Stats: Medvedev nuovo re, tris Nadal, doppietta Rublev

Il russo Daniil Medvedev interrompe la leadership mondiale detenuta a turno ininterrottamente dai Fab Four per diciotto anni, e più esattamente dal 2 febbraio 2004, quando Roger Federer vincendo gli Australian Open diventò per la prima volta numero uno del mondo.

Non è stato un avvicendamento trionfale per il tennista russo, intanto perché capitato in un momento di particolare tensione nel mondo a causa della guerra esplosa in Ucraina, e poi perché l’evento non sarebbe quasi certamente accaduto (almeno per ora) se Djokovic avesse potuto difendere il titolo agli Australian Open.

Ad annacquare infine l’enfasi dell’evento, ha inciso il fatto che nel torneo di Acapulco il cui esito ha sancito il passaggio di consegne al vertice, Medvedev sia stato sconfitto nettamente in semifinale da Rafa Nadal che si è poi sbarazzato dell’inglese Norrie in finale, centrando così il terzo successo in altrettanti tornei disputati dall’inizio dell’anno. Il tennista spagnolo guida al momento la Race per Torino, dimostrando al mondo che per consolidare nella sostanza una nuova leadership mondiale bisognerà aspettare e forse non poco.

Se l’impresa di Nadal ha caratterizzato la settimana, altrettanto significativa è la doppietta messa a segno dal russo Andrey Rublev che dopo il successo di Marsiglia della settimana scorsa, ha trionfato anche nell’ATP 500 di Dubai (in finale sul redivivo Vesely) consolidando il ruolo di miglior giocatore negli ATP 500 dal 2020 ad oggi. Da allora ne ha vinti 5, tutti diversi: Amburgo, San Pietroburgo e Vienna nel 2020, Rotterdam nel 2021 e Dubai quest’anno. Rublev è il sesto tennista russo nell’Era Open ad andare in doppia cifra nelle vittorie conquistate in carriera nel circuito maggiore:

Bilancio azzurro nel mese di febbraio

I buoni risultati del mese di gennaio culminato con la semifinale raggiunta da Matteo Berrettini agli Australian Open (miglior piazzamento azzurro di sempre), cui si è aggiunto il quarto di finale di Sinner, rappresentavano una incoraggiante premessa per poter assistere ad altre buone performance nel mese di febbraio ricco di tornei abbordabili per la maggior parte dei nostri tennisti che infatti sono stati presenti numerosi e in molti casi tra i favoriti alla vittoria. Purtroppo i risultati conseguiti complessivamente nel mese di febbraio sono stati sicuramente inferiori alle attese. Di seguito il dettaglio dei risultati ottenuti dagli italiani nei primi due mesi:

A febbraio, con 21 presenze (10 delle quali partendo tra le teste di serie) si sono registrate soltanto 19 vittorie. In sole 5 circostanze un giocatore ha vinto più di una partita e solo Fabio Fognini (non compreso tra le tds) a Rio de Janeiro ha vinto 3 partite, tra cui quella al secondo turno contro il n.15 del mondo Carreno Busta, raggiungendo così le semifinali dove è stato fermato dal tennista più in ascesa del momento, il 18enne spagnolo Carlos Alcaraz, che aveva già giustiziato al secondo turno Matteo Berrettini, numero uno del seeding.

Semifinale anche per Lorenzo Sonego che a Buenos Aires si è arreso secondo pronostico al cospetto dell’irriducibile argentino Schwartzman, secondo favorito (perderà poi in finale dal norvegese Ruud n.1 del seeding). Il tennista torinese è l’unico azzurro che ha giocato tutte le settimane del mese. Puntava ad entrare tra i top 20 ma le sconfitte contro pronostico contro lo spagnolo Ramos a Cordoba e soprattutto quella contro il qualificato Kecmanovic a Rio sono risultate letali.

Lorenzo Musetti ha raggiunto in due circostanze i quarti (a Pune e a Rotterdam) ma in entrambi i casi si è arreso ad avversari molto meno blasonati (il polacco Majchrzak e il ceco Lehecka). Peccato per l’ennesimo infortunio di cui è stato vittima Matteo Berrettini ad Acapulco, durante l’incontro coltro l’americano Paul,che gli è costato il sesto posto nel ranking a beneficio di Rublev.

Un effetto collaterale dei modesti risultati degli italiani di questo inizio d’anno si è registrato nel ranking dove le presenze azzurre nei top 100 sono diminuite da otto a sei.

Ma lasciamoci alle spalle il passato e prepariamoci all’esordio in Coppa Davis (contro la Slovacchia) in attesa di volare negli States dove sul cemento rovente di Indian Wells e di Miami contiamo di tornare ad essere protagonisti.

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