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20 Ott 2019 17:24 - WTA
WTA, Ostapenko chiude alla grande il 2019: titolo in Lussemburgo, Goerges spazzata via
Seconda settimana consecutiva sopra le righe per Alona Ostapenko, che dopo la finale a Linz vince in Lussemburgo il primo titolo WTA dal 2017. Prova travolgente della lettone contro Julia Goerges e rientro in top-50 assicurato. Servirà ora la prima vera off season priva di intoppi.
di Diego Barbiani
[WC] A. Ostapenko b. [2] J. Goerges 6-4 6-1
Colpo di coda importante per Alona Ostapenko, che in Lussemburgo vince il primo titolo WTA dopo oltre due anni di attesa. Un digiuno, per la lettone, che durava da Seoul nel 2017 e che l’aveva portato nel frattempo a perdere gli ultimi atti a Miami 2018 e la scorsa settimana a Linz.
L’ex numero 5 del mondo, vittima di un 2019 che come lei stessa ripete è stato tutto fuorché facile, ha dato segnali importanti nelle ultime due settimane per quantomeno una ripresa nel gioco. Se i tornei in cui ha fatto bene sono forse tra i più trascurati dalle migliori del ranking WTA, c’è stato però da parte sua un livello di gioco che non si era mai visto fin qui.
Questa settimana accanto al suo nome c’era il numero 63 del mondo, poco tempo fa rischiava anche l’uscita dalle 100, ma quanto visto tra Linz e Lussemburgo racconta di una giocatrice che ha tutti i cavalli per essere molto più in alto di così. L’indoor può averla aiutata nel colpire sempre una palla con poche deviazioni dovute a fattori ambientali, ma la giocatrice che quasi si autodistruggeva per gran parte del 2019 ha lasciato spazio a una versione completamente diversa.
Tra Linz e Lussemburgo Alona ha vinto 9 partite, battendo tra le altre anche Elise Mertens e, oggi, Julia Goerges, spazzata via dal campo in un match che non vedevamo, da parte di Ostapenko, da tantissimo. Soprattutto ha sorpreso il rendimento al servizio, che per tantissimo tempo è stato un tassello negativo con una quantità di doppi falli spesso vicina, se non oltre, ai 15 a partita e crollata in queste ultime due settimane. Il colpo di inizio gioco è sempre stato un problema da quando a 15 anni si è gravemente infortunata alla spalla. Da allora non è mai riuscita a ritrovare la giusta confidenza e, quando le cose andavano molto male, è subentrata anche la paura a mandare completamente all’aria quel poco di buono che il colpo le dava.
Oggi, contro una maestra al servizio come Goerges, Ostapenko ha messo a segno 6 ace e 0 doppi falli. E gli 11 vincenti che le statistiche le hanno attribuito sembrano davvero pochi, perché soprattutto dal 4-4 nel primo set ha trovato una concretezza e un’aggressività di primissimo livello. Zero è anche il numero, di nuovo sorprendente, di palle break offerte pur trovandosi nel primo set costretta a servire per seconda con una Goerges che su questi campi si trova molto bene, reduce da 9 vittorie consecutive dopo il titolo conquistato qui nel 2018. Non è riuscita, la tedesca, nel bis e molto onestamente ha ammesso anche lei, nella premiazione, che oggi c’era nulla che potesse fare per togliere Ostapenko dalla comfort zone.
Adesso, tornata in top-50 (domani sarà numero 46 del mondo), Ostapenko può preparare con una buona iniezione di fiducia il 2020. E sarà fondamentale la off season, perché una delle ragioni del calo continuo degli ultimi anni partiva proprio da lì. Nel 2017 non è riuscita ad allenarsi per più di 10 giorni, complici i tanti impegni obbligatori a seguito della stagione spettacolare chiusa al numero 5 del mondo e al cambio di coach per l’addio improvviso di Anabel Medina Garrigues andata ad allenare la Spagna in Fed Cup. Nel 2018 invece ci fu l’infortunio al polso che ha rovinato l’intero finale di stagione e ha condizionato il 2019 almeno fino a marzo, per poi subire la bronchite a Charleston trascinata fino a Stoccarda, poi la febbre a 39 quando era in campo a Roma (dove è stata costretta al ritiro) e il ricovero in ospedale durante la settimana di Tashkent. Dovesse finalmente riuscire ad allenarsi seguendo una dovuta tabella di marcia, le cose potrebbero essere diverse rispetto a quanto visto fin qui perché veniva costretta a forzare i tempi e a dover recuperare almeno due mesi di ritardo nella condizione atletica rispetto a tutte le altre.
Un indizio di come qualcosa stesse cambiando lo si poteva intuire anche a Pechino, quando eliminò la numero 2 del seeding (e del mondo) Karolina Pliskova 2 giorni dopo essere dimessa dall’ospedale e aver viaggiato in Cina per non perdere la chance di giocare con una wild-card. Ha perso malamente, poi, la partita contro Katerina Siniakova perché completamente svuotata di energie, ma da lì ha raggiunto ben due finali tra cui quella vinta oggi che le ha stampato sul volto un sorriso enorme.