[Q] E. Raducanu b. [17] M. Sakkari 6-1 6-4
A 18 anni e 300 giorni la vita di Emma Raducanu è stata del tutto stravolta. La ragazzina classe 2002, ben oltre le prime 300 del mondo a fine giugno, ha raggiunto la finale dello US Open realizzando una serie di primati pesantissimi: è la prima giocatrice, uomini compresi, a raggiungere la finale di uno Slam partendo dalle qualificazioni; la prima britannica a raggiungere l’ultimo atto dopo 44 anni; la prima allo US Open dopo 53. Virginia Wade, l’ultima di questa serie, era in tribuna anche stavolta dopo averla accompagnata già nei quarti di finale contro Belinda Bencic ad ammirare, o cercare di capire come un po’ tutti noi, che cosa stia accadendo sotto i nostri occhi.
Prima Leylah Fernandez che batteva Aryna Sabalenka in un thriller deciso solo sul finire del terzo set, ora lei, Raducanu, che ha invece avuto vita fin troppo facile contro Maria Sakkari che solo per qualche attimo di orgoglio non ha visto il 6-1 6-4 conclusivo tramutarsi in un punteggio ben peggiore. E così sarà finale tra due teenagers, due ragazzine classe 2002, in un avvenimento tanto sorprendente che lascia spazio agli archivi, anche qui, e ricorda come allo US Open un avvenimento del genere non si verificasse dal 1999 quando Serena Williams e Martina Hingis si affrontarono nell’ultimo atto: la statunitense avrebbe compiuto 18 anni il 26 settembre, la svizzera 19 il 30.
Raducanu, alla nona partita nel suo torneo, non ha ancora perso set. Non solo, nel tabellone principale non ha mai lasciato più di quattro game a set. Ieri Sakkari aveva impressionato per la prova al servizio contro Karolina Pliskova, ma quei numeri sembravano molto anomali e dettati da un enorme controllo che la ceca le concedeva, lei invece in una serata molto negativa. Oggi la musica era molto diversa: era a un passo dalla finale, era grande favorita sulla carta, aveva tutto da perdere. Nel primo game già si intuiva come il vento fosse cambiato: non concretizzava un 15-40 con tre chance mancate. Va al servizio e non c’è una prima palla che sia entrata in cinque punti, con Raducanu che rispetto alle ultime due uscite invece era subito pronta a far male da fondo campo. Sul 2-0, Emma è addirittura risalita da 0-40 con quattro nuove palle break cancellate. Un 3-0 durissimo da digerire per la numero 17 del seeding che, se già era entrata in campo spingendo ogni palla malgrado non sentisse proprio fluidità nel braccio e sensibilità nel tocco, ecco che tutto ciò accentuava soltanto il suo stato negativo, mandandola definitivamente in confusione e creando una enorme differenza tra le due protagoniste.
Raducanu veleggiava. Il suo atteggiamento era molto più deciso rispetto alla partita contro Bencic. Di rovescio sembrava non poter sbagliare, pescando vincenti da ogni posizione e in ogni modo, mentre col dritto reggeva bene una diagonale che per lei doveva essere delicata. Soprattutto, sembrava lei quella esperta delle due. Non un filo di reazione mano a mano che i punti passavano. Intascava il primo set e reggeva bene alla ripartenza, faceva il break sull’1-1 e allungava fino al 3-1 15-40. Qui un attimo di calo soprattutto perché sulla seconda palla break la palla deviata dal nastro le aveva apparecchiato tutto per un rovescio lungolinea con lei che invece aveva deciso per una palla centrale in appoggio, ricominciando lo scambio e venendo punita. Sakkari si salvava e aveva una prima reazione, ma in risposta era nulla e subito si ritrovava sotto 2-4 0-40 a un passo dal tracollo definitivo. Ha giocato bene, ha annullato quattro palle break, ma di nuovo non aveva raccolto nulla in risposta. Ha costretto la britannica a servire per il match sul 5-4 e comunque, ancora una volta, non c’è stato nulla che abbia potuto fare.
Dall’essere fuori dalle prime 300 del mondo a un passo dall’ingresso in top-30. Questo è il salto quintuplo che Raducanu sta vivendo. Finale Slam al quarto torneo del circuito maggiore in carriera, un match che segnerà la sua vita più di quanto non sia successo fin qui perché, ricordiamo sempre, si era dovuta ritirare negli ottavi di finale di Wimbledon per un attacco di ansia e panico contro Ajla Tomljanovic. Sabato, invece, giocherà per il primo titolo della carriera tra le grandi.
Gli highlights di Raducanu-Sakkari
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