[1] N. Djokovic b. [4] A. Zverev 4-6 6-2 6-4 4-6 6-2
A questo punto si aspetta di capire quale sortilegio colpirà Daniil Medvedev, che fin qui ha giocato un torneo sostanzialmente perfetto, per ridurlo balbettante nei confronti di un Novak Djokovic che anche oggi si è trovato tra le mani una partita nella quale si è limitato a fare il compitino. Come nei turni passati, più dei turni passati considerato il valore di Zverev, è stato l’avversario a fare e disfare, per motivi che sono sempre più imperscrutabili, ma tocca rassegnarsi, hanno a che fare con la convinzione di poter “abbattere il mostro”. Il quinto set di Zverev andrebbe conservato per spiegare ai posteri come sia stato possibile che un giocatore di 34 anni allo scadere delle tre ore di gioco potesse, senza nemmeno faticare tanto, vincere il quinto set e avviarsi felice verso il grande slam.
La partenza al servizio dei due è stata straordinaria, visto che nei primi 8 game solo tre volte è stato necessario giocare la seconda palla. Ciononostante Zverev era riuscito lo stesso a ottenere una palla break sul 3 pari, rispondendo in modo strepitoso a tre prime del numero 1 del mondo, anche se non era sufficiente, perché un’altra prima metteva a posto le cose. Nel nono game però Djokovic era il primo a calare e concedeva altre due palle break al tedesco, che trasformava la prima e chiudeva il set col servizio successivo, nonostante un doppio fallo e grazie anche ad un dritto steccato di Djokovic.
Djokovic era dunque ancora sotto di un set ed era il momento di vedere se a Zverev sarebbe riuscito quello che alle altre “otto miliardi di persone” non era sin qui riuscito: mantenere il vantaggio. Il set si apriva con buoni auspici e cattivi segnali per Zverev. I buoni auspici riguardavano una certa titubanza di Djokovic, i cattivi segnali erano che nonostante le titubanze il serbo salvava il turno di batttuta aiutato da un paio di ingenità di Zverev. Nel game successivo la replica di un film visto tante volte ormai. Zverev andava 30-15 e sul 30 pari sbagliava un comodissimo dritto a campo aperto. La prima palla break il tedesco l’affrontava con un doppio fallo, dando fiducia a Djokovic, che scappava 3-0. Probabilmente sarebbe bastato meno, ma Zverev copiava fino in fondo Berrettini perdendo ancora il servio sul 2-5, con un altro scellerato rovescio in back a due cm dalla rete giocato lungo.
Il terzo set Zverev provava a scuotersi, andava subito 0-30 sul servizio di Djokovic e riusciva anche a procurarsi una palla break, annullata dal solito servizio del numero 1 del mondo. Zverev mostrava comunque di essere rientrato in partita e nel quinto game si procurava altre due palle per andate avanti, ma due servizi esterni, uno da destra e uno da sinistra, salvavano Djokovic. Zverev sembrava aver ritrovato solidità al servizio ma nel decimo game, aiutato da Djokovic e da un po’ di sfortuna, si ritrovava sotto 0-40. Non erano sufficienti un grandissimo coraggio e uno scambio di 53 colpi per raddrizzare il game, perché abbandonato dalla prima palla al terzo tentativo Zvever cedeva ad un buon attacco lungolinea del serbo.
Ma Zverev è di un’altra pasta rispetto agli avversari dei turni precedenti, Berrettini compreso. Il tedesco riesce a buttarsi dietro le spalle le occasioni perdute e ritrova una certa lunghezza dei colpi, raccogliendo i frutti rapidamente. Nel terzo game Djokovic non riesce a chiudere e stavolta è lui ad essere punito da un dritto lungo linea che lo lascia fermo. Zverev gioca con saggezza il resto del quarto set, concentrandosi sui propri turni di battuta e limitandosi a pungere in risposta. Djokovic arriva solo una volta a 40, ma non ha mai l’occasione per rientrare nel set, che si chiude con un servizio vincente di Zverev.
Il quinto set si apre però con il break di Djokovic al secondo game. Il tedesco perde di nuovo la prima e con la seconda riesce a difendersi solo parzialmente, costretto a cedere campo subisce il 2-0 con uno schema classico di Nole: la palla corta e il passante di dritto. Zverev accusa il colpo, e combina un disastro nel quarto game, quando avanti 30-0 subisce il secondo break di fila giocando due sciocchezze, una facile palla sotto la rete che gioca lunga con Djokovic ormai battuto e uno smash del tutto sballato che regala il 4-0 a Djokovic. Partita finita e la trasformazione di una delle cinque palle break sull’1-5, ottenute da Zverev, ha solo prolungato di qualche minuto il match e ricordato quante occasioni ha sprecato il tedesco stasera, spiegando forse come mai Zverev sia 0-11 contro i top10 negli slam.
Solo Medvedev quindi potrà impedire a Djokovic di entrare appunto nella leggenda di questo strano sport. Come in Australia, più che in Australia, la differenza tra i due durante il torneo è apparsa enorme. Con questa sicurezza il russo andò a sbattere contro un capolavoro tattico di Nole. Se succederà ancora il grande slam del serbo sarà più che il premio per una carriera fantasica, la giusta punzione per tutti gli altri.
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