[17] M. Sakkari b. [4] Ka. Pliskova 6-4 6-4
Nemmeno due giorni fa completava la durissima maratona contro Bianca Andreescu alle 2:15 del mattino, fino alle 2:45 era impegnata con le interviste e prima delle 5 non è andata a dormire. Malgrado questo, però, la forza fisica e lo spirito indomito di Maria Sakkari si sono manifestati in maniera clamorosa nell’ultimo quarto di finale femminile dello US Open dove con una prestazione perfetta ha liquidato una Karolina Pliskova molto sotto tono per 6-4 6-4.
È la seconda semifinale Slam del suo 2021, e della carriera, ed è forse un bene per lei avere subito una seconda chance dopo l’occasione enorme buttata a Parigi. Ha rivelato che non era riuscita a prendere sonno per quattro notti consecutive dopo la sconfitta con enormi rimpianti contro Barbora Krejcikova dove arrivò anche ad avere match point in un terzo set perso soltanto 9-7. Da lì è seguita qualche settimana di appannamento, le scorie negative di quell’evento l’avevano portata a non sentire più alcuni colpi come il dritto, ma dopo Tokyo ha cercato di fare alcuni lavori specifici col proprio coach e adesso tutto sembra girare a meraviglia.
Una partita dominata nelle intenzioni, prima ancora che nel gioco, fin dai primi punti. Contro di lei e la sua energia, una Pliskova quasi spenta. I numeri della ceca in risposta sono stati pessimi: due soli punti vinti nel primo parziale, un primo pesantissimo parziale di 22 punti consecutivi persi in risposta a cui ne è seguito un altro da 12. Non aveva tempo per fare nulla, quando riusciva a far partire lo scambio, perché l’aggressività della greca era troppo superiore ai suoi tentativi di combinare qualcosa da fondo. Il problema però è che sembrava non riuscire mai a pareggiare la spinta e l’aggressività imposta dalla sua avversaria. Troppe volte in contenimento, finendo dietro la linea della palla, lasciando campo libero senza brillantezza negli spostamenti. Il primo break subito è stato sull’1-1 nel primo parziale, il secondo sul 3-3 nel secondo. Lo svantaggio nei numeri sembrava minimo, ma per quasi tutta la partita non sapeva combinare nulla se non affidandosi al servizio da cui non raccoglieva nemmeno la quantità di ace serviti nei turni precedenti tra cui il record di 24 contro Amanda Anisimova a cui aveva fatto seguito i 20 contro Petra Martic.
Una serataccia per la numero 4 del seeding, costantemente in affanno e che pur quando riusciva a combinare qualcosa e tentare una sortita offensiva commetteva errori tattici banali come coperture approssimative della rete. Sakkari ha calato un attimo il ritmo nel secondo parziale, non ha sfruttato alcune palle break nelle prime fasi accusando un minimo di tensione nel braccio fin lì meccanico. Sono volati via (di poco) i primi dritti, una risposta bloccata è uscita (sempre questione di millimetri) su una terza chance, ma alla fine il vantaggio è arrivato ed è arrivata anche a servire sul 5-4. Subito 40-15, ancora è sembrata poco lucida sui primi due match point dove soprattutto nel secondo ha tentato una improbabile palla corta come a liberarsi dallo scambio. Sul 40-40, probabilmente, l’errore più grande della partita della ceca: con lo scambio che era partito e con Sakkari reduce da qualche minimo segnale di crepa era forse l’occasione più ghiotta per arrivare all’improvviso alla prima palla break della sua partita. Ha spinto col dritto anomalo in lungolinea, ha giocato un buono slice di rovescio stretto incrociato e costretto l’avversaria al recupero in allungo lasciando inevitabilmente lo spazio spalancato e lei invece di colpire lì ha giocato un dritto profondo sui piedi della greca dovendo ricominciare tutto da capo e perdendo il punto in tre colpi.
È vero che la numero 17 del seeding era in corsa e magari poteva essere pizzicata fuori posizione coi piedi, ma è altrettanto vero che parliamo di una che fa dell’atletismo il suo punto di forza. Delle scelte, Pliskova ha deciso per quella più complicata pagando la circostanza e venendo punita nel punto successivo da un (clamoroso) rovescio lungolinea vincente in controbalzo di Sakkari che si è presa così la partita, la semifinale, e il record assoluto nel ranking WTA per una tennista greca: con l’approdo tra le migliori quattro diventerà almeno numero 13 del mondo superando Eleni Daniilidou che nel maggio del 2003 si era issata fino al numero 14; Sakkari sarà dunque la miglior tennista greca di sempre in quanto a ranking e, in caso di ulteriore successo domani notte contro Emma Raducanu, farà anche l’esordio in top-10. Quelle notti insonni dopo Parigi, forse, adesso cominceranno ad avere un sapore (un minimo) più leggero.
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