro iniziato qualche mese fa con coach Colangelo. Continua così Sonny!

Monfils 7+
Avesse avuto questa testa a 22-23 anni qualche soddisfazione in più nella sua lunga carriera se la sarebbe sicuramente tolta. A 38 anni suonati caccia dal torneo il numero 4 Fritz, agguerritissimo e annunciato in gran forma. Nei quarti lotta col coltello tra i denti contro Shelton per tre set, tutti finiti al tiebreak, ma all’inizio del quarto deve arrendersi alla fatica e agli acciacchi dell’età. Ma cosa vuoi dirgli a uno così? Nulla, solo fargli tanti applausi.

Rune 6-
Quando si trova nella bagarre si galvanizza e riesce a vincere partite come quelle contro Berrettini e Kecmanovic. Ma poi di fronte a Sinner si ricorda di essere Rune e quasi regala una partita che quasi aveva in pugno, con Jannik in grossa difficoltà da metà secondo set a metà terzo. Dopo il MTO di Sinner sbaglia tutto quello che c’è da sbagliare, non azzeccando
una scelta che è una e consegnando di fatto il match all’azzurro. Che cordialmente ha ringraziato, proprio mentre lui prenotava il volo di ritorno per lasciare Melbourne.

Berrettini 5,5
Ha sprecato una grossa occasione contro Rune. Era in vantaggio 5-2 nel primo set ed ha finito per perderlo. È stato ancora in vantaggio 5-2 nel tiebreak del quarto e di nuovo l’ha perso. E allora persino Rune – non esattamente una lince – non ha potuto fare a meno di prendersi il match. Un vero peccato, perché Matteo sembrava stare bene e avremmo voluto
vedere lui in ottavi contro Sinner.

Fritz 4
Veniva dalla doppia finale persa con Sinner all’Us Open e alle Finals e per questo considerato uno dei favoriti. Col tabellone che aveva, la semifinale contro Sinner sarebbe stata il minimo sindacale, ma si fa sorprendere dal volpone Monfils e tutto questo gli vale una grave insufficienza. Ripassare prego.

Fonseca e Mensik 6,5
Impressionano subito eliminando a sorpresa Rublev e Ruud, ma – come avrebbe detto il grande Rino Tommasi – non superano “la prova del nove” e si fanno eliminare al turno successivo. Poco importa: il futuro (soprattutto per il brasiliano) sembra essere assicurato.

Medvedev: 2
Difficile dire se sia stato più deludente dal punto di vista della prestazione o da quello dell’atteggiamento in campo. Risultato: non solo ha perso una partita incredibile contro la rivelazione Tien (voto 7), ma si è anche beccato una montagna di dollari di multa. L’impressione è che Sinner e Alcaraz lo abbiano destabilizzato a livello mentale e che il vecchio Medvedev non esista più.

Rublev e Ruud 4,5
D’accordo, Fonseca e Mensik sono forse i giovani più interessanti tra le nuove leve, ma due giocatori della loro esperienza avrebbero potuto e dovuto trovare il modo di vincere contro i due junior. La prova è arrivata nel turno successivo, quando entrambi i ragazzotti sono stati
sbattuti fuori da Sonego e Davidovic Fokina. Bravi, ma non esattamente Borg e McEnroe…

Tsitsipas 3
Si fa cacciare al primo turno dal 20enne americano Michelsen (voto 7) e alla fine del match dichiara: “Mi sento un giocatore migliore rispetto a quello di qualche anno fa”. Devono averglielo fatto credere i suoi avversari: “Continua così Stefanos, che sei un giocatore migliore”. Lui, astutissimo, li ha presi in parola…

Kyrgios 2
Verrebbe da dire: tutto qui? Dopo settimane, forse mesi, passati a menare fendenti a destra e a manca, contro tutto e tutti, ce lo saremmo aspettato più agguerrito che mai e pronto a lanciare il suo guanto di sfida nientepopodimeno che contro il suo arcinemico, l’odiato Jannik Sinner. E invece? Invece succede che appena mette piede in campo si sgonfia come
un soufflé e prende una stesa storica (3-0 palla al centro) dal numero 92 del mondo Jacob Fearnley, il quale – a proposito di Australia – non sembra esattamente essere il novello Rod Laver. Ciao Nick, per stavolta è andata così. Torna pure sugli amati social a praticare il tuo sport preferito: il bla bla bla.

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