di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
14 Nov 2021 05:59 - WTA
WTA Finals: Sabalenka vince un match incredibile, battuta un’ottima Swiatek
di Diego Barbiani
[1] A. Sabalenka b. [5] I. Swiatek 2-6 6-2 7-5
Giorno dopo giorno aumenta la sensazione che spostare le WTA Finals a Guadalajara non sia stata un’idea con tanto scetticismo come poteva sembrare a primo impatto. Ci sono difficoltà per l’altura, ma come in tutte le cose più le giocatrici prendono dimestichezza con la situazione e più possono unire all’immancabile spirito combattivo le qualità del loro gioco. I primi due giorni, alle uscite d’esordio delle otto protagoniste, c’era grande accenno su questi dettagli. Adesso si sta crescendo, aiutati anche da un pubblico che per le sessioni serali è sempre stato straordinario.
Da quel punto di vista Guadalajara meriterebbe una seconda chance, molto difficile considerando che la scelta di Octagon si basa su una licenza annuale, ma dopo stasera provate a chiedere ad Aryna Sabalenka se ci fosse la possibilità di tornare qui il prossimo anno e vedrete che il ‘sì’ sarà fatto sgranando gli occhi e con dei salti di gioia enormi. Quando si è diretta verso il microfono, appena dopo aver stretto la mano a Iga Swiatek e aver completato un match folle dove il pubblico l’ha sospinta urlante punto dopo punto da metà del secondo set, non riusciva quasi a dire altro che: “Ho vinto grazie a voi, vi amo, grazie infinite”. Poco prima di uscire, scambiava ancora due parole con l’intervistatore Andrew Krasny, figura ben nota nel mondo del tennis, e diceva “peccato non avere spesso questo clima…”.
Uno dei match più belli della stagione femminile si è concluso con la numero 1 del seeding trionfante 2-6 6-2 7-5 contro una generosissima Iga Swiatek, attesa in campo con tanti punti di domanda dopo il crollo mentale della prima partita e che invece è stata encomiabile nell’impegno e la concentrazione, capace di dominare la scena finché dall’altra parte della rete alla bielorussa non si è (sportivamente) chiusa la vena e ha cominciato a colpire come una forsennata. Sembrava di rivedere, fin dall’inizio, le partite di Agnieszka Radwanska di un tempo, quando teneva testa ad avversarie più potenti con l’enorme intelletto tennistico che possedeva. Swiatek contro Sabalenka era sulla carta un interessante contrasto tra un IQ e la pura forza bruta, talmente portata all’estremo che a inizio del terzo set Sabalenka aveva giocato sette doppi falli nei primi nove punti giocati.
Swiatek nel primo parziale giostrava il punto come voleva. I dati diranno 3 vincenti e 14 errori non forzati per la sua avversaria, ma lei spesso cercava proprio di mettere Sabalenka nelle condizioni di sbagliare, tra scambi sempre più lunghi e scelte tattiche ineccepibili, chiamando a rete la sua avversaria e dominandola da fondo. A inizio del secondo set il discorso è un po’ cambiato quando la percentuale di punti al servizio della numero 1 del seeding ha cominciato ad alzarsi. Verso la metà del parziale Sabalenka ha cominciato a chiamare il pubblico dalla sua: aveva appena fatto il break, il primo della sua partita, e sentiva probabilmente che quella era la chance per ripartire. Dal 4-2 ogni punto era nelle sue mani. Tantissimi i vincenti, da sommergere la polacca che stava cominciando a scricchiolare e perdeva un nuovo turno di battuta. La carica agonistica di Sabalenka stava ribaltando la situazione, il pubblico contribuiva a darle energia perché continuasse in questo assedio. Con tre palle break cancellate sul 5-2, ha rimandato tutto al set decisivo.
Il momento era talmente particolare che nei primi due game al servizio del set decisivo ha perso nove punti, sette sono stati doppi falli. Tre nel primo game, tenuto ai vantaggi, e quattro nel secondo. Non c’era alcuna logica in quello che stava facendo. Non stava minimamente pensando. Colpiva tutto con una foga enorme, esultava a ogni singolo punto, alzava le braccia al cielo. Dopo il settimo doppio fallo, di nuovo braccia al cielo e i pugni stretti. Swiatek, per quanto rimanesse sempre in balia dell’avversaria, era invece concentrata e decisa. Pagava chili e potenza, ma non ha mai sbagliato qualcosa a livello tattico. Non l’ha aiutata il servizio, probabilmente, ma aveva fatto di tutto per rimettere la partita dalla sua parte. Sono arrivate assieme nelle fasi finali e lei sul 5-4 ha creato lo spiraglio per portarsi a match point, ma nel momento di maggiore tensione Sabalenka se ne è uscita con due ottimi servizi vincenti. Sul 5-5, ad aumentare ancor di più l’atmosfera elettrica attorno a loro, dei fuochi d’artificio sparati poco vicino allo stadio, che sono coincisi col ritorno della miglior versione della bielorussa. La polacca ha dovuto fare dei miracoli per risalire da 0-30 e portarsi 40-30, ma sulla palla del 6-5 Sabalenka ha pescato il jolly con la risposta di rovescio su un servizio in kick difficile da gestire. Ha riaperto il game e da lì ha sparato ancora a tutta, ormai prendendo solo il campo, e portandosi avanti 6-5.
Nel secondo set ha avuto di fronte un turno di battuta estremamente laborioso, con diverse palle break annullate e un po’ di tensione che faceva capolino. Nel momento di chiudere il match, invece, è volata verso la vittoria con tanti servizi vincenti e quell’aggressività mista a spregiudicatezza che la tengono al momento in vita. Paula Badosa ha vinto il girone e si qualifica da prima alle semifinali. Aryna giocherà lunedì sera lo spareggio per il secondo posto contro Maria Sakkari. Nulla da fare per Swiatek, che stasera stava per portare a casa un match per lei capolavoro e invece si ritrova già eliminata. Il risultato pieno stasera è sfuggito veramente di nulla, malgrado tutto il clima e la superiorità sotto alcuni aspetti dell’avversaria. I rimpianti, rispetto al match d’esordio, non ci sono ma l’amarezza con cui è uscita dal campo era molto evidente. Appena fuori dallo stadio, però, è stata sommersa dal calore di tanti messicani che le urlavano: “Iga! Iga! Iga!”.