di Salvatore Sodano C’era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e il tennis? Forse, ma scavando nel fotocatalogo dei vip, a disposizione nella banca dati, di Morandi tennista non c’è traccia. Allora? Cosa c’entra Morandi con il tennis, a parte le circostanze che spesso lo hanno visto esibirsi negli stadi del […]
15 Feb 2020 16:42 - WTA
WTA San Pietroburgo: Rybakina, nuova finale e top-20. Solo Bertens tra lei e il titolo
Elena Rybakina centra la quinta finale negli ultimi 6 mesi. Numero 196 del mondo un anno fa, lunedì sarà numero 19. Tra lei e primo titolo Premier c'è Kiki Bertens, campionessa in carica a San Pietroburgo.
di Diego Barbiani
Il 17 febbraio 2019 Elena Rybakina stazionava al numero 196 del mondo. Il 17 febbraio 2020 la kazaka si troverà al numero 19. Una salita vertiginosa, fatta perlopiù di risultati nei tornei WTA International dove ha raggiunto quattro finali e una semifinale da metà luglio dello scorso anno, ma ora la ragazzina classe 1999 sta cercando di proporsi anche nei tornei di maggior spessore.
San Pietroburgo non è uno dei più importanti nel panorama tennistico, ma è piuttosto ben frequentato come dimostrano le due top-10 al via più Petra Kvitova, campionessa nel 2018, e altre tre top-20. Rybakina, che qui sta disputando il quarto torneo del suo 2020, ha raggiunto la terza finale stagionale dopo Shenzhen e Hobart con due partite tra quarti di finale e semifinale in cui ha impressionato.
Oggi, contro Maria Sakkari (numero 6 del seeding), non ha dovuto salvare match point come invece accaduto ieri contro Oceane Dodin, ma ancora una volta spalle al muro ha cominciato ad alzare il proprio livello girando la partita completamente dalla sua parte. Non aveva fatto benissimo nel primo set, trascinata in tanti errori gratuiti da una greca molto pimpante e con idee di gioco abbastanza chiare. Sakkari voleva un po’ muoverla il più possibile, un po’ darle palle sempre diverse per limitarne l’aggressività. Rybakina, che non riusciva a crearsi le giuste chance per colpire, precipitava in una spirale di errori che le sono costati quattro game consecutivi dal 3-2 in suo favore. Un cenno di reazione a inizio del secondo set le dava un break di vantaggio, ma Sakkari non si è disunita, organizzando immediatamente il controbreak.
Fondamentale, qui, l’apporto del coach Tom Hill al cambio campo sul 3-2 per Rybakina, ricordandole che quel break era facilmente recuperabile non appena avrebbe ritrovato disciplina, seguendo dunque il piano tattico preparato nel pre-partita. Due risposte diverse hanno mandato in confusione l’avversaria, subito sotto 0-30, e malgrado il recupero è arrivata poi la palla break, realizzata con una stecca di rovescio della numero 8 del tabellone. Malgrado fosse riuscita a rimettere la partita sui suoi piani, però, Sakkari ha mancato il colpo finale. Sul 4-5 Rybakina ha giocato un gran game al servizio e piano piano ha cominciato a girare l’incontro. Importantissimo il primo punto vinto sul 5-5, perché Maria aveva il pallino saldamente in mano e dopo un contropiede di dritto avrebbe dovuto prendersi il punto, invece Rybakina non solo ci è arrivata ma ha rigiocato un colpo difensivo che le ha dato profondità e le ha fatto riguadagnare il controllo del punto, trovando in due mosse il modo di colpire col suo dritto, ben più devastante, verso il lungolinea. Quello 0-15, alla fine, farà malissimo perché Sakkari ha sentito il colpo commettendo doppio fallo per lo 0-30. Rybakina ha preso il comando, e con un rovescio lungolinea vincente trovava anche il break del 6-5 capitalizzando la prima chance col servizio a disposizione. Non un game pulitissimo, con anche una brutta voleè dove è mancata coordinazione ed elevazione sul 30-30, ma ha prontamente rimediato chiudendo il set.
L’inerzia a quel punto era tutta dalla sua parte, e con un terzo set di autorità, proprio come ieri contro Dodin, si è garantita la vittoria, la quindicesima in stagione su 17 gare disputate. Fa impressione, poi, vedere come stia affrontando questo cammino. Regala piuttosto poco, in campo, in termini di emozioni. Silenziosa durante gli scambi, quasi priva di reazioni (nel bene e nel male), e con un’esultanza che sostanzialmente non c’è. Eppure, e qui un po’ il paradosso, è una alquanto loquace e dalla storia anche abbastanza interessante. Aveva provato col pattinaggio, ma la stazza non sembrava garantirle un grande futuro. Un giorno ha provato col tennis e col tempo ha cominciato a prendere sempre più fiducia, pur non avendo mezzi economici per garantirsi un allenatore proprio ma continuando fino al 2018 ad allenarsi nelle scuole tennis con gruppi di ragazzi come può avvenire con ognuno di noi “mestieranti” e sognatori.
Domani la finale, la prima a livello Premier, contro l’avversaria più tosta: Kiki Bertens, numero 2 del seeding e campionessa in carica. L’olandese oggi ha superato la terza russa della sua settimana, Ekaterina Alexandrova, con una partita piuttosto altalenante da parte di entrambe, conclusa 6-1 4-6 6-1 per la numero 8 del mondo dove però nella sua giornata pesa soprattutto il brutto secondo set perso e un inizio non facile del parziale decisivo. A dispetto del punteggio, infatti, la stessa Bertens non è apparsa contenta di se stessa. Dopo un inizio in controllo e con Alexandrova che si produceva in tanti errori, nel secondo è stata lei a smarrire i fili del proprio tennis quando era al servizio sul 6-1 2-0. Dal nulla, quasi, tre errori gratuiti che hanno regalato il controbreak immediato a una russa che non era ancora entrata in partita, poche accelerazioni rimanevano in campo e l’atteggiamento era molto negativo. In pochissimo tempo, Bertens non riusciva più a difendere il campo e muoversi come fatto nei primi 40 minuti, perdendo molto spazio, sbagliando con maggiore frequenza ed entrando in confusione. Il brutto passaggio a vuoto si è arrestato a un passo dal quinto game consecutivo subito, ma aveva portato la russa completamente in partita e lei, Kiki, ha buttato via un interessante 15-30 sul 4-5 che era anche l’ultimo treno di quel parziale.
Nel terzo set Bertens è riuscita a partire avanti e con anche un po’ di fortuna si è presa il break del 2-0. Sulla palla break, dopo che Alexandrova non aveva concretizzato le sue opportunità di 1-1, la russa ha colpito molto profondo tanto che l’olandese si era come fermata vedendo la palla fuori. Non sentendo la chiamata Bertens ha dovuto colpire la palla in qualche modo e la russa, forse confusa dall’atteggiamento, ha giocato un colpo d’attacco troppo corto completando il disastro sul tentativo di schiaffo al volo di rovescio, affossato a metà rete. Bertens era ancora in affanno, fermava il primo punto del terzo game vedendo la palla fuori salvo poi urlarsi contro (e di fatti hawkeye mostrava la palla sulla riga) ma l’avversaria non ha saputo rientrare nel match. L’allungo sul 3-0 ha messo una seria ipoteca sul risultato, il doppio break per il 4-0 ha chiuso i giochi. Domani Kiki cercherà di diventare la prima tennista capace di imporsi per due anni di fila, spezzando un digiuno che per lei dura da Madrid dello scorso anno.
Risultati
[8] E. Rybakina b. [6] M. Sakkari 3-6 7-5 6-1
[2] K. Bertens b. E. Alexandrova 6-1 4-6 6-1