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US Open, Serena Williams contro Pironkova: ai quarti di finale è sfida tra mamme

[3] S. Williams b. [15] M. Sakkari 6-3 6-7(6) 6-3
[PR] T. Pironkova b. A. Cornet 6-4 6-7(5) 6-3

Dopo le 100 vittorie allo US Open raggiunte un anno fa, Serena Williams ora tocca la tripla cifra di successi sull’Arthur Ashe Stadium. Numeri da capogiro per la leggenda statunitense, che torna ai quarti di finale nello Slam di casa con una partita dove ha vissuto un brutto quarto d’ora tra fine del secondo set e inizio del terzo, ma a conti fatti non è mai stata realmente a rischio. I rimpianti per Maria Sakkari, invece, sono tanti. La greca aveva condotto la partita come era nei suoi piani iniziali, riuscendo a portarla sui suoi binari e a ottenere un importante break di vantaggio in apertura del parziale decisivo, ma per tutta la partita ha avuto un dritto che era molto falloso, irregolare, concedeva spazio e tempo all’avversaria quando si trattava di scambiare sulla diagonale. Quel colpo è mancato in diverse circostanze cruciali, alle volte scomposta e altre proprio continuando lei stessa a farsi dei gesti di stizza perché non le piaceva come si stava proponendo.

Nel complesso è stata una partita abbastanza anomala nella sua regolarità, perché per due set interi i servizi la facevano da padrone e Sakkari addirittura metteva a segno più ace dell’avversaria. Il punto di svolta è stato in un piccolo frangente a cavallo tra il 2-2 e il 4-2 per Serena nel set d’apertura: la greca mancava un ghiotto 0-40 nel quinto game e cedeva la battuta nel sesto dopo un turno molto combattuto. Il piccolo passaggio a vuoto proseguiva e su quello la numero 3 del seeding ha costruito il margine per chiudere comodamente la frazione in suo favore. Nel secondo è stato un susseguirsi di game tenuti facilmente dalle due finché sul 5-5 prima Sakkari ha rimontato da 15-30 con due ottimi rovesci incrociati, poi Serena ha salvato due set point con altrettante prime vincenti. In quel dodicesimo gioco, però, stava cominciando una piccola crisi di rendimento per la statunitense che poi l’avrebbe condotta a spegnersi coi piedi, a mettere meno prime palle in campo e ad aumentare gli errori gratuiti.

C’è voluto il quinto set point, a Sakkari, per portare la sfida al terzo ma a quel punto aveva di fronte un’avversaria infastidita, in difficoltà, in uno scenario abbastanza simile a quello vissuto ormai 10 giorni fa al Western & Southern Open. Non si sarebbe mai materializzato lo stesso 6-1, però a inizio del set partiva con una posizione psicologica di vantaggio, concretizzata anche dall’immediato break con uno spirito molto combattivo a fronte di un’avversaria ancora spenta. Sotto 0-2, però, la partita è cambiata. Come dirà poi in conferenza stampa, non le è parso di “sciogliersi” (dirà “I didn’t choke it”, che però in italiano non andrebbe benissimo con “non l’ho soffocato”) ma di mancare nei momenti in cui Serena le stava concedendo una chance. Riusciva a mandarla in allungo, riusciva a reggere e dettare il ritmo quando neutralizzava l’uno-due dell’avversaria, ma spesso mancava nella fase finalizzata.

Poi, dall’altra parte, c’è una campionessa e cosa succede nel momento più delicato? Arriva la prima in aiuto. Ancora una volta. 3-3 e 30-30, con Sakkari che cercava di riproporsi in zona break e lei serve al centro a 124 miglia orarie il servizio più potente del torneo femminile fin qui (200 chilometri orari). Tenutasi a galla, è salita immediatamente 0-40 con altri due gratuiti di dritto della greca e alla terza chance ha fatto il punto del 5-3 (altro dritto a fondo rete di Sakkari) divenuto immediatamente 6-3. La caccia al numero 24 continua e mercoledì, verosimilmente in serata, avrà di fronte a sé Tsvetana Pironkova. Sarà una sfida tra mamme, anche se a giudicare dalla partita vinta dalla bulgara oggi sarà difficile avere molta competizione. Già tra le due ci sono alcune categorie di differenza per palmares e curriculum generale, ma la bulgara oggi è apparsa con la spia rossa della riserva accesa fin dalla fine del secondo set contro Alizé Cornet.

La francese manca il primo quarto di finale Slam al cinquantasettesimo tentativo, forse quello che le aveva dato la chance migliore dopo aver estromesso Madison Keys (per ritiro) perché Pironkova già al termine del terzo turno diceva che per la prima volta il suo corpo le aveva dato dolori durante la partita. Il non giocare da oltre tre anni è emerso ma il riposo avuto le ha dato modo di giocare oggi per un set e mezzo ancora a livelli sorprendentemente elevati. Perfetta e cinica nel primo set, si è portata fino al 6-4 2-0 e 15-40 per cominciare poi a sentire la fatica. Il dritto, già un colpo molto costruito, era meno fluido e la traiettoria tendeva ad alzarsi troppo. Cornet invece cominciava a battagliare dando come al solito tutto quello che aveva per cercare di rientrare. Riprendeva il break di ritardo, scattava sul 4-2 ma non riusciva a evitare il nuovo riaggancio con Pironkova che poi vinceva un lunghissimo nono game e andava per la prima volta a servire per il match.

Non è andata bene sul 5-4, con anche un match point mancato, e successivamente sul 6-5 quando sembrava ancor di più “sulle gambe”. Il tie-break sembrava continuare su questa linea in cui Cornet mano a mano prendeva il comando della partita, chiudendo al terzo set point per il punto del pareggio, ma nel terzo set non è riuscita anche lei a concretizzare il momento favorevole. Ha preso un break di vantaggio per il 2-1 ma è stata nuovamente costretta all’aggancio e sul 3-3 ha lasciato un game in risposta che poteva essere cruciale. Era ormai una partita poco spettacolare, estremamente dura e faticosa, ben oltre le due ore e mezza, eppure la sorpresa è arrivata quando la bulgara ha avuto la palla per il 5-3, concretizzata grazie a un brutto errore tattico della francese che ha deciso di attaccare sul rovescio con un approccio di dritto non entusiasmante. Pironkova l’ha fulminata sull’incrociato e nel game successivo ha chiuso al terzo match point complessivo per il più improbabile dei rientri dopo oltre tre anni di stop con una corsa che ha avuto tanti incastri positivi tra una porzione di tabellone che le dava speranza e giocatrici non ancora pronte al massimo della condizione, ma oggi a un certo punto era lei chiamata a fare qualcosa in più e non sembrava avere le energie sufficienti.

Adesso la sfida a Serena Williams. Sarà un quarto di finale tra mamme, e sarà probabilmente la fine del suo percorso. Immaginando però che sarà un evento che ricorderà a lungo come raccontava abbastanza emozionata al microfono a fine gara quando citava suo figlio dicendo che le mancava da morire non vederlo da due settimane ma sapeva che era a casa a guardarla e che era felicissima di averlo reso orgoglioso. Amore e potere di mamma.

Diego Barbiani

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Diego Barbiani

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