WTA Finals: Pliskova vince al fotofinish contro Muguruza. Standing ovation di uno stadio pieno

[3] Ka. Pliskova b. [6] G. Muguruza 4-6 6-2 7-6(6)

In due ore e mezza di enorme pathos si è probabilmente capita una delle ragioni principali che ha spinto Octagon a chiedere che quest anno fosse Guadalajara a ospitare, in maniera improvvisa, l’edizione delle WTA Finals. Un torneo di questa portata in Messico non c’era mai stato e malgrado la limitazione imposta dal governo a causa del covid-19 che ha limitato al 50% la capienza delle tribune provvisorie costruire, l’entusiasmo del popolo nell’avere di fronte per la prima volta le migliori tenniste al mondo si è manifestato nel calore enorme della prima sessione serale del torneo.

Garbine Muguruza, come forse logico immaginare, ha ricevuto punto dopo punto gli incitamenti più grandi ma, come già successo allo US Open contro Amanda Anisimova, nel momento di maggiore difficoltà Karolina Pliskova ha saputo resistere per emergere dalla lotta come vincitrice, ricordando in parte la partita vinta contro la spagnola alle Finals del 2016. In quella circostanza, a Singapore, rimontò da 0-4 nel set decisivo, salvò match point e chiuse con un parziale di 20 punti a 3. Stavolta non si è mai trovata così spalle al muro, ma nei momenti di enorme equilibrio sul finire del terzo set ha dovuto salvare diverse palle break in momenti dove ognuna delle due stava esprimendo il massimo sforzo.

La ceca è quella che ha impiegato di più ad adattarsi alle condizioni. Lo scotto della prima volta a 1600 metri si è tramutato in un primo set di stenti dopo un immediato break di vantaggio. Sul 2-0 non ha confermato il turno di risposta vinto e ha perso quattro game consecutivi. La sua palla volava via molto facilmente, due doppi falli nel terzo game non l’hanno nemmeno aiutata a costruire un po’ di fiducia e Muguruza ringraziava, badando poi a conservare il margine senza particolari affanni, ben concentrata quando sul 5-4 30-30 ha avuto un dritto a metà campo da non sbagliare e mettendo in cassaforte il primo parziale. Dall’inizio del secondo set, però, la situazione è radicalmente cambiata. Pliskova aveva cominciato a muoversi in maniera più efficace, capendo un po’ più come contrastare i tanti gratuiti commessi nel primo parziale (18) e impattando meglio la palla. Sull’1-0 ha tenuto in vita un game dove era sotto 40-0 e Muguruza ha cominciato ad andare a sua volta in affanno, salvando bene le prime due palle break ma rimanendo troppo altalenante nel rendimento generale e regalando un break che stavolta Karolina ha confermato.

Il rendimento al servizio della ceca si era innalzato spaventosamente. Nel primo set aveva vinto appena il 36% dei punti con la seconda e non metteva dentro più del 65% di prime palle, lasciando molto spazio di manovra alla spagnola; nel secondo ha chiuso con il 90% di prime palle in campo perdendo appena due punti al servizio. Sul 5-2, in piena trance agonistica, ha colpito due risposte fulminee dal 15-15 e al secondo set point ha chiuso riequilibrando tutto. Il copione del terzo set ha visto, finalmente, entrambe giocare bene nello stesso momento. Lo scambio di break dei primi game non ha inciso sul rendimento. Pliskova tendeva a non sbagliare più in maniera netta come nel primo set e anzi rispondeva colpo su colpo al clima di battaglia che si stava creando. Muguruza, sempre con l’atteggiamento da indomita guerriera (sportivamente parlando) voleva questo scontro ormai frontale. Tanti turni di battuta sono stati riaperti da 30-0, sempre le giocatrici si sono ritrovate sul 30-30. Sul turno di battuta vinto da Pliskova per il 4-3 la partita è entrata ufficialmente nella sua fase più delicata. La spagnola stentava un po’ troppo per ottenere il 4-4 alternando buoni punti a brutti errori, nel nono game Karolina da 40-15 si è persa commettendo l’ottavo doppio fallo della sua partita e dovendo salvare una palla break in cui ha però servito esterno e con un po’ di kick per tenere lontana dal campo l’avversaria che avrebbe risposto centrale e lei poteva affondare il colpo col rovescio.

Sul 5-4 la ceca ha trovato i primi match point grazie alla risposta di rovescio per il 30-40 e poi a un altro rovescio in lungolinea. In entrambi i casi Muguruza emergeva col servizio e sfruttava il momento favorevole per portarsi a sua volta 15-40, sul 5-5. La reazione di Pliskova è stata in un servizio vincente a uscire e un dritto rischiosissimo atterrato sulla riga esterna, con Garbine che pur realizzando che la palla fosse buona non riusciva a staccare gli occhi dal punto d’impatto. Con un miracolo difensivo la ceca si portava 6-5, anticamera di un tie-break da batticuore. La spagnola è partita meglio, ha avuto sempre il vantaggio nella prima metà, sul 3-1 ha subito la rimonta dell’avversaria che però sul punto del 4-3 è parsa cominciare ad accusare una noia alla coscia sinistra. Forse un fastidio, forse la fatica di oltre due ore così dure, ma da quel momento colpire sul lato del rovescio era divenuto abbastanza complicato tanto che sembrava perdere l’equilibrio e perdendo malamente i due punti successivi al servizio. Sul 5-4, però, Muguruza non ha inciso al servizio venendo colpita da una nuova risposta incisiva e commettendo un nuovo errore col dritto regalava il terzo match point. Di nuovo Pliskova, trovandosi la palla sul rovescio, colpiva abbastanza male da non poter coprire il campo lasciato libero alla sua destra ma sul 6-6 ha spinto solo col dritto prendendosi il quarto match point, realizzato con l’errore conclusivo della sua avversaria.

Supponendo che quei punti finali siano solo frutto di fatica e normale noia di fine stagione, è un ottimo inizio di Finals per lei che dal 2016 ha sempre passato il Round Robin e che vorrebbe puntare alla finale, Per Muguruza, uscita tra il rumoroso abbraccio del pubblico e mettendosi più volte la mano sul cuore, la situazione è già delicata. Le chance ci sono, anche perché è stato fondamentale in ogni caso vincere un set, ma non deve sbagliare contro Barbora Krejcikova venerdì, con un’avversaria che in stagione l’ha battuta 2 volte su 3.

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