[4] R. Federer b. [15] G. Monfils 6-0 4-6 7-6(3)
Non si aspetta di giocare molte partite a Madrid, Roger Federer, ma, almeno un altro salto in pista dovrà farlo, avendo estromesso dal torneo, nella giornata di oggi, in un match decisamente altalenante, Gael Monfils. Lo svizzero, come contro Gasquet, scende centratissimo in campo e strappa via non uno, bensì tre break al francese, che, costantemente sotto pressione, va spesso e volentieri fuori giri e, in diciannove minuti, si ritrova un secco 6-0 in saccoccia. Roger, estremamente aggressivo fin dalla risposta, giocata sempre coi piedi sulla linea, non permette l’ingresso nello scambio, anticipa l’avversario che, come soluzione, cerca di andare ancora più veloce, fallendo e sbagliando per primo e facendo, di fatto, proprio i favori del pluricampione Slam.
Il secondo set porta con sé vento di novità. La Monf, inaspettatamente, riesce a brekkare, approfittando di un solito piccolo passaggio a vuoto di Federer, e racimola tre giochi di fila, lui che, finora, non aveva visto l’ombra di mezzo. Sfortunatamente per le sue economie di risultato, però, l’elvetico non si estranea totalmente dal parziale, anzi, tampona la sua euforia, poi, nell’ottavo game, gli mette un po’ di pressione, che si concretizza in due doppi falli di fila, e tanto basta per riportare l’equilibrio. Certo, la chiave di questo diverso sviluppo non è solo da ricercare nei demeriti di Federer, sarebbe sbagliato, quanto più in un giusto mix tra questi e un cambio nella tattica di Monfils, che, abbandonata quella scriteriata del primo set, si mostra più lucido e capace di tenere botta, alzando e rallentando la traiettoria del dritto. E, difatti, arrivano i set point in suo favore, subito materializzati.
Uno scenario che sembrava impensabile si palesa davanti agli occhi e nella testa di uno stizzito Federer che poco impiega, anche nel terzo, a perdere la battuta. Ha immediatamente la chance di rientrare, ma, ormai in modalità Federror, si lascia andare a gratuiti veramente banali che non fanno altro che favorire il progredire di un Gael, al solito, folle: giochicchia, si prende qualche libertà, scherza col fuoco…e alla fine si brucia. Roger, nel settimo gioco, approfitta di un suo serve and volley disastroso su palla break per infilarlo e rimettersi in scia e ribaltare di nuovo l’andamento. Ora è lui a salire, è Monfils a sentire il braccio irrigidirsi, tornando a tirare solo forte, senza mai guardare i movimenti dell’altro. Nonostante ciò, sopravvive ad un delicatissimo break point nell’undicesimo gioco, così come il suo collega sventa due ancor più tachicardici match point subito dopo. È, forse, il picco emotivo più alto ed è, sicuramente, il tiebreak a sancire il vincitore. Parte malissimo Monfils, con un doppio fallo, ringrazia di cuore Roger, che vola 3-0. Da lì, è una comodissima discesa verso il prossimo turno. Sarà più duro. Sarà Thiem. Sarà tutto da vedere.
Altri match:
Novak Djokovic convince a metà ma tanto basta per battere Jeremy Chardy e qualificarsi ai quarti di finale. Il numero 1 del mondo domina nel primo set ma fa più fatica nel secondo, vincendo solo alla distanza. Ancora una volta Nole è sembrato lontano dalla migliore condizione, è evidente che il suo obiettivo è arrivare a Parigi al 100% per alimentare il sogno Grande Slam, ma le cose stanno andando davvero secondo i piani? Domani sfiderà un giocatore che sta vivendo il periodo peggiore degli ultimi 5 anni, quel Marin Cilic voglioso di rilanciarsi dopo una prima parte di 2019 senza alcun acuto. Il croato ha reagito appena in tempo contro Laslo Djere rimontando un set e un break di svantaggio, un successo che con la contemporanea sconfitta di Fognini gli restituisce anche un posto in top 10. Attenzione anche a Stan Wawrinka, già finalista alla Caja Magica nel 2013 e molto ben centrato contro Kei Nishikori: lo svizzero ora attende Nadal al prossimo turno, che si è sbarazzato di Tiafoe in due set (6-3 6-4).
Alexander Zverev soffre, lotta ma da segnali di risveglio. Il tedesco prosegue la difesa del titolo raggiungendo i quarti di finale atteso da Stefanos Tsitsipas, altra tappa verso il “ futuro” o quello che dovrebbe essere. La responsabilità di aver messo fine alla carriera del Grande Guerriero serve ad Alexander Zverev per compiere un altro passo verso l’uscita dalla crisi. È presto per dirlo ma si iniziano a vedere segnali importanti, forse un mese fa il tedesco avrebbe perso questa partita, nelle trame già giocata e persa tante volte in questa stagione. Alexander Zverev serve per secondo e fa subito il disastro sorpreso dal polacco che risponde forte e profondo. Con un doppio fallo si mette spalle al muro e Hurkacs gli strappa il servizio. Tutto già visto nelle ultime e ormai numerose partite del tedesco. Ma Hurkacz non ne approfitta e si fa subito contro brekkare commettendo due doppi falli di cui il secondo sulla palla break. Zverev va avanti a intermittenza tra altrettanti doppi falli, ben tre nel quarto game, ed errori senza forzatura che lo portano a cedere nuovamente il servizio. Hurkacz fa il suo gioco, è aggressivo e Zverev gli rende la vita facile stando in difesa sempre più lontano dalla riga di fondo, posizione dalla quale non si può pensare, e tanto meno provare, a comandare il gioco. Sascha soffre ma tiene i suoi turni di battuta e quando arriva il momento della verità Zverev mette in campo un passante di rovescio di una difficoltà che non si può spiegare. Ma è un battito d’ali e dipende solo dal polacco che ha il servizio dalla sua e lo tiene, forte delle sue certezze, chiudere il primo set.
Risultati
[1] N. Djokovic b. J. Chardy 6-1 7-6(2)
[9] M. Cilic b. L. Djere 3-6 6-3 6-2
[4] R. Federer b. [15] G. Monfils 6-0 4-6 7-6(3)
[5] D. Thiem b. [10] F. Fognini 6-4 7-5
[8] S. Tsitsipas b. F. Verdasco 6-3 6-4
[Q] H. Hurkacz vs [3] A. Zverev
S. Wawrinka b. [6] K. Nishikori 6-3 7-6(3)
F. Tiafoe vs [2] R. Nadal
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