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16 Mag 2019 19:45 - WTA
WTA Roma: Osaka contro Bertens, ecco il primo (grande) quarto di finale
Si sta allineando ai quarti di finale il tabellone del WTA Premier 5 di Roma. Oltre alla giapponese e all'olandese, presenti anche dei ritorni: Victoria Azarenka, Johanna Konta e Kristina Mladenovic.
di Diego Barbiani
OSAKA-BERTENS, IL PRIMO QUARTO DI FINALE È DA CERCHIETTO ROSSO
Naomi Osaka contro Kiki Bertens ai quarti di finale del torneo di Roma. Un abbinamento che potrebbe regalare un grande spettacolo anche se le due giocatrici sono arrivate qui con percorsi diametralmente opposti.
La numero 1 del mondo ha giocato, oggi, due partite praticamente perfette e se il 6-3 6-3 ai danni di Dominika Cibulkova era parso abbastanza di routine visti anche i loro precedenti e come la slovacca si possa trovare senza troppe armi mentre lei, Naomi, era stata anche troppo fallosa, il secondo match di giornata ha visto tutt’altra prestazione.
L’unica sbavatura è stata il momento di disattenzione sul 6-3 3-2 30-15, contro Mihaela Buzarnescu, dove si è fatta strappare la battuta ma a conferma del livello altissimo è stata subito pronta a rifarsi. Numeri veramente importanti quelli di Osaka, che ha concluso la gara contro la rumena con 27 vincenti a cui si sommano i 44 del primo match del giorno, 21 ace distribuiti tra i 12 del match contro Cibulkova e i 9 di quello contro Buzarnescu, e la prima volta ai quarti di finale del Foro Italico.
Sta crescendo, Naomi, e sta capendo come affrontare i vari tipi di terra battuta riuscendo a giocare adesso set come il primo contro la rumena, dove è stata semplicemente ingiocabile al servizio, aggressiva ma con giudizio, letale alla minima palla un po’ più corta che le arrivava, e con un game finale di grande autorità. Servizio e dritto, servizio vincente, ace e ace. 12 su 12 con la prima palla in campo, 8 su 10 con la seconda. Un break solo sfiorato all’inizio del secondo set, preso poi sull’1-1 e ripreso sul 3-3, con anche quella voglia di divertirsi che l’ha portata a fintare uno smash, quasi inginocchiarsi, eseguire una goffa smorzata di dritto ma abbastanza efficace da permetterle di chiudere con la voleè successiva. E lei a ridere scuotendo le spalle.
Sta bene, Naomi, e domani contro Bertens potrà essere una grande chance di provare a raggiungere la seconda semifinale in carriera sulla terra rossa, nettamente la più importante dopo quella di Stoccarda. Kiki, al contrario, ha avuto una giornata molto difficile perché il passaggio da Madrid a Roma è stato turbolento, probabilmente più a livello mentale dopo tutto quello che le è successo e i riconoscimenti di miglior giocatrice olandese di sempre. Eppure c’è, mettendo da parte il bel gioco e tirando fuori tutta la grinta che aveva, battendo in oltre due ore Amanda Anisimova e poi soffrendo ma venendo fuori da un’altra battaglia poco spettacolare contro Carla Suarez Navarro, battuta 6-4 1-6 6-3 grazie anche a un calo della spagnola all’inizio del set decisivo. 12 ace contro Anisimova, appena 5 contro la spagnola e 7 doppi falli. Si potrebbe spiegare anche così il calo avuto oggi. Eppure c’è, con un importantissimo quarto di finale che la porta al momento al numero 3 del mondo in proiezione e l’avvicina sempre più a una delle prime 4 teste di serie del Roland Garros.
Per il bel gioco c’è sempre tempo, tante volte è forse ancor più importante far vedere che si può vincere anche giocando male.
IL TORNEO DEI RITORNI
Le altre giocatrici al momento approdate ai quarti di finale sono tre, chiamiamoli così, ritorni. Victoria Azarenka è al suo quarto di finale più importante sulla terra battuta da Roma 2015 dopo la vittoria per 6-4 3-1 e ritiro contro Garbine Muguruza, fermata da un problema alla gamba sinistra già medicata nel primo set. Johanna Konta si è sbarazzata 6-2 6-4 di una Venus Williams abbastanza bloccata sulle gambe, forse ancora affaticata dalle 3 ore del match contro Elise Mertens al primo turno. Kristina Mladenovic sta reagendo ai due anni di grande difficoltà grazie anche all’aiuto di Sascha Bajin e dopo aver passato le qualificazioni si trova tra le migliori 8 di un grande torneo per la prima volta dal Roland Garros 2017 dopo aver battuto nella stessa giornata Belinda Bencic (6-2 2-6 6-1) e poi Ashleigh Barty (6-2 6-3) che malgrado la testa di serie numero 8 su terra può tranquillamente perdere contro una Mladenovic ben più rodata.
VONDROUSOVA EROICA, KVITOVA RITIRATA
Destino agrodolce quello delle due tenniste ceche impegnate negli ultimi match della serata. A brillare è la giovane stella Marketa Vondrousova, classe 1999, che pur arrivando al limite dei crampi ha tenuto duro in un match lungo e assai dispendioso contro Daria Kasatkina.
La ceca ha forza, talento, spinta e fantasia. La russa le somiglia abbastanza, forse prevale nel senso di estro e spettacolo, ma non ha la stessa potenza e in una fase così delicata della sua giovanissima carriera non ha avuto il coraggio di affondare il colpo decisivo quando doveva. È finita 7-5 2-6 6-2 per Vondrousova, che così dopo i quarti di finale a Indian Wells e Miami raggiunge anche quelli di Roma in un trittico che pesa anche più delle finali WTA giocate (e perse) tra Budapest e Istanbul.
Kasatkina sembrava avere la partita in mano perché fisicamente stava molto meglio della sua avversaria, ma nel primo set da 5-4 e servizio non è riuscita a chiudere e dopo aver dominato il secondo, riducendo soprattutto la quantità di errori gratuiti, nel terzo set ha concesso un brutto turno di battuta alla sua avversaria che da una ventina di minuti circa cercava soprattutto di ributtare la palla di là, con un po’ di spinta e decisione ma senza gran parte delle qualità che aveva messo in campo nel pomeriggio contro Simona Halep. Eppure, Kasatkina si è un po’ smarrita e le ha dato modo non solo di prendere vantaggio ma di confermarlo, e poi di colpire con la risposta di dritto per il 5-1.
A testimonianza di come stesse combattendo anche con condizioni fisiche avverse, ha perso il proprio turno di battuta sul 5-1 senza riuscire a spingere veramente i colpi e Kasatkina, sul 2-5, ha giocato due buoni punti per salire 30-0 ma non appena ha sbagliato un dritto dal centro del campo è tornata molto insicura, lasciando l’iniziativa alla sua avversaria che in quel momento non aspettava altro. Quattro punti di fila, gioco partita incontro. Domani sfiderà Johanna Konta per un posto in semifinale.
Non c’è gloria invece per Petra Kvitova, costretta al ritiro sotto 7-5 5-7 4-0 contro Maria Sakkari. Una partita che per la ceca, malgrado un buon inizio, si è messa subito nel peggiore dei modi. Aveva perso ritmo, aveva smarrito lucidità nei propri colpi e, cosa peggiore, Sakkari era un muro difensivo in grado di rimandare tutto di là e girare lo scambio a suo favore quando ne aveva la chance. Era una trappola in cui la greca, sul 5-5, ha operato lo scatto decisivo verso la conquista del primo parziale. Kvitova sbagliava tanto, ma lei la metteva sempre nelle condizioni migliori per farlo, complicandole dannatamente la vita e rimandando di là accelerazioni che sarebbero state definitive con tante.
Durante il secondo set Kvitova, nella lotta punto a punto, ha messo male la gamba e cadendo a terra si è procurata un po’ di dolore al ginocchio. Non ha mai dato vere sensazioni di sofferenza ma pur vincendo il set (e salvando anche due palle break che avrebbero mandato Sakkari a servire per il match) è poi crollata a inizio del terzo. La pausa tra i due set non le ha fatto bene, come anche una temperatura che è andata progressivamente in calando in una parte del corpo sempre più sensibile. Dopo un medical time out, Kvitova ha perso un lungo game in risposta e ha detto basta. Sakkari domani affronterà Kristina Mladenovic nel match serale.