M. Berrettini b. [7] F. Auger-Alissime 6-4 7-6(11)
Vittoria sorprendente di Matteo Berrettini alla Mercedes Cup di Stoccarda, dove succede addirittura e Roger Federer, scusate se è poco. Il romano ha vinto meritatamente il suo terzo torneo nel giro di appena 40 giorni, dato che da solo testimonia il buon momento del giovane Matteo. A Stoccarda ha approfittato di avversari in giornata no, altri poco adatti alla superficie, altri ancora decisamente più deboli. Il migliore di tutti quindi è risultato essere naturalmente l’avversario di oggi, uno che sarà un grande campione e che a soli 18 anni sembra già pronto per vincere tornei di spessore ben diverso da questo di Stoccarda. Berrettini ha una serie di qualità che potrebbero fargli togliere molte soddisfazioni, anche se alcuni deficit tecnici preoccupano, soprattutto la mobilità. L’altro problema noto, il rovescio, sull’erba potrebbe dare meno problemi, perché lo slice, aggredibilissimo su cemento e terra, sull’erba è meno addomesticabile, come si è visto proprio in questa finale. Detto questo Berrettini ha un servizio decisamente competitivo e tatticamente è molto avvertito, visto che legge con molta attenzione i vari momenti del match. Poi oggi ha avuto un piccolo aiuto dalla fortuna nel tiebreak, cosa che serve, molto spesso più della capacità di giocare il dropshot.
Contro FAA, come finirà per essere chiamato il canadese, Berrettini ha fatto quello che doveva fare, sorprendendolo agli inizi dei set e giocando con attenzione al servizio. QUando il canadese ha preso ritmo, dalla metà del secondo set in poi, l’italiano ha fatto ancora più attenzione alla battuta, consapevole che occasioni in risposta non ce ne sarebbero state più. Tutta la partita si è condensata in un tiebreak forse non troppo spettacolare ma di grande intensità emotiva, come dimostra anche il calo delle prime di Berrettini, sotto il 50%, nonostante si fosse tenuto sopra il 65% per tutto il match. Berrettini, come accennato, è stato fortunato due volte, la prima sul 5-6 quando il servizio al centro di Auger Aliassime è uscito davvero di niente – anche se poi il canadese deve rimproverare se stesso per aver tirato fuori un dritto non impossibile – la seconda sul 6-7 e servizio, quando dopo una seconda in cui era stato aggredito dal canadese, è stato salvttereato da un errore del giudice di linea, che chiamando out una palla buona ha costretto Bernardes a far rigiocare il punto. Di nuovo con la prima Berrettini si è salvato, e da lì in poi non ha rischiato più: quando Aliassime ha finito di fare ace – due sui primi due match point – Berrettini ha potuto chiudere.
Vittoria meritata comunque, perché anche nel secondo set nonostante l’epilogo, le occasioni le ha avute più Berrettini che Auger Aliassime, troppo spazientito dal servizio del suo avversario. Il diciottenne canadese si abituerà in fretta, e magari non a Wimbledon, anche se la diversa consistenza dell’erba londinese dovrebbe favorirlo, ma già in Nordamerica sarà uno degli uomini da battere.
Esultiamo pure per Berrettini, ma meglio aspettare altri esami. Adesso ci sarà Halle, con un tabellone che sembra abbordabile – Basilashvili e Seppi, poi di nuovo Khachanov o Struff – e difficilmente non arriverà ai quarti. Lì con Zverev, sull’erba, ne sapremo di più.
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