[1] C. Ruud [2] M. Berrettini 4-6 7-6(3) 6-2
Per cento minuti Berrettini è stato quasi sontuoso, travolgendo, al di là del punteggio, il numero sei del mondo, che sulla terra rossa vale almeno un paio di posizioni in più. Matteo è stato impeccabile al servizio, con un unico passaggio a vuoto nel quinto game del primo set, risolto con una certa brillantezza, e straordinariamente efficace nello scambio, col rovescio che continua a migliorare – Berrettini gioca con una certa sicurezza anche quello in top ormai – e il solito dritto capace di risolvere qualche situazione che magari si andava complicando. Fino al tiebreak del secondo set tutto ha funzionato, persino la difesa di Berrettini era di livello altissimo, cosa che costringeva Ruud a prendere rischi maggiori e sbagliare, di conseguenza, di più. Purtroppo il tiebreak non è andato bene, è mancato l’ultimo guizzo, forse si è chiuso su un errore evitabile nel terzo punto, forse il calo è arrivato improvviso, sta di fatto che il tiebreak non ha avuto storia e con quello il prosieguo del match.
Il match partiva con i due che tenevano la battuta abbastanza facilmente, e il primo set si decideva a cavallo tra il quinto e il sesto game. Sul due pari Ruud ha due occasioni per tenere il servizio ma le fallisce e alla seconda palla break il norvegese tira troppo largo un dritto ad uscire non troppo complicato. Nel game successivo Ruud si conquista tre palle break, di cui due consecutive. La prima Berrettini l’annulla con un buon servizio; la seconda Ruud la butta al vento con una risposta ansiosa su una seconda di Matteo non troppo pericolosa; la terza si risolve dopo un piccolo giallo di cui è protagnostia di nuovo il dritto a uscire di Ruud. Berrettini prima continua a giocare e perso il punto nel tiro successivo mostra che la palla di Ruud era fuori. Il norvegese abbozza una protesta ma alla fine giustizia è fatta. Ruud deve poi rimproverare se stesso per uno scambio a rete in cui combina tutti gli errori possibili e passata quell’occasione per rientrare nel set Berrettini non darà più nessuna possibilità al numero 5 del mondo.
Nel secondo set l’occasione per Berrettini arriva nel terzo game, quando il romano riesce a procurarsi due palle break grazie a una specie di bombardamento col dritto che Ruud non riesce a gestire. La prima Berrettini la fallisce con un rovescio slice in corridoio, la seconda lo aiuta Ruud, ancora col dritto a uscire, stavolta molto preciso e non controllato dal rovescio di Berrettini. Altra occasione quasi in chiusura di set, sul 4 pari,, ed è di nuovo il dritto ad uscire a salvare Ruud. Tutto questo senza lasciare mezza opportunità a Ruud, tant’è che si arrivava al tiebreak con giustiifcato ottimismo. Sembrava poterla chiudere qui Berrettini, quando un passante di dritto dopo una volée imbarazzante di Ruud regalava il minibreak a Matteo, che però non solo non riusciva a cosnervarlo tirando lungo un drittone ma era costretto ad inseguire dopo aver perso troppo tempo a capir se dopo una risposta gli sarebbe convenuto o meno provare il contropiede. Il facile dritto usciva in corridoio e poi Ruud volava addirittura sul 5-1, grazie anche ad una smorzata da dimenticare. Berrettini provava un rimonta ma Ruud non è Martinez e il recupero si fermava a 3. Tutto rimandato al terzo set.
Berrettini lo cominciava soffrendo e visibilmente calato fisicamente, ma in qualche modo salvava tre palle break nel primo game. Sollievo che durava molto poco, perché nel game successivo di nuovo Matteo scivolava 15-40 e stavolta Ruud, per la prima volta nel match, riusciva a brekkare, anche con l’aiuto del nastro. Partita che finiva qui perché era Ruud tutt’altro che smagliante ma Berrettini ormai non ce la faceva più e concedeva un altro break anche nel quinto game, nonostante un vantaggio di 40-0. Il resto era una lenta marcia verso la fine, con Berrettini che almeno tornava a tenere un servizio in tranquillità e un Ruud ormai libereo dalle ansie.
Nono titolo per il norvegese quindi, e va segnalata la decima sconfitta di fila con un top10 per Berrettini, dato che si contrappone alla terza finale consecutiva. Guardando il bicchiere mezzo pieno va ricordato che Berrettini era al rientro dopo il COVID e che quei cento minuti possono diventare centocinquanta anche abbastanza in fretta. E in condizioni fisiche ottimali Berrettini ha mostrato che non è certo inferiore a Ruud sulla terra, anche se con la sconfitta di oggi è sotto 3-1, figurarci sul cemento. Buon viatico per lo slot nordamericano, anche se c’è ancora Kitzbuhel di mezzo, torneo uguale a questo di Gstaad, non si capisce bene perché.
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