[Q] E. Raducanu b. [11] B. Bencic 6-3 6-4
Due ragazzine classe 2002 sono in semifinale allo US Open. Dopo Leylah Fernandez, ecco Emma Raducanu. Dopo la canadese che ha vinto il braccio di ferro contro Elina Svitolina, ora è toccata alla britannica (ma nata in Canada) a scrivere la propria impresa contro la recente medaglia d’oro olimpica Belinda Bencic, che come nel 2019 aveva tra le mani una grande occasione ma si è spenta, soprattutto pensando alla prova molto positiva agli ottavi contro Iga Swiatek.
19 anni ancora da compiere, questo è appena il secondo torneo della carriera nel circuito maggiore. Il primo? Due mesi fa a Nottingham, poi Wimbledon. Un ottavo di finale e una semifinale Slam, una carriera che ancora deve cominciare e la vedrà da lunedì in top-50. A fine giugno era nemmeno vicina alle prime 300 del mondo. Giocare con tutta la fiducia del mondo, la spensieratezza e la libertà di chi vive ancora tutto ciò come un luna park e in fondo essere in campo è solo e soprattutto un divertimento, sta portando una ragazzina di talento a vivere qualcosa che sembra assurdo e invece è dannatamente reale.
Il tabellone l’ha aiutata ad arrivare tra le migliori otto. Doveva affrontare la testa di serie numero 13 all’esordio ma Jennifer Brady si è cancellata il giorno prima di scendere in campo. È entrata una lucky loser e lei, Emma, è arrivata con tanta facilità al terzo turno dove ha lasciato un game a una delle giocatrici di seconda/terza fascia che maggiormente stavano mostrando solidità in questo 2021: Sara Sorribes Tormo. Agli ottavi è stata agevolata dalla prestazione molto negativa di Shelby Rogers e dall’uscita di scena sorprendente di Barty. Lei da qualificata partiva sempre sfavorita, ma le potenzialità per ribaltare i pronostici c’erano. Oggi meno, perché aveva di fronte la numero 11 del seeding in un momento della carriera che forse mai era stata così bello da vivere.
Dall’oro olimpico c’era una svizzera più controllata nelle proprie emozioni, con un inizio sia a Cincinnati che soprattutto qui a New York dove voleva mettere sul tavolo le sue carte migliori e arrivava a questo quarto di finale con un percorso netto. Oltretutto, l’ottima vittoria al quarto turno pesava più di ogni altro biglietto da visita e l’inizio dove ha sfruttato un po’ di tensione di Raducanu e controllava i propri turni di battuta senza affanni sembrava ricalcare proprio quella partita contro Swiatek. Non c’era però la stessa presenza in campo: la prima stentava, Raducanu ha avuto modo di entrare in partita mentre la polacca ha sudato in maniera enorme per vincere ogni singolo punto al servizio, e con la risposta Bencic non entrava in maniera sciolta come due giorni fa. Sul 3-2, al primo game dove è mancato qualche colpo da fondo, è franata. Il doppio fallo nel momento cruciale era un segnale pesante, come il game perso sul 3-3 da 0-30 mancando due risposte ad altrettante seconde palle.
Contro Swiatek dopo 30 minuti aveva vinto 12 punti su 14 in risposta a una seconda palla. Oggi Raducanu aveva 9 su 12 quando ha messo a segno il punto del 4-3. Nell’ottavo game, poi, ancora un doppio fallo e due dritti vincenti subiti, con l’ultimo punto in cui la britannica non aveva colpito bene ma Belinda è stata lenta nell’avvicinarsi e a quel punto il passante era molto comodo. Il primo set è finito lì, con Raducanu che ha servito benissimo sul 5-3, e a inizio del secondo replicava con ottime soluzioni per risalire dal 15-40 e cancellare in tutto tre palle break. Bencic, a quel punto, era sempre più frastornata e nervosa, cominciando a colpire di rabbia e perdendo sempre più le misure. Sul 2-2, il nuovo break in favore della numero 150 del mondo che ha spezzato definitivamente la partita. Raducanu volava, mancava una chance di 5-2 e servizio ma risaliva alla grande dallo 0-30 sul 4-3, pur con tanta complicità dell’avversaria che mancava tre brutte risposte su quattro punti.
Bencic si tirava su per il 4-5 e in risposta cercava una via sfruttando l’inevitabile tensione di Raducanu, ma ancora una volta sullo 0-30 ha colpito male la risposta di dritto, facendosi poi agganciare sul 30-30 e perdere definitivamente la partita. La britannica, incredula, si lasciava andare sul terreno di gioco prima di girarsi intorno e non capire cosa stesse succedendo. Il suo torneo è cominciato ormai tre settimane fa, domani sarà di nuovo in campo per provare ad accedere alla finale.
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