Nonostante il clima, tipico dell’autunno inoltrato, con cui si è svegliata oggi la città, non si può dire che nel capoluogo sabaudo l’aria non sia frizzante, a dispetto della nebbia che ti avvolge mentre passeggi per le strade ancora silenziose e sonnacchiose di una domenica mattina. Non potrebbe essere diversamente, considerato che mancano poche ore all’inizio della prima edizione italiana delle Finals, con molti tifosi ancora increduli dell’approdo in Italia del torneo dei “Maestri”.
L’ Italia. Se Shanghai e Londra, sedi precedenti dell’ultimo torneo dell’anno, davano all’evento una vetrina di avanguardia, caratteristica di due città completamente inserite nel sistema della globalizzazione contemporanea, era abbastanza lecito aspettarsi che il bel paese avrebbe dato il contributo che più gli si addice, la storia. Non c’è straniero al mondo che non conosca l’Italia come la nazione che conserva il maggior numero di opere d’arte e storiche e una splendida sorpresa di queste Finals è che lo è anche per la storia del tennis.
Grazie al Sig. Paolo Bertolino e alla sua passione (incordatore professionista), che lo ha spinto a collezionare più di 900 racchette prodotte dal 1875 ad oggi, infatti, in Piemonte trova sede il più grande museo di racchette da tennis al mondo.
Una collezione davvero unica, che comprende pezzi appartenuti ai più grandi campioni, maschili e femminili, della storia di questo sport, comprese quelle del più grande assente di questa edizione, Re Roger Federer.
Il museo ha sede nelle Langhe, bellissima meta per chi magari è venuto a trascorrere qualche giorno a Torino in occasione del torneo e avesse voglia di scoprire l’entroterra in un percorso paesaggistico e enogastronomico (sono i territori dove nascono i famosi vini piemontesi).
Se, però, la gita fuori porta non è prevista nei vostri programmi, un estratto dell’esposizione, in occasione del torneo, è visibile in città, presso il museo Lavazza di via Bologna, dove potrete gustare anche un caffè di altissima qualità offerto dall’azienda.
Così, in questa uggiosa mattina, prima dell’inizio di una delle edizioni dove a farla da padrone sarà lo stile estremamente contemporaneo dei giocatori (il solo Tsitsipas è interprete del rovescio a una mano, per fare un esempio), si può scegliere di fare una gita in un angolo di storia del tennis e immaginare il rettangolo di gioco calcato da vecchi campioni e campionesse padroni di gesti più eleganti e morbidi, in contrasto con la pura atleticità dei nostri giorni.
Una passeggiata che vi consigliamo, capace di donarvi anche la storia stessa della città e a spingervi, forse, ad inserire la gita nelle Langhe nei programmi dei prossimi giorni.
Per maggiori informazioni sul museo della racchetta basta consultare il sito internet, http://www.museodellaracchetta.com/index.html.
Noi la passeggiata l’abbiamo fatta. Non ci resta che darvi il “benvenuti a Torino” e augurarvi, a tutti, buon torneo.
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