[22] E. Rybakina b. [24] V. Azarenka 7-6(4) 6-3
Elena Rybakina non era solo una storia felice ma passeggera nel Wimbledon più caotico e strano di sempre. Elena Rybakina, appena due Slam dopo, è di nuovo in finale. Con merito. Dopo aver eliminato la finalista del 2022 Danielle Collins, la numero 1 del mondo Iga Swiatek e la mina vagante Aljona Ostapenko, si è confermata come favorita contro Victoria Azarenka in un braccio di ferro diviso in tre parti: bellissimo per i primi 45 minuti, un po’ altalenante nelle fasi conclusive del set di apertura e poi andato via via spegnendosi nel secondo parziale quando la bielorussa è parsa calare in energie e spinta.
Un 7-6(4) 6-3 che, per le statistiche, non vale ancora la top-10 ma la porta ormai a un passo. E sarebbe solo la cosa più giusta, in questo momento, comunque andrà poi la finale di sabato mattina. Ancora, però, c’è da registrare una prestazione di alto livello. È mancata un po’ in un paio di momenti, prima nel tie-break e poi al servizio sul 5-2 nel secondo set, ma le è stato abbastanza semplice ritrovarsi in risposta. Per il resto, l’impressione è che se non fosse stato per una classifica macchiata dalla decisione di Wimbledon di non assegnare punti avrebbe ricevuto molte più considerazioni per le sue chance di fare bene a Melbourne Park visto che le qualità ci sono, a cominciare da un servizio con cui ricava tantissimo e anche oggi è finita in doppia cifra come ace.
Paradossalmente, è una partita che ha quasi rischiato di complicarsi ben più del dovuto. Glaciale al servizio nei primi game, vittima di una straordinaria risposta di rovescio di Azarenka sul 2-2 30-30, abile a recuperare immediatamente il break con quattro punti consecutivi dal 3-2 30-0, poi però la magia in corsa della bielorussa sul primo set point avuto ha aperto un’altra strada.
Rybakina aveva tattiche abbastanza chiare: prendere il comando in risposta possibilmente spingendo verso il centro del campo per avere una chance subito di incidere, oppure provare una risposta col dritto anomalo sul rovescio dell’avversaria. Nello scambio poi la differenza di velocità era notevole, e non era facile per Victoria star dietro a quei ritmi. Per questo, anche, Elena cercava spesso di inchiodarla sul dritto quando il tutto non si risolveva entro 1-2 colpi dal suo servizio. Recuperato quel break, con quattro punti diretti dalla battuta è andata avanti 4-3 e spingendo molto bene con entrambi i fondamentali è andata subito 15-40, dovendo però attendere una terza chance per trovare il nuovo break del 5-3. Due punti persi su altrettante seconde palle davano una minichance ad Azarenka, che sembrava spegnersi in un amen col set point Rybakina. Qui, però, il capolavoro: la kazaka ha fatto tutto bene, anche la voleè di dritto su cui non è mai stata troppo sicura in passato. Una palla colpita alla ricerca della profondità, trovata, nello spazio di campo più libero. La bielorussa però ci è arrivata benissimo e ha trovato un passante in corsa lungolinea strepitoso.
Rybakina ha accusato il colpo, non ha messo più prime e ha perso la battuta, venendo raggiunta sul 5-5. Nell’undicesimo game, di nuovo, doveva affidarsi alle seconde palle ma ora era in difficoltà e Azarenka aveva gioco facile per andare avanti addirittura 0-40. L’errore, grave, dell’ex numero 1 del mondo è stato sulla terza quando aveva sul suo rovescio una seconda di servizio abbastanza debole e che non aveva trovato angolo. L’ha colpita male, forse troppo alta, ed è finita a metà rete. Elena ha tenuto e si è garantita il tie-break dove, pur non sfruttando l’occasione del 3-0 e servizio, ha preso margine con un doppio fallo dell’avversaria sul 3-2 in suo favore. Un po’ di tensione ha fatto capolino sul 5-3 e servizio, col dritto più brutto probabilmente della sua partita finito in corridoio, ma è stata molto aggressiva in risposta in entrambi i punti successivi e alla fine il dritto dell’avversaria ha ceduto dandole l’importante set di vantaggio.
Il secondo è stato molto più chiaro. Azarenka è andata in calo di energie già sull’1-1, perdendo il servizio a zero con un paio di brutti errori. Rybakina, invece, ha continuato tenendo più o meno costantemente il piede sull’acceleratore. L’ace numero 10 chiudeva il turno di battuta per il 3-1, rientrando da 15-30, e pur non chiudendo la palla break sul 30-40 nel quinto game si è procurata poco dopo il doppio break di vantaggio. Non serviva benissimo sul 5-2, con anche un doppio fallo, ma in risposta ha avuto vita facile con Azarenka non più in grado di opporre dovuta resistenza.
Ora tra Rybakina e il titolo ci sarà Aryna Sabalenka, che nell’altra semifinale ha battuto Magda Linette.
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