[2] R. Nadal b. [4] D. Thiem 6-3 5-7 6-1 6-1
La dodicesima sinfonia parigina è servita. Rafael Nadal conquista il Roland Garros e regola per la seconda volta consecutiva un coriaceo Dominic Thiem con il punteggio di 6-3 5-7 6-1 6-1. Diciottesimo slam in carriera, Federer torna a meno due.
Il Re della terra battuta è spietato e lavora l’avversario ai fianchi fin dalle primissime battute. La durata media di un game supera i sei minuti ma, quando sembra ormai essere prossimo al primo passaggio a vuoto, Thiem, che fino a quel momento ha corso il triplo del maiorchino, risale dal 30-0 e con quattro punti consecutivi si porta per la prima volta avanti nel punteggio. Qualcuno sogna l’inizio di un match dall’andamento inaspettato e decisamente combattuto; tuttavia, la speranza si affievolisce – così come la tenuta mentale e fisica del talentuoso austriaco – dopo il cambio campo, col controbreak che permette a Rafa di aprire una striscia di quattro giochi consecutivi. Ribaltamento completo e 6-3 Nadal.
L’allievo di Nicolas Massu, nel secondo, ha però il grande merito di rialzare il capo: in risposta raccoglie le briciole (entrambi , al servizio, finiscono il set con percentuali superiori all’80%) ma prova quantomeno ad avvicinarsi alla riga di fondo. Lo stile di gioco, sì più rischioso ma certamente meno stancante, premia Thiem nel dodicesimo gioco, quando un brutto diritto di Nadal contribuisce al gran game dell’austriaco e gli permette di chiudere 7-5.
La reazione di Rafa, tuttavia, è quanto mai rabbiosa e dà la spallata decisiva all’incontro, poiché colleziona una striscia di undici punti consecutivi e vola subito 3-0 con doppio break. Un gap che stende l’austriaco e consente a Nadal di chiudere agevolmente 6-1.
Quarto parziale che si apre con una sorprendente palla break a favore di Thiem: il numero due del mondo, però, la annulla con un vincente e pochi istanti dopo si porta 2-0. È il colpo del ko e proietta Nadal verso il 6-1 che chiude la pratica.
La Coppa dei Moschettieri, in campo ATP, è ormai un tabù. Sullo Chatrier, Rafa detta legge e non c’è generazione che tenga: fin quando ne avrà, la sensazione è che il maiorchino sia insindacabilmente padrone del proprio destino… con buona pace di chi vorrebbe spodestarlo.
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