[1] N. Osaka b. [WC] C. Gauff 6-3 6-0
Una serata speciale, quella di New York, che ha regalato le luci della ribalta a Naomi Osaka e alla ragazzina prodigio a cui già tutti si sono votati. Un Arthur Ashe strapieno, carico di energia da illuminare la città che non dorme mai con un piccolo spicchio di voci, urla, applausi scroscianti in un pre-gara quanto mai carico di sogni e speranze. Tutto ciò è poi rimasto nel cassetto, perché la numero 1 del mondo è partita fortissimo e malgrado una fase delicata a metà del primo set ha finito per dominare con un netto 6-3 6-0, ma tutto quanto avvenuto nel post partita finirà per prendere il massimo del risalto su tutto quanto.
Osaka, vinto anche l’ultimo quindici, si è diretta a rete per stringere la mano e salutare la sua avversaria. Gauff era stata molto sbrigativa, lei ha provato a fermarla una prima volta, poi le è andata incontro: “Hey, penso che dovresti essere con me nella intervista post-partita”. Si riferiva al classico scambio di battute con la giornalista della ESPN, questa sera Mary Joe Fernandez, che avviene normalmente con la vincitrice. “Ora vorrei soltanto andare a farmi una doccia e piangere” ha risposto Gauff. “No, no. Sei magnifica, davvero” ha ripreso Osaka, “guardati intorno, sono tutti qui per te”.
Il concetto poi ribadito alla ESPN: “Molta di questa gente non sa cosa c’è dietro la nostra vita, non sa che ora vorremmo andare a piangere nello spogliatoio. Non legge i transcript delle interviste. Lei ha avuto una settimana straordinaria e ho pensato fosse bello da parte sua dedicare un momento a tutta la gente che venuta per lei”.
In quel momento, Osaka, stava offrendo a Gauff il regalo più bello che potesse sperare, qualcosa che non si poteva mai dare per scontato. La storia di Coco ha preso chiunque e le recenti investiture di sportivi e politici statunitensi l’hanno fatta diventare un caso nazionale. Michelle Obama si è mossa lei stessa per andarla a trovare a Washington, qui a New York c’è stato James Harden che ha esultato per il suo successo contro Timea Babos al secondo turno, i “Coco! Coco! Coco!” cantati dal pubblico locale verso la propria beniamina. Soprattutto, c’è stata Serena Williams che ha ammesso di essere ansiosa di vederla in campo contro Osaka. Come era possibile non si creasse questa attesa spasmodica nata fin dal momento in cui Gauff ha battuto Babos al secondo turno e l’intervistatore le ha detto quale partita l’avrebbe attesa ora?
Avere 15 anni è bello, bellissimo, ma è un’arma a doppio taglio altrettanto pericolosa. Alla prima volta sul campo principale dello US Open Gauff si è spenta progressivamente e il punteggio finale era piuttosto pesante. Eppure, anche qui, lei stessa ha dimostrato di avere comunque una buona maturità quando ha detto, al microfono: “Non voglio assolutamente che qualcuno pensi ti stia rubando la scena”. “No, no, non lo stai facendo” le diceva Osaka, che poi le ha dato un nuovo abbraccio e si è emozionata a sua volta rivolgendosi al team di Coco: “Avete cresciuto una giocatrice straordinaria, mi ricordo quando eravamo assieme un anno fa…”. A questo punto, la stessa giapponese si è emozionata lasciandosi andare a una lacrima sul volto, ridendo mentre cercava di non perdere le staffe: “Il fatto che un anno fa eravamo ad allenarci nello stesso posto, che abbiamo avuto diverse chiacchierate assieme, che ora siete qui fianco a fianco con lei, credo tutto ciò sia bellissimo. Coco, di nuovo, sei grande”.
Alla fine, ha anche commentato quanto visto in campo: “Credo stasera sia stata la mia prestazione più concentrata dall’Australia, scusa Coco se ho avuto questa mentalità proprio stasera, ma mi sono divertita tanto”. Si riferiva anche e soprattutto all’ultimo game, quando malgrado fosse sul 6-3 5-0 non ha mai esitato a incitarsi con dei “come on”, pugni chiusi e saltelli per mantenersi carica come se fosse 5-5 al terzo. Per lei, poi, deve anche essere stato strano essere in campo con una differenza di età di 7 anni rispetto alla sua avversaria. Non ora, non a neppure 22 anni, eppure vederla già così investita del ruolo di leader leale in campo e comprensivo al di fuori è un ottimo segnale per tutto lo sport. Questa ragazza, non dimentichiamolo mai, è ancora in un percorso di crescita che la porterà ad alti e bassi, a sbagliare, cadere e rialzarsi, ma da numero 1 del mondo prendere così sotto braccio l’ultima arrivata e aiutarla in mezzo a un clima che poteva crearle un pesante black out mentale ha spezzato ogni dubbio sulle sue qualità umane. E mamma Tamaki, in tribuna, a guardarla con occhi di totale ammirazione, lei che lo scorso anno rifiutò a sua volta un’intervista a ESPN nel giorno in cui la figlia faceva il servizio fotografico con in mano il trofeo di campionessa. Le chiesero perché, rispose che non voleva comparire in lacrime e rubare la scena alla figlia, vera protagonista quel giorno.
Allora come adesso, Naomi è la grande protagonista nel clima incandescente di New York: “Grazie a tutti, è stato bello giocare in questa energia. Anche se non era per me, mi sono divertita tanto”. Al di là di quel momento tra il 3-1 e 5-3, dove ci sono stati 4 break di fila, la partita non è mai stata in discussione proprio perché la numero 1 del mondo ha giocato “da numero 1” e ha cancellato ogni chance che Gauff poteva avere per darsi spinta: il break immediato, causato anche da qualche doppio fallo di troppo, e il rientro a inizio secondo set da 0-40 nel terzo game per il 3-0 che ha chiuso anticipatamente la sfida. Al prossimo turno, la giapponese avrà un ostacolo molto grande: Belinda Bencic, che oggi ha riposato visto lo sfortunato ritiro di Anett Kontaveit, e che nel 2019 l’ha già battuta due volte su due.
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