di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
19 Giu 2021 09:00 - Diamo i Numeri
Stats Roland Garros: Djokovic verso la leggenda, Krejcikova super sorpresa
di Giancarlo Di Leva
Novak Djokovic ha vinto il suo secondo Slam sulla terra parigina diventando il terzo tennista della storia ad aver conquistato ,per almeno due volte, ciascuno dei quattro Slam. Gli altri due sono gli australiani Roy Emerson e Rod Laver ed è quest’ultimo che da domani il tennista serbo inseguirà, in quanto unico tennista a riuscire nell’Era Open U(1969) a realizzare il mitico “Grande Slam” nello stesso anno solare. L’impresa è a portata di mano del numero uno del mondo già quest’anno sullo slancio delle vittorie già conseguite in Australia e a Parigi e della grande motivazione che gli riviene dal voler quanto prima superare il record dei 20 Slam vinti in carriera che detengono in comproprietà Roger Federer e Rafael Nadal per il quale ha già messo la freccia in virtù dell’imminente inizio del torneo di Wimbledon.
La vittoria conquistata da Djokovic è ingigantita dalle difficoltà che ha dovuto superare a cominciare ovviamente dall’aver dovuto battere Rafael Nadal nel suo feudo prediletto dove, prima di venerdi ,lo spagnolo aveva perso solo due delle 107 partite giocate in 17 anni e peraltro in un’ edizione del torneo cui lo spagnolo teneva particolarmente al fine di rimanere detentore solitario del record di Slam vinti e nel contempo allontanare da questo obiettivo proprio Djokovic.
La dea bendata ha voluto che lo scontri diretto col campione maiorchino (testa di serie n.3)avvenisse in semifinale, fortunatamente davanti a un pubblico cui è stata concessa la deroga al coprifuoco, diventando così una finale anticipata e di fatto così è stato. Diokovic ha vinto nettamente nonostante una falsa partenza (0-5 ) che gli è costato il primo set . Senza scomporsi ha recuperato lo svantaggio gestendo con spaventosa freddezza il momento chiave del match in cui ha dovuto annullare un set point nel tie break del terzo set.La partita si è mantenuta costantemente su livelli molto alti.Abbiamo assistito a colpi spettacolari ad iosa e a espressioni di energia esplosiva da entrambi le parti ma, alla fine, Nadal ha dovuto letteralmente gettare la spugna, come forse non era mai accaduto in passato, nemmeno sulle superfici a lui meno congeniali.
Ma prima e dopo lo scontro diretto con Nadal ,il numero uno del mondo ha dovuto affrontare altri avversari che lo hanno fatto soffrire parecchio. A cominciare da un clamoroso Lorenzo Musetti che al debutto assoluto nel main draw di uno Slam, è stato capace di spingersi fino agli ottavi , e di strappare al numero uno del mondo i primi due set, entrambi al tie break,prima di crollare fisicamente ,per arrivare a Matteo Berrettini che, nei quart,i gli ha tenuto testa costantemente e, dopo aver perso i primi due set, ha saputo rientrare in partita sfiorando la possibilità di allungare la partita al quinto set .
La finale infine ha visto il debutto all’ultimo atto di uno Slam dell’idolo greco Stefanos Tsitsipas, alla vigilia del torneo numero uno della Race ed oggi Il più accreditato tra i Next Gen . Anche Tsitsipas, come Musetti, è andato avanti due set ma anche lui ,come l’italiano, ha subito il magico trasformismo di un eroico Djokovic da quel momento, facendo ricorso alla forza mentale che negli Slam fa la differenza, non gli ha lasciato una sola palla break, annichilendolo letteralmente , dando a tratti la sensazione di giocare come “ il gatto col topo”. Di seguito il dettaglio dei match giocati da Djokovic a partire dagli ottavi:
Nell’Era Open nessuno aveva mai conquistato uno Slam vincendo due partite risalendo due set di svantaggio. La morale che è emersa dai risultati del torneo maschile è l’inizio del nuovo rinascimento è rimandato a data da destinarsi. La maggior parte dei rappresentanti della Next Gen di fine secondo millennio che già da qualche anno apparivano i più attrezzati per aspirare a raccogliere il testimone dal trio dei divini , sembrano dare segni di logoramento . L’attesa è già andata oltre le previsioni. Thiem ,ormai prossimo ai 28 anni,dopo la vittoria estemporanea agli Us Open dello scorso anno, frutto della assenza in contemporanea di Federer e Nadal cui si aggiunse la rocambolesca squalifica di Djokovic ,non ha smaltito la sbornia da prima vittoria Slam ed è in caduta libera; Zverev che nel 2017 ,lancia in resta, sembrava il predestinato a guidare l’assalto al trono arrivando sul gradino più basso del podio , sembra non essere in grado di fare il salto di qualità decisivo, nonostante abbia vinto 15 tornei in 24 finali. Non sembra avere margini di crescita ulteriori e nelle occasioni che contano manca quasi sempre della zampata vincente. Dopo aver vinto tre Master 1000 e le Atp Finals tra il 2017 e il 2018, negli ultimi tre anni ha vinto di importante solo l’ultimo Master 1000 di Madrid all’inizio di maggio; negli Slam non ha mai battuto un top 10 e le cinque volte in cui è andato oltre gli ottavi ha sempre perso o con Djokovic o con Thiem e nel frattempo la classifica è peggiorata stazionando tra la sesta e la settima posizione. Il terzetto dei russi (Medevedev,Rublev e Kachanov) vivacchia benché Medvedev occupi da qualche mese la seconda posizione del podio, tra Djokovic e Nadal, raggiunta per effetto soprattutto della vittoria alle Atp Finals dello scorso anno. Anche per lui gli Slam si stanno confermando ostacoli molto ardui come confermano le sconfitte pesanti subite negli ultimi tre Slam disputati in cui non ha raccolto neanche un set:
Stanno vivendo fasi involutive anche Shapovalov e De Minaur (entrambi classe 1999). Come detto in premessa, l’unico che appare in crescita si conferma essere Tsitsipas che dimostra peraltro di avere “il fuoco dentro “più dei suoi coetanei come conferma la palese insoddisfazione al termine del match di finale che intanto gli ha consentito di conquistare i punti necessari ad ottenere il nuovo best ranking ai piedi del podio. Chissà che a farsi interpreti del nuovo rinascimento non venga richiesto l’ingresso in scena anticipato dei giovani “millennial” e in quel caso , scorrendo la classifica , il colore che risalta di più sembra essere l’azzurro.
Chiudo con una nota dolente che riguarda il tennis francese che proprio nello Slam di casa ha segnato una debacle clamorosa anche se il declino era in corso da anni. Con 28 tennisti al via (17 uomini e 11 donne) la Francia , per la prima volta nella storia non annovera presenze già nel terzo turno . Nella classifica di questa settimana i 10 tennisti transalpini compresi nei top 100 hanno perso complessivamente 49 posizioni.
Altri numeri del torneo:
1–Al terzo turno,contro il tedesco Koepfer ,per la prima volta in 424 partite Slam giocate, Federer è giunto al tie break nei primi tre set . Ha poi vinto al quarto set (7-6 6-7 7-6 7-5) ,per poi ritirarsi dando strada a Berrettini.
4-il nuovo best ranking di Tsitsipas che supera Thiem.
7- gli Slam vinti da Djokovic dolo i 30 anni (a partire da Wimbledon 2018). Nadal è rimasto fermo a 6.
14– le semifinali giocate da Nadal a Parigi in 17 partecipazioni. Il bilancio aggiornato è di 13 vittorie e una sconfitta.
18a1m– l’età dello spagnolo, Carlos Alcaraz che diventa il più giovane tennista ad aver raggiunto il terzo turno in uno Slam dal 2004 allorchè Nadal vi riuscì agli Aus Open a 17 anni e 7 mesi. Al Roland Garros occorre risalire al 1992 con l’ucraino Andrei Medvedev che aveva 17 anni e 9 mesi.
39a10m– l’età di Federer che, andando oltre le proprie aspettative, si è spinto fino agli ottavi di finale, diventando il secondo più anziano a riuscirci negli Slam da quando il mitico Pancho Gonzales ,nel 1968 a Parigi ,a 40 anni e 28 gg., approdò in semifinale perdendo da Rod Laver.
58- gli head to head tra Djokovic e Nadal. Il serbo è in vantaggio 30 a 28. Trattasi del record di scontri diretti nell’Era Open:
68– gli ottavi Slam di Federer. Dopo di lui Djokovic (54) e Nadal (50).
TORNEO FEMMINILE
Ci siamo abituati a vedere in campo femminile salire alla ribalta continuamente nomi nuovi , la qual cosa ovviamente fa particolarmente notizia nei tornei dello Slam ma non era mai successo ,se non agli Aus Open del 1978 (torneo che all’epoca era in realtà un torneo minore), di ritrovarsi in semifinale con quattro tenniste al debutto a questi livelli.
Abbiamo assistito dall’inizio a un ecatombe di teste di serie senza precedenti. In particolare sono uscite prematuramente la numero uno del mondo Ashleigh Barty ,ritiratasi per infortunio contro la polacca Linette al secondo turno dopo aver perso il primo parziale , la giapponese Naomi Osaka, seconda favorita della vigilia ,ritiratasi per motivi personali legati alla decisione di non voler partecipare alle conferenze stampa previste dal protocollo del torneo, e la bielorussa Aryna Sabalenka (tds n.3) uscita al terzo turno ,confermandosi allergica ai Major, visto che nei 14 Slam fin qui disputati non è mai andata oltre il quarto turno.
Agli ottavi sono approdate solo 4 delle prime 16 favorite -l’americana Kenin, (numero 4), Serena Williams (n.7), Viktoria Azarenka ,numero 15, e la campionessa uscente ,la polacca Swiatek, (n.8) che dopo aver lasciato solo 20 games nei primi quattro incontri disputati, si è inceppata nei quarti al cospetto della greca Maria Sakkari (tds n.17) ,per la prima volta in un quarto di finale Slam, che l’ha spazzata via in un ora e mezza con un doppio 6-4.
Con la tennista greca è riuscita ad approdata in semifinale , al settimo tentativo ,la russa Anastasia Pavlyuchenkova (tds 31) che, alla soglia dei 30 anni, ha sfatato un tabù che l’aveva vista uscire perdente nei sei quarti Slam disputati precedentemente a partire dal 2011. A completare il quadro delle semifinali due tenniste non comprese tra le teste di serie : la 25enne ceca Barbora Krejcikova , n.33 del mondo , al suo quinto Slam in carriera (miglior risultato il quarto turno a Parigi lo scorso anno) e Tamara Zidansek , prima slovena a raggiungere le semifinali di uno Slam ,che nelle precedenti otto partecipazioni Slam aveva vinto solo tre partite.
All’ ultimo atto sono approdate la Pavlyuchenkova , prima russa in una finale Slam dal 2015, e la Krejcikova che, a sorpresa, ha addomesticato “l’animus pugnandi” della Sakkari , annullando un match point all’avversaria sul 5-3 del terzo set e restando in controllo anche quando, sull’8-7, l’arbitro ha giudicato erroneamente la palla del primo match point a suo favore .Una tennista ceka in finale a Parigi mancava dal 2015 allorchè vi riuscì Lucie Safarova che però nulla potè contro una scatenata Serena Williams che quell’anno avrebbe realizzato il Grande Slam se non fosse” incocciata” nell’ impertinenza di Roberta Vinci che, imbrigliandola sorprendentemente nella semifinale di New York ,le soffiò il sogno di una vita.
Quella di sabato è stata la nona finale Slam dal 2018 tra due giocatrici alla loro prima finale. Alla fine ha alzato il trofeo Barbora Krejcikova alla sua seconda vittoria in carriera dopo quella ottenuta lo scorso mese al torneo 250 di Strasburgo. La tennista ceca è la tredicesima vincitrice diversa negli ultimi 17 Slam disputati dal 2017:
Altri numero del torneo femminile:
1–La Swiatek è stata l’unica testa di serie tra le prime 8 ad approdare nei quarti il che rappresenta il minimo storico nello Slam parigino.
2- le nazioni che non avevano mai avuto una presenza in semifinale prima di quest’anno: Grecia e Slovenia anche se per quest’ultima va detto che nel 1983 fu finalista del torneo per la terza volta, Mima Jausovec ,tennista yugoslava, nata in territorio oggi sloveno.
6– gli anni consecutivi in cui si aggiudica il torneo una giocatrice alla prima vittoria di uno Slam:
12– la striscia aperta di match vinti consecutivamente dalla Krejcikova dopo le vittorie a Strasburgo e a Parigi.
13- il best rankinkdella Pavlyuchenkova risalente al 4 luglio 2011. Col la finale raggiunta a Parigi risale dal 32simo al 19simo posto .
15– il nuovo best ranking della Krejcikova che ha recuperato 18 posizioni.
35– le nazioni rappresentate nel torneo femminile. Con 18 presenze gli Usa sono la nazione col maggior numero di giocatrici, la qual cosa avviene consecutivamente dal 2011 .
37–le top 10 battute in carriera dalla Pavlyuchenkova. Trattasi del record di vittorie verso top 10 tra le tenniste che non sono mai entrate tra le prime 10 del mondo.
52- le presenze della Pavlyuchenkova a tornei dello Slam. Con il risultato di ieri, diventa la tennista con il maggior numero di Slam giocati prima di approdare per la prima volta ad una finale Slam. Supera Roberta Vinci che giocò 41 Slam prima di approdare in finale agli Us Open del 2015 vinti da Flavia Pennetta.
Per il tennis italiano lo Slam parigino rappresentava un esame di laurea dopo cinque mesi esaltanti nei quali è stato protagonista di primo livello per effetto della continuità dei risultati , distribuiti su un ampia rosa di giocatori, e soprattutto della qualità dei nuovi talenti affermatisi di recente, a conferma della vitalità ed efficienza di un movimento che oggi è all’attenzione del mondo intero .
La dea bendata aveva scelto i migliori professori per testare lo stato di avanzamento dei nostri gioielli e una sapiente, quanto inconsapevole regia, ha fatto si che, dopo una serie di prove d’ingresso nel complesso agevoli, la prova finale dell’esame per i più meritevoli avvenisse al cospetto dei tre più forti tennisti della storia moderna, e venisse concentrata in un’unica seduta di laurea, fissata al lunedi della seconda settimana che, oltre a segnare un nuovo record per l’Era Open con tre presenze italiane negli ottavi, verrà ricordato come il giorno della “ sfida azzurra contro gli dei”.
Yannik Sinner e Lorenzo Musetti ,al suo primo Slam, si sono ritrovati così ad incrociare la racchetta rispettivamente con Nadal e Djokovic mentre Matteo Berrettini atteso al confronto contro Roger Federer si è trovato a saltare l’esame per indisposizione dell’avversario il che lo ha catapultato direttamente nei quarti di finale dove ad attenderlo c’era direttamente il numero uno del mondo.
Alla fine , come ben sapete, nessuno dei tre l’ha spuntata, ma tutti sono usciti dal campo a testa alta, consapevoli di aver compiuto un altro importantissimo passo, in termini di esperienza, sulla strada di una crescita che continua e consente di confermare obiettivi molto ambiziosi per ciascuno di loro.
Ha sicuramente impressionato la freddezza di Musetti che non ha minimente avvertito l’ansia del debutto: ha dominato contro Goffin (tds n.13) all’esordio , si è preso la netta rivincita sul giapponese Nishioka che lo aveva sconfitto a Parma , lasciandogli solo 10 games, ha sperimentato disinvoltamente i cinque set contro Cecchinato in una delle partite più dure del torneo, per poi “mettere seriamente paura” al numero uno del mondo strappandogli i primi due set al tie break , prima di finire la benzina. Veramente non si poteva osare di più.
Berrettini ha dimostrare di meritare in pieno la classifica che da due anni lo vede tra i top 10. Contro un Djokovic in versione de luxe , ha saputo tenerlo costantemente in pressione ,tornando in partita vincendo il terzo set dopo aver perso i primi due e sfiorando la possibilità di allungare il match al quinto set. E’ in fiducia e sull’erba potrebbe darci ottime soddisfazioni. Il tennista romano è il primo itslisno nella storia ad aver raggiunto almeno gli ottavi in tutti gli Slam : Aus 21,R.G.21,Wim 19 e Us Open 19(sf)e 20.
Per quanto riguarda Sinner credo che abbia bisogno di digerire la sovraesposizione di questi ultimi mesi. Abbassare un po’ le luci su di lui gli farà bene così come la rivalità con i suoi connazionali in crescita , gli sarà da stimolo. Non è stato sicuramente fortunato a ritrovarsi sulla strada di Nadal per tre volte in pochi mesi (R.G 20,Roma e R.G 21) perdendo otto set a zero, ma alla fine questo lo aiuterà a restare con i piedi per terra e continuare a lavorare sodo.
La missione di credibilità del tennis italiano in terra parigina si è conclusa con pieno successo quindi, suffragata anche dal comportamento complessivo di tutta la squadra di giocatori partecipanti (11) che hanno stabilito l’ennesimo record nazionale di 15 partite vinte in uno Slam.
Negli ultimi 4 anni la presenza degli italiani nei tornei del Grande Slam è sensibilmente aumentata in generale ove si pensi che con due soli Slam fin qui disputati quest’anno si è più che raddoppiato il numero di partite giocate e vinte dagli italiani nel 2017:
Infine una nota di merito particolare per Andreas Seppi che a 37 anni è riuscito ancora una volta a sorprenderci, piegando l’esuberanza del “millennial” più precoce ,il canadese Auger Aliassime (classe 2000) che pur avendo raggiunto una classifica invidiabile (nei top 20) ,per ora non riesce a “sfondare” come dimostrano le sette sconfitte subite nelle altrettanti finali fin qui disputate nel circuito maggiore .
Il riscontro più tangibile degli ottimi risultati ottenuti dagli italiani riviene dalla classifica aggiornata della Race per Torino dove Berrettini e Sinner sono saliti al 7° e al 9° posto, e nei primi 24 ci sono anche Sonego al n.17, Musetti salito di nove posizioni al n.21 e Fognini al n,24. Impensabile fino a sei mesi fa.
Altri numeri azzurri:
1–prima vittoria in uno Slam per Gianluca Mager che ha battuto il tedesco Gojowczyk prima di arrendersi onorevolmente contro Sinner in quattro set.
2- i teenagers negli ottavi a Parigi : Musetti e Sinner . L’ultima volta risaliva al 2006 con Djokovic e Monfils che si incontrarono proprio negli ottavi;si impose il serbo che poi cadde nei quarti ritirandosi contro Nadal dopo aver perso i primi due set.
3 –per la prima volta nell’Era Open tre tennisti azzurri in campo maschile approdano agli ottavi in uno Slam. Ante Era Open era accaduto cinque volte sempre al Roland Garros:
3 –per la prima volta nell’Era Open tre tennisti azzurri in campo maschile approdano agli ottavi in uno Slam. Ante Era Open era accaduto cinque volte sempre al Roland Garros:
5– le presenze azzurre al terzo turno a Parigi , per la prima volta nell’Era Open (seguono Spagna ,Germania e usa con 4); in precedenza era accaduto solo nel 1947 allorchè furono addirittura 6 tra cui Ferruccio Quintavalle che vi ebbe accesso senza aver giocato neanche un match a causa del ritiro dei precedenti avversari . Perse contro il sudafricano Sturgess .
6– Musetti raggiunge gli ottavi al debutto nei tornei Slam: dal 2000 solo sei tennisti ci sono riusciti:
7– gli italiani al secondo turno. Anche questo è un record nazionale per tutti gli Slam nell’Era Open : in precedenza , nel 1953,a Parigi, si arrivò a 8 presenze che al turno successivo si erano già ridotte a 2 .
10– i tie break giocati e vinti in carriera da Musetti. Gli ultimi tre questa settimana contro Goffin all’esordio (1) e contro Djokovic negli ottavi (2).
11- I derby italiani giocati nella storia al Roland Garros: 10 nell’Era Open:
14– le partite giocate al R.G. da tennisti italiani contro la testa di serie numero uno. Solo Adriano Panatta riuscì a vincere contro Borg nel 1976 ,l’anno in cui vinse il torneo.
17 – i tennisti italiani che sono riusciti ad approdare ai quarti di finale al Roland Garros almeno una volta .(in tutto 35 volte).
45- le partite giocate ne circuito maggiore da Nole Djokovic contro tennisti italiani con sole 3 sconfitte : contro Volandri nel 2004 a Umag (1° turno), Cecchinato nel 2018 al R.G (quarti) e Sonego nel 2020 a Vienna (quarti) ;
124- le partite Slam giocate da Andreas Seppi. Il bilancio è di 60 vittorie e 64 sconfitte . E’ a un passo dal record del mitico Nicola Pietrangeli che in carriera ha giocato 125 match nei Major vincendo 86 volte.