di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
23 Feb 2021 15:43 - Diamo i Numeri
Statistiche Australian Open: Djokovic è implacabile, poker di Osaka
di Giancarlo Di Leva
L’edizione più sofferta degli Australian Open resterà indimenticabile per gli organizzatori che hanno dovuto gestire la quarantena dei giocatori e l’impianto di Melbourne Park, che in tre settimane ha ospitato ben 7 tornei di cui uno Slam, stabilendo un record che sarà imbattibile.
In una finale Slam l’esperienza ha un peso specifico altissimo e Novak Djokovic l’ha fatta pesare tutta costringendo Danil Medvedev, imbattuto da 20 partite, ad una resa senza condizioni che lo ha fatto uscire dal campo con appena nove game nel carniere.
E così, nonostante le sofferenze dei primi turni legati anche al risentimento muscolare che sembrava potessero comprometterne la prosecuzione nel torneo, il numero uno del mondo ha alzato meritatamente per la nona volta l’ingombrante insalatiera degli Australian Open al termine di altrettante finali disputate, tre delle quali consecutive dal 2019. Trattasi di una performance seconda solo a quella di Nadal vittorioso al Roland Garros per 13 volte senza mai perdere una finale.
Con questo successo Djokovic sale a quota 18 Slam vinti complessivamente in 28 finali disputate, avvicinando Federer e Nadal fermi a 20 vittorie:
Medvedev d’altro canto sale per la prima volta sul terzo gradino del podio mondiale a ridosso di Nadal che lo sopravanza di soli 115 punti. Con Medvedev si è distinta la Russia in generale che per la prima volta ha piazzato tre tennisti nei quarti di uno Slam. Il derby con Andrey Rublev ha deciso il primo semifinalista cui si è aggiunto a sorpresa il 27enne Aslan Karatsev, la cui impresa ha dell’incredibile.
Il tennista russo, originario di Vladikavkaz, è il primo debuttante in uno Slam ad approdare in semifinale, la qual cosa è ancora più strabiliante ove si pensi che alla vigilia del torneo aveva vinto soltanto tre partite nel circuito maggiore. Karatsev, 114 del mondo, ha vinto contro pronostico cinque partite battendo tra gli altri un top 10 (Schwartzman) e due top 20 (Auger Aliassime, cui ha recuperato due set di svantaggio, e Dimitrov, che negli ottavi aveva superato Thiem). Nulla ha potuto contro Djokovic in semifinale ma in compenso, oltre ad aver incassato in due settimane un assegno pari quasi al doppio dei guadagni ottenuti in 11 anni di carriera vissuti pressoché nell’anonimato, si ritrova da questa settimana numero 42 del ranking, garantendosi l’accesso a tutti i tornei principali del calendario.
Tra le altre cose da ricordare c’è l’impresa di Stefanos Tsitsipas che è riuscito a battere nei quarti Rafa Nadal recuperando due set di svantaggio con un costo di energie notevolissimo poi pagato in semifinale contro Medvedev. Per Nadal si è trattato della terza sconfitta subita facendosi recuperare due set di svantaggio:
Altri numeri del torneo maschile:
2 – I tennisti russi approdati alle semifinali: Medvedev e Karatsev. Negli Slam era accaduto già due volte agli US Open: nel 2001 (con Safin e Kafelnikov) e nel 2006 (Davydenko e Youzhny).
3 – I tennisti che a 39 anni compiuti sono riusciti a vincere almeno un match in uno Slam: Connors (US Open 1991-92), Karlovic (5 volte) e Feliciano Lopez agli Australian Open 2021.
5 – I qualificati in uno Slam che hanno raggiunto la semifinale:
8 – Gli scontri diretti tra Djokovic e Medvedev col serbo in vantaggio 5-3.
9 – Il numero minimo di semifinali raggiunto da Djokovic in ognuno dei quattro Slam:
12 – La striscia di vittorie consecutive di Medvedev contro top 10 interrotta dalla sconfitta in finale contro il numero uno del mondo Djokovic:
il bilancio complessivo in carriera del tennista russo nei confronti di top 10 è di 21 vittorie e 20 sconfitte.
17 anni, 9 mesi e 4 giorni – L’età dello spagnolo Carlos Alcaraz, che battendo al primo turno l’olandese Van de Zandschulp è diventato il primo tennista nato nel 2003 a vincere una partita in un Major e il più giovane dal 2014 quando Kokkinakis, sempre in Australia, superò all’esordio l’olandese Sijsling a 17 anni, 9 mesi e 3 giorni.
20 – Le sconfitte al 5° set di Wawrinka negli Slam, dopo quella subita al secondo turno contro l’ungherese Fucsovics. Lo svizzero è secondo in questa scomoda graduatoria al pari del francese Clement, alle spalle dello spagnolo Verdasco arrivato a 22.
42 – Il nuovo best ranking di Aslan Karatsev che grazie alla semifinale raggiunta ha recuperato 72 posizioni.
114 – Il ranking di Karatsev alla vigilia del torneo. Lo stesso di Patrick McEnroe quando nel 1991 raggiunse, come il russo, la semifinale perdendo contro Boris Becker che poi avrebbe vinto il torneo.
Torneo femminile
Naomi Osaka, a 23 anni, conquista meritatamente il quarto Major in carriera. Stacca il gruppo delle concorrenti più temibili con cui ha sgominato negli ultimi anni, in un alternanza di successi che non ha precedenti nel tennis femminile, e va all’inseguimento dei miti del tennis in gonnella.
Quattro successi in altrettante finali negli ultimi nove Slam disputati, distribuiti negli ultimi quattro anni sull’asse New York-Melbourne, fanno della giovane tennista giapponese, campionessa impareggiabile anche di grazia e simpatia, la più performante dal 2007 ad oggi dopo Serena Williams.
L’ultima tennista capace di ottenere l’en plein di successi nelle prime quattro finali Slam disputate fu Monica Seles quando, tra il 1990 e il 1992, trionfò addirittura nelle prime sei finali disputate. Con questo successo, giunto al 18esimo assalto, la Osaka diventa la terza in graduatoria tra le tenniste in attività più titolate, alle spalle delle sorelle Serena e Venus Williams che hanno vinto rispettivamente 23 e 7 titoli. Raggiunta la belga Clijsters, che vinse il suo quarto Slam in Australia nel 2011 quando aveva 27 anni e 30 Slam alle spalle. Restando in ambito Era Open, nel mirino ci sono adesso i cinque titoli conquistati da Maria Sharapova tra il 2004 e il 2014 e prima ancora da Martina Hingis tra il 1997 e il 1999.
Il cammino nel torneo della tennista giapponese ha avuto soltanto un momento di grande difficoltà, quando negli ottavi ha dovuto annullare, nel terzo set, due match point alla spagnola Garbine Muguruza. Dopodiché tutto è andato fin troppo liscio, grazie anche alla precoce eliminazione delle prime due teste di serie che rappresentavano almeno sulla carta le maggiori insidie (Barty e Halep) con in particolare la beniamina di casa, numero uno del mondo che, dopo aver asfaltato le prime quattro avversarie lasciando loro 20 game in tutto, è andata in catalessi nei quarti, dopo il time out medico richiesto dalla sua avversaria, la ceca Muchova, in grado di mettere a segno un parziale di 12 game a 3 recuperando un parziale iniziale di 1-6 0-2.
In finale la Osaka ha avuto facilmente la meglio sulla 25enne americana Jennifer Brady (testa di serie numero 22), alla prima presenza in una finale Slam e favorita dalla sorte che le ha proposto prima della finale tutte avversarie con una classifica inferiore alla sua. La Brady è la settima debuttante in una finale Slam negli ultimi nove disputati:
In coda non si può non sottolineare per l’ennesima volta la voglia di combattere di Serena Williams (40 anni ad agosto), apparsa nell’occasione in una forma atletica invidiabile. Ha battuto avversarie agguerrite come Sabalenka e Halep ma nulla ha potuto in semifinale contro la Osaka nonostante un avvio di match promettente. Il record di 24 Slam vinti appare per motivi anagrafici sempre più complicato da raggiungere, ma se a luglio si giocherà sull’erba di Wimbledon, questa Serena sarà fondatamente ancora tra le favorite per la vittoria.
Altri numeri tra le donne:
0 – Per la prima volta dal 2010 nessuna tennista tedesca è approdata agli ottavi di finale
1- Prima vitttoria di una tennista egiziana in uno Slam grazie a Mayar Sherif, capace di superare il primo turno contro la francese Paquet.
1 – Primo quarto di finale Slam in carriera per la 35enne di Taipei Su-Wei Hsieh che torna, dopo un anno, nelle top 50.
2 – La posizione in classifica della Osaka, a 1351 punti dalla Barty.
7 – Il nuovo ranking di Serena Williams che torna prepotentemente tra le top 10. Nessuna tennista nell’Era Open ha avuto una classifica così alta all’età di Serena (39 anni e 4 mesi). In assoluto la più anziana tra le top ten resta al momento Billie Jean King che fu numero 8 il 23 settembre 1983 a 39 anni e 10 mesi.
21 – La striscia di partite vinte consecutivamente da Naomi Osaka a partire dal 7 febbraio dello scorso anno quando fu sconfitta in Fed Cup dalla spagnola Sorribes Tormo.
21 – Il record di partecipazioni al torneo di Venus Williams sconfitta da Sara Errani al secondo turno.
54 – I quarti di finale disputati da Serena Williams in uno Slam. Eguagliato il record di Chris Evert.
56 – Le presenze consecutive negli Slam della francese Alize Cornet. Il record assoluto è della giapponese Sugiyama con 62 presenze consecutive.
64 – Le settimane in cui la Barty è stata finora in testa alla classifica mondiale. Raggiunta la Halep, nel mirino la danese Wozniacki che si fermò a 71.
88 – Il record di presenze negli Slam di Venus Williams seguita dalla sorella Serena con 77.
105 – Record di match disputati nel torneo appartenente a Serena Williams, con un bilancio di 92 vittorie e 13 sconfitte.
Torneo degli italiani
Per quanto si era visto nei tornei di preparazione al major australiano e dopo le prestazioni tra alti e bassi della prima settimana, si erano create le premesse per un possibile epilogo storico in campo maschile. Il ritiro forzato di Berrettini e il “mezzo tonfo” di Fognini negli ottavi contro Nadal hanno smorzato gli entusiasmi, ma ciò nonostante il bilancio complessivo per il nostro tennis è da considerare senz’altro positivo.
Abbiamo ritrovato quasi d’incanto un Fabio Fognini capace di toccare livelli qualitativi che non pensavamo di poter rivedere (vedi il match contro de Minaur), il che crea ottime aspettative per il proseguo della stagione.
Matteo Berrettini ha raggiunto per la quarta volta gli ottavi in uno Slam dopo le ottime prestazioni in ATP Cup e questo ha contribuito a fargli ritrovare morale e consapevolezza dei propri grandi mezzi.
Jannik Sinner torna in Europa dopo aver capitalizzato un mese di esperienza ad alto livello, con il secondo trofeo in carriera (nono tennista ad esserci riuscirci dal 1990 alla sua età) e dopo aver avuto quasi la meglio contro la cattiva sorte legata al sorteggio, sfiorando contro il canadese Shapovalov una vittoria all’esordio che sarebbe stata eroica, in considerazione anche della stanchezza accumulata per effetto dei noti straordinari fatti nella settimana precedente.
Ha fatto bene Salvatore Caruso giunto al match point sull’11-10 del super tie break del quinto set contro Fognini, come benissimo ha fatto tra le donne Sara Errani, che ha superato contro pronostico la cinese Wang e Venus Williams, giungendo contro la Hsieh a due punti dagli ottavi di finale, il che la riavvicina sensibilmente al ritorno tra le top 100.
L’unica vera delusione ce l’ha data Lorenzo Sonego facendosi rimontare due set di vantaggio dal 39enne Feliciano Lopez. E’ frustrante ma speriamo che anche questa lezione possa servire al tennista piemontese che ha dimostrato lo scorso anno di avere le carte in regola per fare il salto di qualità definitivo. Nel complesso in campo maschile per la nona volta nell’Era Open abbiamo avuto due azzurri negli ottavi di uno Slam, la seconda agli Australian Open:
In campo maschile si è registrato il record di partite vinte (8) ed è stato eguagliato quello relativo alle partite giocate risalente al 1992: se Berrettini avesse potuto giocare il suo match degli ottavi contro Tsitsipas anche questo record sarebbe stato migliorato.
La miglior performance rimane quella del 2012 (57,14%) quando però erano presenti solo 3 italiani (Seppi, Volandri e Fognini che raggiunse per la prima volta gli ottavi di finale). Quattro anni prima, nel 2008, per la terza volta nell’Era Open gli italiani lasciarono il torneo senza neanche una vittoria:
Altri numeri degli italiani:
4 – Le volte in cui Fognini e Seppi sono approdati agli ottavi. Il miglior piazzamento tuttavia rimane quello di Cristiano Caratti che nel 1991, da numero 101 del ranking, raggiunse sorprendentemente i quarti di finale approfittando di un corridoio pressoché irripetibile per uno Slam. Nelle cinque partite giocate affrontò sempre avversari con una classifica più bassa della sua, perdendo paradossalmente nei quarti contro pronostico in quanto il suo avversario, Patrick McEnroe, era numero 114.
9 – Le sconfitte dei tennisti azzurri al 5° set agli Australian Open dopo aver vinto i primi due set:
63 – Le partecipazioni di Andreas Seppi agli Slam (di cui 62 consecutive).