[4] N. Djokovic b. [3] S. Tsitsipas 6-3 7-6(4) 7-6(5)
Era la finale più attesa e più pronosticata prima del torneo, con Djokovic, al suo 33esimo (!) approdo alla sfida decisiva in uno slam, dopo un anno di assenza dall’Australia per la famosa telenovela del 2022 e Tsitsipas, alla sua seconda finale 3 su 5, di nuovo contro il serbo: ci si gioca, non solo la vittoria di questo torneo, ma anche il trono ATP, con buona pace di Alcaraz fermo ai box.
Torneo che fino ad oggi è stato molto deludente, sia come qualità (abbastanza scarna) sia come imprevedibilità (questa finale sembrava veramente già scritta dopo gli ottavi): ma si sa, una finale epica potrebbe sovvertire totalmente quanto visto finora.
Purtroppo non è così e il primo set continua sulla falsariga di quanto visto in queste due settimane: Djokovic parte a mille, il greco è super contratto e in 36 minuti il nove volte campione in Australia fa suo il primo set per 6-3: parziale che poteva essere anche più netto se Tsitsipas non fosse stato aiutato dalla sua prima di servizio (unico fondamentale con un buon rendimento).
Un solo break (nel quarto game) per il serbo che però non ha offerto nemmeno una chance al greco sul suo servizio (solo una volta giunto a 30 in risposta).
Nel secondo parziale Tsitsipas inizia a sciogliersi un po’, attacca più spesso e rimane attaccato al punteggio nonostante Djokovic tenga alto il suo livello: si vede qualcosa di diverso nel gioco del greco, che inizia a tirare anche col rovescio lungolinea, evitando di giocare soltanto palle cariche con questo fondamentale (quando gli riescono) sperando nell’errore del serbo che raramente arriva.
Si arriva al decimo game, con il serbo al servizio che improvvisamente inizia a balbettare, commette qualche errore di troppo, inizia a litigare con il suo angolo e offre la prima palla break al greco, che è anche un set point.
Da campione, nonostante manchi la prima, comanda lui lo scambio fin dal primo colpo e chiude col dritto inside in da sinistra (forse troppo passivo Stefanos in questa circostanza): senza altri sussulti si giunge al tie break.
Dopo due mini break in apertura, il primo allungo è targato Djokovic che vola sul 4-1 e servizio: quando sembra chiuso il set, anche il serbo tentenna e con un errore di rovescio e un doppio fallo, fa rientrare Tsitsipas nel tie break.
Sul 4-4 però, il greco perde per la 4° volta il servizio, con il 4° di dritto non forzato e stavolta Nole non si fa pregare: 7-4 e dopo 1h e 45 minuti siamo 2-0 per la testa di serie numero 4.
Ѐ il canto del cigno forse per Tsitsipas visto che Djokovic non può concedere più regali di quanti ne abbia concessi in questo set: nonostante ciò, il greco nel momento clou ha sbagliato tantissimo con il suo colpo preferito e non è riuscito a portare a casa questo parziale.
Buona partenza di Stefanos nel terzo, che ottiene il primo break del match: purtroppo per lui, la reazione di Nole non tarda ad arrivare e dal 30-0, ottiene l’immediato contro break.
Poco pathos in questo set, Tsitsipas tiene i turni di battuta abbastanza agevolmente, Djokovic ancor di più e senza molto da segnalare si arriva al tie break: pronti via, Nole tiene il servizio, tira una risposta vincente di dritto e Tsitsipas sbaglia un dritto in uscita dal servizio.
3-0 pesante, che diventa dopo pochissimo 5-0. Il greco tiene i suoi due turni, recupera il primo mini break ma non il secondo: tre championship point per Djokovic, Stefanos con l’aiuto del servizio annulla i primi due, ma nulla può sul terzo, con il serbo che prende meno di mezza riga su un dritto inside in e conquista il suo decimo Australian Open dopo due ore e 56 minuti di battaglia.
Non è stata una grande finale: nonostante due set chiusi al fotofinish, la differenza tra i due è sembrata più ampia di quanto non dica il punteggio.
Con questa vittoria, Djokovic aggancia Nadal a 22 nelle vittorie slam e torna numero 1 al mondo (già recordman con 373 settimane in vetta al ranking). Probabilmente lo rivedremo in campo a Dubai prima della stagione sul rosso in europea visto che negli Stati Uniti è ancora in vigore il ban per i non vaccinati.
Tsitsipas esce con qualche rimpianto oggi, specialmente per l’epilogo del secondo set ma probabilmente l’avrebbe persa comunque: il bilancio nel torneo è per lui positivo e ci si aspetta tanto di lui nel prosieguo della stagione, specialmente sul rosso che rimane la sua superficie preferita.
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