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Roland Garros: Zverev avanti tra le paure, del Potro si sveglia in tempo

[5] A. Zverev b. J. Millman 7-6(4) 6-3 2-6 6-7(5) 6-3 (Piero Vassallo)

Ginevra è stato un brodino caldo, ma per curare i mali del giovane Alexander Zverev ci vuole ben altra medicina. L’esordio di Sascha al Roland Garros, unico Slam che fino ad ora lo ha visto arrivare nei migliori otto, è lo specchio di ciò che il tedesco è ormai cinque mesi. Un giocatore spento, impaurito, involuto. Sono passati sei mesi dal trionfo al Master, il più importante della carriera, eppure da allora tutto è cambiato. Non è sereno Zverev, distratto dai problemi con il suo ex agente, con la sua ex fidanzata o da chissà cos’altro.

Il risultato è che il giovane più promettente del circuito è diventato un caso di difficile risoluzione. A Ginevra ha vinto una finale drammatica anche grazie agli omaggi di Jarry, a Parigi ha iniziato la sua corsa rischiando grosso contro John Millman. Nemmeno un vantaggio di due set ha saputo rassicurare il tedesco, partito titubante ma poi più sciolto una volta vinto il primo parziale al tie break. Il 6-3 del secondo sembrava mettere in ghiaccio la partita invece Millman, che lo scorso anno sconvolse l’Arthur Ashe battendo Federer in una serata dall’umidità inverosimile, ha avuto la pazienza e la forza di non mollare nemmeno a partita compromessa.

Zverev invece è inspiegabilmente crollato e il terzo set è stato vinto nettamente da Millman, che galvanizzato ha dato tutto anche nel quarto. Il tie break stavolta è stato fatale al tedesco e così una partita all’apparenza sui binari della vittoria è tornata in bilico. In mezzo alla solita racchetta distrutta, ormai un classico dell’ex Next Gen, e a un tennis non convincente, Zverev è riuscito a tirarsi dalla fossa che si era scavato nell’ottavo gioco del quinto set: avanti 40-0 Millman ha subito il break decisivo per il 7-6(4) 6-3 2-6 6-7(5) 6-3 che promuove il numero 5 del seeding al secondo turno, prossimo ostacolo il qualificato Mikael Ymer.

Meno problemi ha avuto Juan Martin del Potro, semifinalista un anno fa e di nuovo nel tabellone di un Major dopo il forfait agli Australian Open causa infortunio al ginocchio. Apparso sorprendentemente in condizione a Roma, dove ha fatto match pari contro Novak Djokovic sfiorando la vittoria, Palito è stato un diesel nel suo primo turno contro Nicolas Jarry. Partenza lenta con primo set vinto dal cileno, poi suona la sveglia e Delpo accelera mettendo in mostra tutta la differenza tra lui e il finalista del torneo di Ginevra. Finisce 3-6 6-2 6-1 6-4 e per l’argentino secondo turno da disputare contro il giapponese Yoshihito Nishioka.

Negli altri incontri sconfitta lampo di Bernard Tomic che raccoglie soltanto sei giochi contro Taylor Fritz: sarà l’americano a sfidare Roberto Bautista Agut, a cui Steve Johnson ha opposto ben poca resistenza. Passa il turno anche la testa di serie numero 30 Dusan Lajovic che ora attende il qualificato francese Elliot Benchetrit, a sorpresa vittorioso su Cameron Norrie. Karen Khachanov, pronto a giocarsi l’ingresso in top ten in questo torneo, lascia solo cinque giochi al tedesco Stebe, entrato in tabellone grazie al ranking protetto.

Esordio sul velluto per Gael Monfils, che demolisce il povero Taro Daniel in tre set, addirittura infliggendogli un sonoro 6-0 nel primo, che lascia veramente poco spazio all’immaginazione. Il secondo è leggermente più equilibrato, anzi, Daniel sembra avere il guizzo giusto, infilando un break al francese, che tempo zero recupererà, per poi andare a mordere nel momento decisivo, nel decimo gioco, sul 5-4 per lui. Incassato un distacco così netto, è inezia prendere il largo anche nel terzo e sigillare la pratica per il 6-0 6-4 6-1 finale.

[23] F. Verdasco b. D. Evans 6-3 6-7(4) 6-3 6-2 (Giovanni Putaro)

Esce vittorioso da un match di oltre tre ore, Fernando Verdasco, confermando il buon periodo pontificato sul rosso di questo 2019 e battendo in quattro set Daniel Evans, in quella che è stata una battaglia molto più di quanto il punteggio possa dire. Lo spagnolo, nel primo, è volato subito avanti, grazie ad un break in apertura, ma ha dovuto fare i conti con un servizio che di incisivo ha avuto poco e lo ha costretto ad sette palle break, prima di cederlo inevitabilmente. Fortunatamente per lui, in risposta ha sempre trovato il modo di mettere in difficoltà l’avversario e, immediatamente, arriva un nuovo break con, stavolta, il set.

Lottato, punto a punto, è anche il secondo parziale, che vede, a fotocopia del 6-3 precedentemente maturato, Verdasco prendere l’iniziativa e strappare, salvo poi farsi riprendere. Stavolta niente ulteriori colpi di reni e quindi è il tiebreak è il tiebreak a dettare legge e stabilire la parità nel computo dei set.

Nel terzo è Evans, probabilmente un po’ stanco dalle fatiche fatte per cercare di rimettere in piedi la partita, a soffrire maggiormente al servizio. E se due volte lo salva, ai vantaggi, la terza se lo vede portar via. Nando, come detto sopra, però, continua a non avere un gran feeling con il suo, di servizio, ed eccolo che prontamente, quasi fosse scritto, si appresta a restituirlo ad un britannico che è, comunque, visibilmente in difficoltà, e difatti, nell’ottavo gioco viene di nuovo brekkato e perde il set.

La quarta frazione è una formalità per Verdasco, che parte in pompa magna, rosicchia un break che, successivamente, bisserà pure e trova la via per il secondo turno, nel quale affronterà il vincente di Hoang – Dzumhur.

Piero Vassallo

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