Per il quarto anno consecutivo Cori Gauff e Naomi Osaka si sono trovate l’una contro l’altra in campo.
Tutto normale verrebbe da pensare, non fosse però che il loro primo match in teoria non sarebbe mai dovuto avvenire e in questi ultimi due anni la giapponese per problemi suoi è rimasta molto più tempo fuori dal campo.
Il primo è datato settembre 2019, US Open, terzo turno. La particolarità che difficilmente si ricorda è come quello Slam Gauff non poteva giocarlo ma fu ammessa su, diciamo, volere popolare dopo l’exploit di Wimbledon ad appena 15 anni dove dalle qualificazioni giunse al quarto turno. C’è una regola nella WTA che, giusta o meno, vuole provare a settare un limite di eventi da giocare nelle annate prima di compiere i 18 anni. Nello specifico, non è possibile ricevere più di tre wild-card e lo US Open 2019 avrebbe rappresentato per lei il quarto invito stagionale. Al regolamento in sé però ci aggiungiamo l’enorme fama che Cori ebbe dopo lo Slam londinese e, insomma, lo Slam di casa che voleva giocare tanto sullo star power piombato su di lei per richiamare l’attenzione e non farsi sfuggire l’opportunità. Lo US Open tirò dritto, la WTA di fatto non disse no, e al terzo turno si trovarono di fronte proprio Osaka e Gauff, con la prima vincente 6-4 6-0.
Nemmeno un anno più tardi, Australian Open 2020, una brutta prestazione di Naomi valse l’aggancio sull’1-1. A Cincinnati nel 2021, malgrado per Osaka fossero già cominciati i problemi di una pesante crisi personale, ci fu la rimonta della giapponese da un set di svantaggio. Oggi, a San José, l’aggancio sul 2-2. Per la prima volta, forse, Gauff ha mostrato tutta la potenza dei suoi cavalli al servizio risultando quasi ingiocabile con la prima palla in campo e difendendosi bene con la seconda, evitando soprattutto di farsi attaccare sul dritto e proseguendo in buona parte con l’ottima prestazione dell’esordio contro Anhelina Kalinina dove lasciò per strada un solo game.
6-4 6-4 il punteggio finale di una sfida realisticamente mai in discussione, ma che si è sorprendentemente ravvivata nel finale. Sebbene nel primo set Osaka sembrava abbastanza vicina a quel livello è stata tradita nell’unico turno di battuta un po’ balbettante avuto, sul 2-2, dove si è trovata sotto 15-30. Era riuscita ad avere la chance per chiudere il game, ma l’assenza totale di partite negli ultimi cinque mesi (escludiamo le due uscite sul rosso piuttosto opache) si è fatta vedere soprattutto in questi frangenti. Al servizio sembra spesso in grado di poter cominciare lo scambio come vuole, ma c’è ancora lavoro da fare da fondo campo e mano a mano che la partita è andata avanti sono usciti fuori i problemi nel dritto che ha perso le misure, nel posizionamento non sempre perfetto e nel calo di spinta avuto tra 1-1 e 4-1 e doppio break per la statunitense nel secondo set.
C’è stata una spinta di orgoglio sull’1-5, quando ha evitato il sesto game consecutivo alla sua avversaria salvando in tutto quattro match point, rientrando anche da 0-40, e questo ha un po’ sorpreso Cori che ha staccato un attimo la spina, perdendo il game successivo al servizio da 30-15 e facendo ulteriormente riavvicinare l’avversaria. Naomi, malgrado sembrasse non averne più per essere troppo discontinua, ha però messo insieme una seconda rimonta da 0-40 al servizio portando a sette i match point cancellati e arrivando fino al 4-5. A quel punto con tanta pressione addosso Gauff è riuscita comunque a salvarsi, mettendo assieme i due punti conclusivi dal 30-30 ed evitando ulteriori patemi.
Sarà dunque lei nei quarti a sfidare Paula Badosa, ieri salvatasi per le unghie contro Elizabeth Mandlik. Stessa situazione per l’altra top-10 della parte bassa del tabellone: Aryna Sabalenka. La numero 4 del seeding ha battuto Caroline Dolehide per 5-7 6-1 7-5 malgrado 23 doppi falli, 12 dei quali nel primo set. Sembra di essere tornati alla trasferta australiana di inizio stagione, quando il servizio era completamente bloccato e influiva in tutto il suo gioco da renderla tremendamente altalenante. Solo due i turni di battuta vinti nel primo set dove era avanti 3-1 poi è stata sotto 5-3, poi è rientrata e infine ha buttato un game da 40-15 che le è di fatto costato il parziale. Tanti errori e confusione messi da parte in un secondo parziale nato sotto una stella migliore con un rapido 3-0 tramutato in 6-1, ma tornati prepotentemente nel set decisivo dove gli errori e black out l’hanno spinta nuovamente sotto 5-3. Da lì, però, Dolehide non è riuscita a realizzare più di un punto nei successivi quattro game.
Chi è andata male, e ha subito una pesante sconfitta, è invece Maria Sakkari. La greca, numero 1 del seeding, è stata travolta 6-1 6-3 contro Shelby Rogers che sarà dunque l’avversaria di Amanda Anisimova nei quarti di finale.
Risultati
S. Rogers b. [1] M. Sakkari 6-1 6-3
[9] V. Kudermetova b. C. Liu 6-2 7-5
[4] A. Sabalenka b. C. Dolehide 5-7 6-1 7-5
[6] C. Gauff b. N. Osaka 6-4 6-4
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