Matteo Berrettini scrive un’importante pagina di storia nel grande libro del tennis italiano e approda in semifinale agli US Open. Il romano ha sconfitto in rimonta Gael Monfils, testa di serie numero 13, con il punteggio di 3-6 6-3 6-2 3-6 7-6 dopo tre ore e cinquantasette minuti di grande match. È il quarto italiano a centrare una semifinale Slam, il secondo a New York (prima di lui Corrado Barazzutti, oggi presente nel box di Matteo, nel 1977).
Il primo strappo determinante ai fini del punteggio maturato arriva a metà primo set e riassume un inizio non troppo convincente dell’azzurro: Berrettini si limita a martellare da dietro senza quasi mai sfondare mentre Monfils, più centrato del solito, oppone un’ottima resistenza riuscendo spesso a capovolgere l’inerzia dello scambio. L’allievo di Santopadre prova a risolvere le prime difficoltà col servizio ma – alla lunga – delle buone risposte permettono al transalpino di prendere il largo: il break del sesto gioco spezza l’andamento della partita e regala a LaMonf il parziale d’apertura.
Il 2-0 a tinte francesi con cui si apre la seconda frazione lascia presagire ad una partita a senso unico; tuttavia, le prime crepe sono dietro l’angolo: Monfils si disunisce, Berrettini trova finalmente il contro break e da lì in poi comincia a macinare gioco. Il diritto torna a sfornare vincenti, gli scambi si abbreviano e dall’altra parte della rete arriva qualche errore: ne segue una serie di sei giochi a uno con cui Matteo si assicura il secondo set e rimette la partita in discussione.
Un momento positivo, quello che permette al classe 1996 di portare il match sull’1-1, in grado di avere seguito anche nel parziale successivo, dove Berrettini approfitta di un Monfils sempre più falloso e domina chiudendo 6-2. La partita diventa ben incanalata ma trova un altro cambio di regia ad inizio quarto set, all’interno di un terzo game durato quasi dieci minuti: il francese arretra ulteriormente e torna a macinare chilometri, chiedendo l’aiuto del pubblico e trovando quel ritmo in risposta che gli aveva permesso l’allungo ad inizio match. Berrettini non ne ha più, cede la battuta e non riesce a risalire: 6-3 Monfils, quinto set.
Si giunge così al set decisivo, una frazione che niente meglio del livescore riesce a riassumere. Ma tant’è: Berrettini parte forte, trova il break in apertura ma viene tradito dal diritto nel game successivo, commettendo due errori consecutivi e consegnando il game del 2-1 a Monfils. Si procede on serve per un paio di giochi, poi LaMonf sceglie – sconsideratamente – di cercare con insistenza la rete e viene punito con un sanguinoso break a 0. Una serie di nove punti consecutivi traina Matteo verso il 5-2 e, poco dopo, arriva il primo match point: a tradirlo, stavolta, è però il servizio, con cui commette doppio fallo per poi sprofondare con due brutti errori. 5-4 e tutto da rifare.
Monfils va 5-5, poi salva altri due match point e quando si assicura il tie-break decisivo è un fiume in piena, il protagonista di un thriller pronto ad assicurarsi il lieto fine. Difficile dare Matteo per favorito, a questo punto, eppure Gael si offre con due doppi falli e quando tenta l’ennesimo recupero (da 5-2 a 6-5) è ormai troppo tardi: l’ennesima prima incisiva regala a Berrettini la più bella vittoria in carriera e, probabilmente, l’onore di sfidare Rafael Nadal sul centrale di New York. Senza paura e a testa alta, per sorprendere ancora.
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