Tanto, troppo Casper Ruud per questo Andrey Rublev. Il norvegese domina la seconda semifinale delle ATP Finals col punteggio di 6-2 6-4 e si guadagna Novak Djokovic in quello che sarà l’ultimo atto del torneo.
In un match dove, per forza di cose (caratteristiche e superficie), è soprattutto Rublev ad avere il pallino del gioco, per rimanere attaccato Ruud deve ricorrere ad un servizio tanto potente quanto continuo. Il norvegese, che sa bene cosa voglia dire essere un giocatore affidabile, tiene botta i primi quattro giochi e sul 2-2, da 40-15, sfrutta il primo passaggio a vuoto dell’avversario ottenendo il break. Di contro Rublev, che pure aveva approcciato bene alla sua prima semifinale nelle Finals, da lì in poi mostra i primi segnali d’insofferenza aumentando il numero di errori: Ruud percepisce il nervosismo e gli sale tennisticamente sopra, guadagnando metri e punti con inattesa velocità. Il 6-2 finale, con un parziale pesantissimo di 17 punti a 3, ben rappresenta i dolori del giovane Andrey.
La reazione russa che il pubblico presente al Pala Alpitour auspicava, purtroppo per loro, non arriva. Ruud è ormai un martello, centrato come nelle migliori occasioni: così, con facilità, prende il largo volando 4-0. L’altro appare ormai più avvilito che arrabbiato e, tra le ovazioni dei presenti, risale dallo 0-30 evitando lo zero nello score. In qualche modo, trascinato dagli spettatori che lo circondano, Rublev recupera anche uno dei due break di svantaggio; tuttavia, ai fini del risultato cambia poco, perché sul 5-4 Ruud tiene il servizio a 0 e stacca il pass per la finale.
Chi si attendeva un match combattuto, in linea con il precedente dello scorso anno, può ritenersi certamente deluso. Rublev non è mai riuscito a ritrovare la serenità necessaria per riprendere il match: un ko tecnico, insomma, al cospetto del giocatore più solido del circuito.
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