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Tsitsipas è ancora lontano, Sinner lascia solo Berrettini

[4] S. Tsitsipas b. [11] J. Sinner 6-3 6-4 6-2

Niente da fare per Jannik Sinner che è stato nettamente sconfitto da Stefanos Tsitsipas nel suo primo quarto di finale all’Australian Open, il secondo in un major dopo il Roland Garros 2020. Per quanto rimanga un risultato di tutto rispetto – sinner ha poco più di 20 anni – la differenza con un top5 è apparsa ancora abbastanza ampia. Tsitsipas ha dominato il match sin dall’inizio del primo set, quando ha approfittato di un primo turno disastroso al servizio di Sinner, che metteva una sola prima su otto, per scattare subito avanti. A Stefanos bastava rimanere solido al servizio per tenere Sinner lontano quanto bastava, perché il ragazzo altoatesino faceva molta fatica a reggere il ritmo del greco in risposta. Tsitsipas in risposta si limitava a giochicchiare ma era appunto sufficiente tenere il servizo per il primo set senza particolari scossoni.
Tsitsipas si ripeteva all’inizio del secondo set, brekkando stavolta l terzo game e aumentando, se possibile, il divario con Sinner, che non andava troppo al di là di una decorosa resistenza. Nemmeno l’interruzione per chiudere il tetto a cusa della pioggia aiutava Sinner che proprio non riusciva ad organizzare nessuna contromossa per provare a cambiare un po’ il mood della partita. Dopo i due quarti di finale di ieri la speranza era che magari il terzo set potesse dare qualche segnale di riscossa ma Sinner lo affrontava molto sfiduciato, scuotendosi un po’ giusto nel quarto game – a buoi ampiamente scappati – quando arrivare finalmente a 40 in risposta, aiutato molto da due sciocchezze di Tsitsipas. Non era sufficiente per arrivare alla palla break e ormai rassegnato Sinner lasciava andare Tsitsipas verso la sua terza semifinale agli Australian Open.

C’è molta delusione perché naturalmente le aspettative erano diverse ma forse bisognava ricordare agli ottimisti che Sinner era arrivato ai quarti di finale anche grazie ad un tabellone che difficilmente si ripresenterà in uno slam, visto che l’unico avversario di un certo livello – ma pur sempre ampiamente fuori dalla top20 – era stato de Minaur, con gli altri tre fuori addirittura dalla top100. Il salto con un giocatore di ben altra consistenza – anche se non certo al massimo della forma, Tsitsipas era in dubbio per via dell’infortunio al gomito – è stato fatale, perché Sinner è ancora decisamente al di sotto di quei livelli. Il suo ritmo è sufficiente per gran parte dei giocatori ma i top5 sono un’altra cosa e Sinner ha mostrato troppe lacune difensive per poter fare partita pari. Sinner ha molto da lavorare, perché allo stato non appare attrezzato per difendersi da giocatori che sono aggressivi almeno quanto lui e che però hanno tutt’altra fase difensiva. Le sirene italiane che lo vogliono dominatore per chissà quanti anni non pare gli stiano facendo bene, perché agli avanzamenti nel ranking non corrispondono particolari miglioramenti nel gioco, visto che a Sinner continua a mancare la capacità di saper adeguare il gioco all’avversario e il famigerato “piano B” se le cose vanno male, perché il sospetto è che questo piano sia impossibile da praticare per le caratteristiche di Jannik. Se ad un cosa deve servire la lezione di oggi il team dell’altoatesino farà bene a lavorare sul piano tattico oltre che su quello fisico perché se rimane così non sarà mai competitivo per gli slam. Il tempo c’è, basta ricordare che pure gli altri non sono lì a vedere che succede, Zverev ha solo quattro anni in più, Tsitsipas tre , Shapovalov uno soltanto, ed Alcaraz due meno. Lavorano anche loro meglio evitare troppe illusioni.

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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Roberto Salerno

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