[3] R. Federer b. M. Fucsovics 4-6 6-1 6-2 6-2
Dopo le Millman-fatiche di due giorni fa, Roger Federer affronta – e batte – per la terza volta Marton Fucsovics, nonostante un avvio complicato, col punteggio di 4-6 6-1 6-2 6-2, centrando la vittoria numero 101 agli Australian Open e i quarti di finale, dove lo aspetta Tennys Sandgren, giustiziere di Fabio Fognini in mattinata.
Per buona parte del primo set, la partita segue la regola dei servizi e un ritmo generale piuttosto blando, spezzato da qualche buona giocata di tocco di Federer, che, sì, accende il pubblico, ma è più che altro fine a sé stessa e non va ad inficiare sulla reale prestazione d’avvio dell’elvetico, proprio perché sporadica e oscurata, invece, da molti errori – soprattutto di “scentramento” palla – e da un continua condizione di affanno che lo porta a rincorrere non appena l’altro aumenta leggermente i giri. Ed è da quegli stessi sbagli, tra cui un dritto largo e una volee in rete, che matura lo 0-40 del settimo gioco dal quale non riesce più a risalire e permette a Fucsovics di mettere la testa avanti. Naturalmente, se l’elvetico è lontano dal suo miglior tennis, è anche innegabile la solidità dell’ungherese, il quale riesce a tenere bene il campo e a non concedere nulla sulla battuta, garantendosi un parziale di vantaggio.
Strano a dirlo, ma quello appena passato e che, per come si era messo, poteva lasciar presagire un’altra prova difficile per il 20 volte campione Slam, si trasforma velocemente in un non-match, grazie al vistosissimo calo di Fucsovics cui segue una discreta e più che sufficiente ripresa dello svizzero.
Costretto alla rincorsa, Federer è assolutamente chiamato a trovare una soluzione per assicurarsi il secondo set, di vitale importanza per le economie dell’incontro. Per sua fortuna, viene facilitato dall’altro che, dopo un set quasi immacolato nei momenti significativi, cala la percentuale di punti con prima e seconda di servizio, proporzionalmente aumenta i colpi sparacchiati larghi o a mezza rete e concede sempre più spazio ai vincenti di Roger, permettendogli di incanalare rapidamente e quasi a fotocopia sia secondo che terzo parziale, con doppio break di vantaggio acquisito pronti-via, rispettivamente 6-1 e 6-2.
L’emorragia ungherese è ormai inarrestabile e la quarta manche è pura formalizzazione, in quanto Fucsovics è ormai perso nei meandri della sua quotidianità e Federer sa bene che è il momento giusto di archiviare la pratica, per evitare ulteriori sforzi. Come già avvenuto in precedenza, anche qui lo strappo si manifesta subito in favore dello svizzero che, in ordinaria amministrazione, gestisce e si assicura i quarti di finale.
Probabilmente oggi Roger è stato è stato molto fortunato. Ancora con scorie palesi e visibili della maratona contro Millman. Con altri nomi, probabilmente il Federer di oggi e del primo set soprattutto, avrebbe avuto seri problemi a cavarsela, rischiando anche di uscire. Invece ha avuto modo di gestire bene le forze e riposarsi, perché sebbene i quattro set, il match è scivolato via abbastanza rapidamente. Ora obiettivo Sandgren, che sta esprimendo un buon tennis e poi, se tutto va come deve, maxi sfida con Djokovic, alle prese con Milos Raonic. Un’eventuale semifinale per Federer significherebbe far fondo a tutto ciò che ha e la speranza è che sia molto più di quanto visto finora.
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