Da luglio in avanti, per Lyudmyla Samsonova, ci sono state quasi solo soddisfazioni sul campo da tennis.
A giugno non riuscivo a confermare il titolo vinto nel 2021 a Berlino, si allontanava dalla top-30, e a causa del ban di Wimbledon doveva saltare l’edizione 2022 dello Slam su erba perdendo i 240 punti dell’anno precedente. Eppure, una volta ripartita a giocare, i risultati sono stati fin qui veramente positivi.
L’unico neo, se così vogliamo definirlo, dei suoi ultimi quattro tornei è stato quell’ottavo di finale allo US Open dove ha sprecato otto set point nel primo set contro Ajla Tomljanovic per capitolare 7-6 6-1. Una sconfitta che avrà bruciato parecchio, ma che a oggi risulta solo l’unica in mezzo a 17 vittorie. Titolo a Washington, titolo a Cleveland e ora finale a Tokyo, WTA 500, senza perdere set malgrado un tabellone nemmeno particolarmente agevole. Dopo la vittoria all’esordio contro Elena Rybakina, comunque provata dal lungo viaggio nel giorno precedente dalla Slovenia, è arrivata quella contro Wang Xiyu, Garbine Muguruza e oggi il 7-6 6-2 ai danni di Zhang Shuai.
Un match abbastanza equilibrato, soprattutto nel primo set dove nessuna delle due ha concesso vere chance al servizio tranne nei due game dall’1-1 al 2-2, fatti di break e controbreak. Dal quinto game però i servizi l’hanno fatta da padrona fino a un tie-break dove comunque il livello si è mantenuto piuttosto alto e solo l’allungo sul 5-3 per Samsonova ha spezzato la situazione. Nel secondo parziale la supremazia della russa è stata alla lunga molto evidente, con quattro game consecutivi vinti dal 2-2. La sensazione è un po’ la stessa delle ultime uscite: quando può risulta ingiocabile, favorita da un servizio che è una mezza rarità nel circuito femminile per potenza e pesantezza, ma che sembra stia particolarmente affilando nelle traiettorie per poter evitare l’immediata aggressione in risposta. Nel circuito WTA, lo sottolineava anche Roger Federer parlando di Belinda Bencic, sono tante quelle che approfittando di una dinamica diversa dal circuito maschile, hanno lavorato molto sulla risposta tanto da far veramente male alla sua seconda palla come notava in quegli allenamenti pre Hopman Cup del 2017.
Samsonova, che così facendo avvicina di nuovo la top-25, sfiderà domani una giovane alla prima finale WTA della carriera. Prima di tante, perché Zheng Qinwen ha molta qualità oltre alla potenza con cui lascia andare i colpi e oggi ha vinto una partita durissima, durata oltre tre ore, contro Veronika Kudermetova. Da fine primo set non ha più perso la battuta, resistendo molto bene anche nel parziale decisivo quando era costantemente indietro nel punteggio servendo per seconda. 5-7 6-3 7-6(3) il punteggio finale che la rende la più giovane cinese all’ultimo atto di un torneo del circuito maggiore con appena 19 anni e 4 mesi. La russa, tra l’altro, dopo le tre ore e 15 minuti in singolare e il match di doppio di ieri è parsa calare abbastanza a livello fisico, chiamando anche a un medical time out sul 6-5 in suo favore nel set decisivo. In quel momento però Zheng non si è distratta, tenendo il game successivo a zero e dominando poi il tie-break conclusivo.
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